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Claudio Nassi: Florenzi e Fonseca
Alessandro Florenzi, classe '91, 1,73 per 67 kg, nasce a Roma, è tifoso della Roma e la sua vita calcistica è giallorossa, se si eccettua la parentesi in B a Crotone dove, in 35 partite, segna 11 gol. L'Almanacco Panini lo definisce difensore. Sarebbe più corretto jolly. Gioca infatti terzino, mediano, mezzala e tornante a destra o, se preferite, esterno basso, intermedio e esterno alto, ma è stato impiegato anche a sinistra. Conta oltre 30 presenze nella Nazionale A e 18 nelle giovanili e, con Pellegrini, dopo l'uscita di Totti e De Rossi, rappresenta la romanità all'interno della squadra, oltre ad esserne stato il capitano. Ha un difetto: l'altezza. Quando giocava terzino e l'avversario era buon saltatore, le palle alte diventavano pericoli. D'accordo, ma di semplice soluzione. Se l'avversario aveva le caratteristiche di Perisic, si evitava di schierarlo in difesa o si portava in panca, anche se si può insegnare come non far saltare l'avversario.
Succede che Fonseca non lo veda e, dopo un colloquio, si decida di mandarlo in prestito al Valencia. In una delle società più importanti della Spagna si fa apprezzare, tanto che, se non vado errato, l'avrebbero voluto ancora. In Italia interessava ad Atalanta, Fiorentina e Bologna. Poi passa al PSG in prestito con diritto di riscatto, perché il D.G. Leonardo è un suo estimatore, e Tuchel lo schiera subito contro il Marsiglia, nel derby di Francia. Aggiungo che Mancini lo convoca sempre e lo schiera titolare in Nazionale.
Domanda: perché per Fonseca no e per altri allenatori sì? Ma se uno ha tanta gente che lo stima ed è appetito anche da due società arrivate nei quarti e in finale di Champions League, come si può cedere e cercare sostituti che forse non lo valgono? Nessuna meraviglia. Gli allenatori sono così. Hanno il potere di tagliare, anche per futili motivi, quelli con i quali non sono in sintonia. Non importa se rappresentano un capitale della società. A Roma aspettano l'esonero di Fonseca per far rientrare Florenzi, nel caso Leonardo non lo riscatti.
Succede che Fonseca non lo veda e, dopo un colloquio, si decida di mandarlo in prestito al Valencia. In una delle società più importanti della Spagna si fa apprezzare, tanto che, se non vado errato, l'avrebbero voluto ancora. In Italia interessava ad Atalanta, Fiorentina e Bologna. Poi passa al PSG in prestito con diritto di riscatto, perché il D.G. Leonardo è un suo estimatore, e Tuchel lo schiera subito contro il Marsiglia, nel derby di Francia. Aggiungo che Mancini lo convoca sempre e lo schiera titolare in Nazionale.
Domanda: perché per Fonseca no e per altri allenatori sì? Ma se uno ha tanta gente che lo stima ed è appetito anche da due società arrivate nei quarti e in finale di Champions League, come si può cedere e cercare sostituti che forse non lo valgono? Nessuna meraviglia. Gli allenatori sono così. Hanno il potere di tagliare, anche per futili motivi, quelli con i quali non sono in sintonia. Non importa se rappresentano un capitale della società. A Roma aspettano l'esonero di Fonseca per far rientrare Florenzi, nel caso Leonardo non lo riscatti.
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