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Juve, quella col Sassuolo è la gara di Locatelli: in Emilia s’è forgiato per guidare la sua Signora
“Un buon pareggio, ora però bisogna assolutamente vincere col Sassuolo”, ha commentato così la serata di San Siro Massimiliano Allegri dopo l’1-1 riacciuffato a pochi minuti dal triplice fischio finale. Un punto guadagnato dunque per la Juventus che ora necessita di un altro filotto di vittorie per proseguire nella risalita della classifica. Subito sguardo al futuro dunque, futuro che ha due colori chiari, il nero e il verde, e un nome che a Manuel Locatelli dice tantissimo: Sassuolo.
Sassuolo nel cuore, nella testa e nelle gambe.
Sono stati tre anni intensissimi quelli vissuti dal nativo di Lecco in quel di Reggio Emilia. Lo spaesamento dopo l’addio a un grande club come il Milan, il nuovo equilibrio da trovare per non disperdere per strada un talento innegabile, il miglioramento, stagione dopo stagione, che è valso la chiamata della Nazionale campione d’Europa prima e della Juventus poi. Sassuolo vuol dire cuore per tutto l’affetto che l’ambiente ha avuto nei suoi confronti, vuol dire testa per i ricordi, qualcuno brutto e moltissimi belli, che intasano l’esperienza, vuol dire gambe per la crescita esponenziale che ha saputo costruire, mattoncino dopo mattoncino, formando il punto di riferimento della Juventus che è ora.
Con l’ingresso di Arthur può essere ancora più decisivo.
E proprio nella sfida al suo Sassuolo, Manuel Locatelli potrebbe vivere, per la prima volta dall’inizio di un match, quello che nel corso della stagione può essere il futuro suo e della Juventus intera. Allegri infatti è tentato di lanciare titolare il tandem Locatelli-Arthur che garantirebbe maggiore qualità in fase di possesso e costruzione oltre che l’opportunità all’ex neroverde di sganciarsi con più frequenza a ridosso dell’area di rigore. Esattamente quanto manca a questa squadra, d’altronde Locatelli ha già dimostrato in questi primi mesi di Juve di avere feeling con il gol. Loca, domani a Torino sguardo al passato con proiezione al futuro.
Sassuolo nel cuore, nella testa e nelle gambe.
Sono stati tre anni intensissimi quelli vissuti dal nativo di Lecco in quel di Reggio Emilia. Lo spaesamento dopo l’addio a un grande club come il Milan, il nuovo equilibrio da trovare per non disperdere per strada un talento innegabile, il miglioramento, stagione dopo stagione, che è valso la chiamata della Nazionale campione d’Europa prima e della Juventus poi. Sassuolo vuol dire cuore per tutto l’affetto che l’ambiente ha avuto nei suoi confronti, vuol dire testa per i ricordi, qualcuno brutto e moltissimi belli, che intasano l’esperienza, vuol dire gambe per la crescita esponenziale che ha saputo costruire, mattoncino dopo mattoncino, formando il punto di riferimento della Juventus che è ora.
Con l’ingresso di Arthur può essere ancora più decisivo.
E proprio nella sfida al suo Sassuolo, Manuel Locatelli potrebbe vivere, per la prima volta dall’inizio di un match, quello che nel corso della stagione può essere il futuro suo e della Juventus intera. Allegri infatti è tentato di lanciare titolare il tandem Locatelli-Arthur che garantirebbe maggiore qualità in fase di possesso e costruzione oltre che l’opportunità all’ex neroverde di sganciarsi con più frequenza a ridosso dell’area di rigore. Esattamente quanto manca a questa squadra, d’altronde Locatelli ha già dimostrato in questi primi mesi di Juve di avere feeling con il gol. Loca, domani a Torino sguardo al passato con proiezione al futuro.
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