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Casarin sul CorSera: “Serra e l’esigenza di essere veloci che fa confondere il male e il bene”
L'ex arbitro Paolo Casarin, sulle colonne del Corriere della Sera, ha analizzato la vicenda del fischietto Marco Serra: “N on ho mai visto un arbitro di serie A con le braccia alzate per chiedere scusa ai giocatori. Marco Serra lo ha fatto, come per scaricare un peccato pesante o meglio un bisogno morale. Un gesto spontaneo successivo a un fischio sfuggito e irrimediabile. […] Poco dopo Serra ha cercato di rifugiarsi nel silenzio fitto del suo spogliatoio. Una fuga lenta dal terreno di gioco. Ma la nebbia non era nello spogliatoio; già negli ultimi minuti della gara, sul pareggio, aveva invaso la sua capacità razionale. Ho subito pensato che oggi, anche su un campo da calcio, dobbiamo pensare così veloci da non essere più in grado di distinguere tra il male e il bene oppure tra il fallo fischiato facilmente o il vantaggio ricercato e attuato in silenzio, con uno sforzo supplementare del cervello”.
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