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Catania, Furlan: "L'opinione pubblica non può pensare che sia giusto non pagare i calciatori"
Jacopo Furlan, portiere del Catania, si esprime polemicamente nel corso di una diretta Instagram sul suo profilo a proposito del tema del taglio degli stipendi ai calciatori. Queste le parole, riprese da TuttoCalcioCatania.com:
Mi sento un pochino polemico. Affronto un tema d’attualità, i famosi stipendi dei calciatori. Partiamo da una base. I calciatori, noi come in Serie B, A e Dilettanti, veniamo pagati da privati che investono delle loro risorse, se volessero potrebbero pure bruciare i soldi o regalarli in giro, invece decidono di investire in uno sport. Quando si va un pò a toccare pubblicamente i giocatori, stipendi, privilegiati, bella vita… bisogna ricordare che la Serie A è un mondo, la B un altro, la C pure e non sono paragonabili tra di loro. E’ vero che noi giochiamo in una piazza blasonata e guadagniamo qualcosa di più, ma questo non vuol dire che non sosteniamo spese altrettanto importanti. Potremmo avere deciso di investire anche un 60% del nostro stipendio mensile visto che è una professione a tempo determinato. Siamo tra le categorie più precarie al mondo. Andiamo avanti con contrattuali annuali, biennali, triennali a dir tanto.
Un altro fattore importante che la gente dimentica è che gli imprenditori che ci pagano, gli stessi soldi li versano allo Stato. Quindi vanno a beneficio pubblico. Noi non siamo dipendenti statali: quello che guadagniamo lo versiamo, più o meno la stessa cifra. Prima di puntare il dito contro i calciatori ci penserei bene. Smettiamola di guardare negli orticelli degli altri... Guardiamo al nostro. Poi che lo Stato debba prendere delle misure adatte per aiutare, sostenere chi è in difficoltà perché questo periodo ha messo in ginocchio tante persone è giustissimo. Ma non mi venite a dire che non pagare noi calciatori come categoria sia giusto e doveroso farlo. L’opinione pubblica non può dire così. Speriamo che questo periodo passi presto perché abbiamo bisogno di ripartire un pò tutti, un abbraccio”.
Mi sento un pochino polemico. Affronto un tema d’attualità, i famosi stipendi dei calciatori. Partiamo da una base. I calciatori, noi come in Serie B, A e Dilettanti, veniamo pagati da privati che investono delle loro risorse, se volessero potrebbero pure bruciare i soldi o regalarli in giro, invece decidono di investire in uno sport. Quando si va un pò a toccare pubblicamente i giocatori, stipendi, privilegiati, bella vita… bisogna ricordare che la Serie A è un mondo, la B un altro, la C pure e non sono paragonabili tra di loro. E’ vero che noi giochiamo in una piazza blasonata e guadagniamo qualcosa di più, ma questo non vuol dire che non sosteniamo spese altrettanto importanti. Potremmo avere deciso di investire anche un 60% del nostro stipendio mensile visto che è una professione a tempo determinato. Siamo tra le categorie più precarie al mondo. Andiamo avanti con contrattuali annuali, biennali, triennali a dir tanto.
Un altro fattore importante che la gente dimentica è che gli imprenditori che ci pagano, gli stessi soldi li versano allo Stato. Quindi vanno a beneficio pubblico. Noi non siamo dipendenti statali: quello che guadagniamo lo versiamo, più o meno la stessa cifra. Prima di puntare il dito contro i calciatori ci penserei bene. Smettiamola di guardare negli orticelli degli altri... Guardiamo al nostro. Poi che lo Stato debba prendere delle misure adatte per aiutare, sostenere chi è in difficoltà perché questo periodo ha messo in ginocchio tante persone è giustissimo. Ma non mi venite a dire che non pagare noi calciatori come categoria sia giusto e doveroso farlo. L’opinione pubblica non può dire così. Speriamo che questo periodo passi presto perché abbiamo bisogno di ripartire un pò tutti, un abbraccio”.
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