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Alla Lavagna – L’impresa di uno Spezia cinico e stoico al ‘Maradona’TUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
sabato 8 maggio 2021, 10:00Primo Piano
di Daniele Izzo
per Acspezianews.it

Alla Lavagna – L’impresa di uno Spezia cinico e stoico al ‘Maradona’

Cos’ha funzionato e cosa si può imparare dalla precedente sfida ai partenopei

6 gennaio 2021, una data che rimarrà marchiata a fuoco nella storia dello Spezia. L’Epifania, infatti, è famosa per portar via tutte le feste, ma quest’anno se n’è dimenticata una, quella bianca sul campo del ‘Maradona’. La squadra di Vincenzo Italiano, stoica e cinica, rimontò in dieci il gol di Petagna e riuscì a strappare tre incredibili punti al Napoli. Torniamo indietro di qualche mese per capire cosa funzionò e cosa è possibile migliorare in vista del nuovo incontro tra Aquilotti e partenopei di questo pomeriggio al ‘Picco’.

SCELTE – Dopo la sconfitta casalinga patita col Verona, Vincenzo Italiano conferma la coppia difensiva delle grandi occasioni: a contrastare Insigne & co. ci sono Terzi e Ismajli. Ai loro lati, completano la linea a protezione del solito Provedel, Marchizza e Vignali. Con Estevez e Ricci ancora alle prese con il covid, sono Agoumè e Deiola ad accompagnare Maggiore al cospetto di Fabian Ruiz e Bakayoko. Davanti, infine, le maggiori sorprese: con Nzola, inamovibile centravanti dello Spezia, ci sono l’esperienza di Farias e l’elettrica imprevedibilità di Agudelo. Gattuso risponde con il classico 4-2-3-1, dove spicca però la presenza come unico terminale di Hirving Lozano, preferito a Petagna per sostituire gli infortunati Osimhen e Mertens.

LA PARTITA – Lo Spezia si presenta al ‘Maradona’ col peso di un solo punto raccolto nelle ultime cinque partite disputate e l’assetto iniziale ne risente. Il 4-3-3 di Italiano si trasforma in fase di non possesso: centrocampo folto, baricentro basso e ricerca della giusta linea avversaria da intercettare. Il Napoli, d’altro canto, non sta a guardare e nel giro di un quarto d’ora va vicino al gol in tantissime occasioni. Ci prova prima Insigne, poi Politano, Lozano e Fabian Ruiz, ma il nido Aquilotto non crolla. La squadra di Gennaro Gattuso si sente padrona del campo e il gioco che fluisce dai piedi partenopei rasenta la perfezione. Nel calcio come nella boxe, però, oltre alla forza con la quale si sferzano pugni bisogna anche saper incassare i colpi, e i liguri lo fanno perfettamente, non disdegnando il provare a creare pericoli ogni volta che i partenopei alzano il piede dall’acceleratore. Così, dopo una sfuriata durata quasi mezz’ora, le onde del mar azzurro si placano e la pressione dello Spezia risulta più efficace: Nzola esce per primo in azione solitaria, mentre in seconda battuta Maggiore e Deiola vanno a prendere i terzini avversari. In questa maniera il Napoli può solo sviluppare centralmente, dove Agoumè è bravo ad abbassarsi in mezzo ai due centrali per creare densità e protezione. Al termine di un primo tempo divertente, però, il risultato rimane inchiodato sullo 0-0. Sulla ripresa incidono subito le mosse dei due allenatori: Italiano richiama Deiola e Agudelo per inserire Pobega e Gyasi; Gattuso, invece, manda in campo Petagna. Ed è proprio l’attaccante ex Atalanta, al minuto 58’, a sfondare le difese spezzine: cross rasoterra dalla fascia di Di Lorenzo, anticipo dell'ariete azzurro sul primo palo e Napoli in vantaggio. L'euforia azzurra, però, non dura neppure dieci minuti. Al 68’, infatti, Fabian Ruiz stende Pobega in area di rigore: Mariani non può far altro che indicare il dischetto. Dagli undici metri si presenta Nzola che, con il ghiaccio nelle vene, batte Meret e riporta la sfida in parità. Di qui in poi la partita scherza con l’utopico e flirta col paradossale. Al minuto 77’ Ardian Ismajli, già ammonito, alza il gomito su Petagna: l’arbitro non ha dubbi ed estrae il rosso. Italiano corre ai ripari e riordina la squadra in un 4-3-2, lanciando un forte segnale alla squadra: vietato abbassarsi a protezione del pareggio. Atteggiamento che in appena quattro minuti dona i suoi frutti: Gyasi premia l’inserimento di Nzola, che brucia Di Lorenzo e calcia cogliendo il palo interno, Pobega si avventa sulla ribattuta e lo Spezia è clamorosamente in vantaggio al ‘Maradona’. L’impresa è vicina, ma c’è bisogno di resistere alle ultime bordate partenopee: Gattuso, infatti, vara uno spregiudicato 4-1-3-2 per cercare di riacciuffare una partita incredibile ma non vi riesce. Non resta che immaginare la voce di Sandro Ciotti raccontare ‘Clamoroso al Maradona: Spezia batte Napoli due a uno’.

COSA HA FUNZIONATO – Si fa fatica a non dire tutto. Dalle parate di Provedel alla vena fredda di Nzola, senza dimenticare gli inserimenti di Pobega e l’attenzione di tutta la retroguardia, ogni meccanismo nello Spezia si è incastrato perfettamente.

COSA SI PUO’ MIGLIORARE – Replicare il risultato dell’andata sarebbe una perfezione calcistica, quindi niente. Allo Spezia oggi al ‘Picco’ non resterà che baciare la fortuna che, come dimostrato nell’Epifania di Napoli, aiuta gli audaci. Dopo la sfuriata iniziale degli uomini di Gattuso, infatti, i liguri non hanno rinunciato al loro credo, neppure in dieci uomini, e alla fine sono stati ripagati dalla dea bendata di cinismo e concretezza.

Il pareggio di Verona è stato fondamentale. Ora più che mai lo Spezia ha bisogno di trovare le forze per fare un ultimo passo, il più bello e decisivo. Battere due volte il Napoli nella stessa stagione rappresenterebbe un sogno nel sogno; ma ai sogni, si sa, alle volte piace sovvertire previsioni e pronostici e uscire dal cassetto. Salvezza o Champions League, desideri o realtà, Spezia o Napoli: sarà solamente il campo a pender la sua preferenza dall’una o dall’altra parte.