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L’ANEDDOTO | Undici maglie, impeccabili e imperfette, entrate nella storia
domenica 19 settembre 2021, 11:10Primo Piano
di Daniele Izzo
per Acspezianews.it

L’ANEDDOTO | Undici maglie, impeccabili e imperfette, entrate nella storia

Il racconto di una storia legata all’incontro tra Venezia e Spezia del 1943

Non si sarà certo ispirato a loro Ettore Scola nella stesura di ‘Brutti, sporti e cattivi’. Coincidenza vuole però che i tre lemmi descrivano alla perfezione la versione 1943-44 dello Spezia, quella di rosso vestita e con l’elmetto sulla testa che scrisse forse la pagina più bella dell’intera storia del club.

9 luglio 1944. Senza ombra di dubbio la data più importante nell’epopea pedatoria spezzina fino a quel momento. Poi rivelatasi una delle quattro-cinque più memorabili di sempre. Al culmine di quella che viene definita dagli storici l’alba del medioevo del calcio italiano, i Vigili del Fuoco della Spezia sono a Milano, in procinto d’entrare in una Arena semi-deserta, a causa dei rastrellamenti nazi-fascisti, per il triangolare dal valore tricolore con Venezia e Torino. Nel primo pomeriggio apre le danze Venezia – Spezia. Le due squadre scendono in campo, ma fin da subito lo stupore, la meraviglia e un pizzico di sdegno compaiono sui volti del poco pubblico presente e della delegazione veneta. Gli spezzini appaiono sporchi, sgualciti, per dirla in termini edulcorati: in una mise non adatta a un evento del genere. Scrisse, il giorno seguente, La Gazzetta dello Sport: “Gli spettatori hanno sotto gli occhi un aspetto del campionato di guerra: quelle maglie denunciano le trasferte sopportate dagli spezzini. È gente che si è fatta ventiquattro ore di autocarro, è gente che non ha avuto il tempo, né i mezzi per provvedere alla civettuola torretta di parata”. Il motivo venne a sapersi solamente dopo. Nel corso del trasferimento tra La Spezia e Milano, reso difficile, a tratti impossibile, dai controlli tedeschi, un acquazzone colpì di sorpresa la vettura che trasportava i vigili del fuoco. Inevitabile che a inzupparsi oltre al tegumento dei temerari aquilotti furono anche le bianche livree. Così, giunti a destinazione, Wando Persia e compagni affidarono le divise a chi li ospitava affinché le asciugassero. Qui, tra cibarie e bevande, racconti e desideri, sogni e speranze, giocatori e osti persero la cognizione del tempo, dimenticandosi le maglie che, troppo vicine al fuoco, inevitabilmente si bruciarono.

Il resto è storia. In ossequio al più classico dei ‘l’abito non fa il monaco’, i ragazzi di Ottavio Barbieri prima pareggiarono con il Venezia e poi si consacrarono Campioni d’Italia stendendo il Torino FIAT. Brutti, sporchi, cattivi e vincenti: fu la storia a consacrare la passione per il calcio che sfidò fame e rastrellamenti; furono quelle undici magliette così imperfettamente esemplari a consacrare alla storia i Vigili del Fuoco della Spezia.