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Gotti si presenta: «Contento di essere qua. Il mercato chiuso non mi spaventava. Nzola? A me piace molto»TUTTO mercato WEB
venerdì 1 luglio 2022, 17:03Primo Piano
di Daniele Izzo
per Acspezianews.it

Gotti si presenta: «Contento di essere qua. Il mercato chiuso non mi spaventava. Nzola? A me piace molto»

La conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore dello Spezia

Luca Gotti è il nuovo allenatore dello Spezia. La società lo ha comunicato questa mattina. Il tecnico di Adria avrà il non facile compito di susseguire due che tanto bene in riva al Golfo dei Poeti hanno fatto come Thiago Motta e Vincenzo Italiano. Per farlo dovrà portare la squadra tra le acque sicure della terza salvezza consecutiva. Di questo, e di molto altro ancora, Gotti ha parlato nella conferenza stampa di presentazione, conclusasi qualche minuto fa. 

«Sono estremamente contento di essere qua - ha esordito Gotti, mettendosi a disposizione dei cronisti presenti - Perché lo Spezia? Fortunatamente e in maniera inaspettata avevo alternative. C'è stato un aspetto determinante, mi sono seduto con altri club che mi stava valutando tra altri allenatori, e per come sono fatto io ha fatto la differenza la sensazione che lo Spezia cercasse proprio me, come allenatore e come persona. E tutto questo, al di là di ogni aspetto economico. In maniera assurda, la trattativa economica è durata tre minuti. Mi hanno chiesto le mie idee, senza procuratori e intermediari, come persone normali. Al di là di ogni aspetto economico, c'è stata gratificazione nella sensazione di essere la persona giusta».

La rosa a disposizione è uno degli argomenti principali: «È una rosa anomala, come il percorso che ha avuto questa squadra. È una rosa giovane, con poca esperienza globale in Serie A, ma con quasi tutti un anno di formazione importantissima. Ci sono giovani estremamente interessanti, con grandi margini di miglioramento. Ora qualche giocatore, che è stato importante l'anno scorso, potrebbe non esserci in futuro, ma c'è da parte del club la rassicurazione e la volontà rispetto a sostituire eventuali partenze e aggiungere, dove individueremo lacune, con giocatori funzionali» ha risposto Gotti. 

Quindi, come sarà lo Spezia di Luca Gotti? Il tecnico di Adria ha risposto che: «Lo Spezia non è di Gotti. È un club con grande integrazione, con passione e senso di appartenenza. È uno Spezia nostro, che dipenderà tanto dalle caratteristiche dei giocatori, che proverò a mettere nelle migliori condizioni. Ho idee chiare, sono per semplicizzare le cose. Voglio che i giocatori sappiano cosa fare, all'interno di una squadra equilibrata. Io sono per l'impegno, un dogma che non può mancare in un lavoro così bello. Il talento sprecato lo mal sopporto, così come chi non dà tutto quello che ha. Questa spinta cercherò di averla sempre».

Dallo Spezia del futuro si torna a Gotti, protagonista della conferenza stampa: «Chi sono io? Una persona molto semplice, un campagnolo, figlio di un operaio e di una casalinga. Ma sono anche un entusiasta, che si è costruito i suoi gradini uno dietro l'altro e che piacevolmente è sorpreso dalla vita. Io avevo intrapreso un percorso misto da allenatore, interrotto per fare un altro lavoro, il collaboratore, ruolo che mi piaceva molto per la vicinanza e per il calcio, senza avere dell'extra campo, che digerisco con più difficoltà. Ero molto contento di fare il vice e non lo facevo pensando a chissà cosa per il futuro. Ma la realtà poi ti sorprende, si sono verificate alcune situazioni e ora sono in prima linea».

Il primo colloquio avvenne con la sentenza della FIFA che ancora bloccava il mercato dello Spezia. Non un problema, secondo quanto raccontato dall'allenatore: «Abbiamo parlato e sembrava che il mercato fosse chiuso, ma questa cosa non mi ha mai spaventato. Era quasi un'opportunità. Era una rosa salva, con entusiasmo, che non poteva perdere giocatori. E potevamo lavorare senza confusione, concentrandosi sui ragazzi a disposizione. La cosa più preoccupante era il mercato chiuso in altre finestre successive, nelle quali non si sarebbe potuto aggiustare la rosa. Quest'anno ci saranno due campionati: partire con una rosa che si conosce già, parte e fa 15 partite di fila fino a novembre era piacevole. Il dispiacere viene più ai dirigenti, che devono fare il mercato».

A proposito di mercato. Gotti ha avuto modo di contattare suoi ex giocatori ancora a Udine? La risposta del tecnico è stata la seguente: «No, assolutamente. Sono stato sorpreso da ricevere messaggi di articoli con lo Spezia accostato a nomi di cui mai abbiamo parlato. Sono stato sorpreso. Poi che succede, si innesca una scintilla e il giocatore magari ti chiama. Ma non è successo nulla».

Un altro tema caldo è, poi, sicuramente quello inerente Mbala Nzola: «Se è l'attaccante giusto per me? Assolutamente sì - ha risposto Gotti - ma uso il condizionale. Mi è piaciuto tantissimo due anni fa, da fuori fai sempre fatica di capire il perché succede ciò che succede. Lo scorso anno ha avuto meno spazio, con meno soddisfazioni. A me sembrerebbe un vero primo acquisto. Poi dico che quando cambia un allenatore, pur con il grande riconoscimento che va dato a chi ha fornito un grande contributo e ha sudato in passato, le gerarchie si azzerano, e danno a tutti pari opportunità. Nzola, come gli altri, dovrà mettersi in condizione di meritare la fiducia mia e del gruppo. A me piace molto, ma giorno per giorno vedremo cosa succederà».

Da un attaccante ad altri due. Su Antiste e Strelec Gotti si è espresso così: «Vale il discorso di Nzola, io l'ho detto alla società: davanti secondo me lo Spezia è attrezzato. Ha giocatori diversi, che possono integrarsi, loro due sono due ragazzi fra quelli con grandi margini di miglioramento e su cui sia io che il club puntiamo».

Invece, sul modulo: «Non sono un integralista del sistema di gioco, ho sempre ritenuto giusto o sbagliato che sia, che i giocatori dovrebbero essere messi nella miglior condizione per esprimere al meglio la propria potenzialità. E per questo uno pensa ai giocatori più importanti e metterli nella posizione di comfort. Ho rivisto le partite e, fatto salvo che da lunedì il campo mi darà risposte rispetto a quanto ho immaginato, mi sono fatto la mia idea. Penso che i difensori a disposizione e gli esterni mi fanno pensare ad una difesa a tre, con quinti di un certo tipo. Poi capiremo se quinti o quarti. Sono aperto mentalmente, valuto i singoli e vedremo se staranno nel loro comfort. Poi vedremo se queste cose saranno confermate. Se con me si apre una nuova era tattica? Io direi di sì. Fatto salvo quanto detto prima, e che questa cosa andrà valutata in campo, rispetto a chi potrà arrivare e chi potrà andare, avere un'idea è importante. Poi ad esempio il 3-5-2 della Lazio non è quello dell'Inter o dell'Udinese, ci sono le caratteristiche e gli obiettivi. Il sistema di gioco, nella mia idea, è un'espressione numerica che ci serve per capirci, ma la plasticità con cui domenicalmente andiamo ad affrontare gli avversari fanno in modo che tante volte non abbiamo senso l'espressione numerica. Se nel 4-3-3 ho un terzino alto e uno no magari difendo a tre di più di una squadra con tre centrali. Questi compiti li diamo noi in campo, bisogna avere un'idea plastica».

I tifosi dello Spezia daranno una grande mano, come sempre: «Nel mondo del calcio ne sentiamo di tutti i colori. L'espressione retorica 'il dodicesimo uomo', che spesso viene abusata, è una sensazione che ho avuto quando sono venuto a giocare qui allo Spezia. Il dodicesimo uomo qui c'è - ha precisato il nuovo allenatore aquilotto - È una componente importante, lo è stata in queste annate, e penso lo sarà anche nel nostro percorso».

L'obiettivo, comunque, rimane la salvezza. In merito, Gotti ha specificato che: «Tutti noi abbiamo l'ambizione di migliorarci, cerchiamo di non adagiarci, di fare una cosa in più. Anche simbolicamente. L'ottica deve essere quella del miglioramento. La bellezza della Serie A è la sua difficoltà. Se l'epilogo sarà quello degli ultimi due campionati, ben vengano le previsioni che ci danno retrocessi».