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Parma, Pecchia come Sacchi e Scala: cederà alle lusinghe o resterà in sella?
Nella giornata di ieri il tecnico del Parma Fabio Pecchia ha allontanato le voci sul suo futuro in maniera chiara e precisa: “Tutto ciò che sta uscendo sono interferenze che provano a minare il lavoro fatto nei diciotto mesi da quando sono a Parma, vanno gestite”. L’ex centrocampista resta comunque uno dei nomi sul taccuino di diversi club che militano in Serie A come Napoli, Atalanta e Bologna che in estate potrebbero trovarsi a dover cercare una nuova guida tecnica.
Come sottolinea il Corriere dello Sport in casa ducale queste voci non sono nuove e avevano interessato due grandi ex come Arrigo Sacchi e Nevio Scala, col primo che decise di cedere alla corte del Milan, dove andrà a scrivere pagine di storia rivoluzionando il calcio, mentre il secondo non si fece ammaliare dalle sirene del Real Madrid.
Nel primo caso, era la stagione 1986-87, queste voci destabilizzarono la squadra emiliana che rimase dietro nella volata per la Serie A mancando la promozione chiudendo al settimo posto a -3 dal terzo posto in un campionato equilibratissimo. Nel secondo caso invece la squadra appena promossa dalla Serie B chiuse al sesto posto qualificandosi in Coppa UEFA e iniziando quel percorso che portò il Parma stabilmente fra le grandi e a vincere diverse coppe, nazionali e internazionali, negli anni a venire.
Come sottolinea il Corriere dello Sport in casa ducale queste voci non sono nuove e avevano interessato due grandi ex come Arrigo Sacchi e Nevio Scala, col primo che decise di cedere alla corte del Milan, dove andrà a scrivere pagine di storia rivoluzionando il calcio, mentre il secondo non si fece ammaliare dalle sirene del Real Madrid.
Nel primo caso, era la stagione 1986-87, queste voci destabilizzarono la squadra emiliana che rimase dietro nella volata per la Serie A mancando la promozione chiudendo al settimo posto a -3 dal terzo posto in un campionato equilibratissimo. Nel secondo caso invece la squadra appena promossa dalla Serie B chiuse al sesto posto qualificandosi in Coppa UEFA e iniziando quel percorso che portò il Parma stabilmente fra le grandi e a vincere diverse coppe, nazionali e internazionali, negli anni a venire.
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