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Caputo grazia la Sampdoria, al Mapei è 0-0 tra i blucerchiati e il Sassuolo
Termina in parità (e senza reti) la sfida del Mapei tra Sassuolo e Sampdoria. Squadre più contratte nella ripresa, dopo un primo tempo in cui avevano speso tanto, costruendo diverse occasioni da gol. I neroverdi restano imbattuti in questo campionato e salgono a quota quattro in classifica, la squadra di D'Aversa raccoglie invece il primo punto della sua stagione.
Le scelte. Dionisi, ancora orfano di Berardi, s'affida all'undici che tante soddisfazioni gli ha regalato otto giorni fa a Verona: Raspadori fa il collante, dietro a Caputo e "scortato" da Djuricic e Boga. In mezzo, di nuovo, duettano Maxime Lopez e Frattesi. D'Aversa invece cambia, più per costrizione che per lettura tattica: l'attacco è mutilo di Gabbiadini e Torregrossa, ci sono dunque Candreva, Damsgaard e Verre a supporto di Fabio Quagliarella.
Tante occasioni, nessun gol. Il primo tempo è frizzantino, marchiato dall'intento comune di giocarsela e da un generale senso di spregiudicatezza. A gestire le danze è soprattutto il Sassuolo, inevitabilmente per le caratteristiche dei due spartiti. L'occasione più ghiotta per i neroverdi capita sui piedi di Caputo, che opta per un dribbling di troppo e si fa rimontare da un temerario Audero. La squadra di Dionisi costruisce anche con Djuricic e Maxime Lopez, bravi a districarsi al limite, sfortunati (e anche un po' imprecisi) nelle conclusioni. La Samp è più operaia e pragmatica. Mica una vergogna, anzi: l'atteggiamento a tratti paga, perché i blucerchiati fanno sfogare la controparte e bussano alla porta di Consigli soprattutto con Candreva, che con un diagonale per poco non trova l'angolino. Tante occasioni, ma nessun gol: si va all'intervallo sullo zero a zero.
Caputo se ne divora un altro. L'avvio di ripresa della Sampdoria è vibrante: quasi d'assalto, gli uomini di D'Aversa, che s'arrabbia per l'erroraccio di Damsgaard, che calcia male dopo una gentile concessione di Boga. Da un regalo all'altro, perché poco dopo Colley offre un confetto a Caputo: l'ex Empoli cerca un pallonetto abbastanza incomprensibile, solo davanti ad Audero, e manda la sfera oltre il montante. È il secondo errore grave della sua serata, bilancio inconsueto per un killer d'area come lui: di lì a poco Dionisi si gioca la carta Defrel, che rileva proprio il nove degli emiliani.
La Samp si chiude. Nel quarto d'ora finale monta la pressione del Sassuolo, che costruisce una grande mole di gioco, senza però trovare la sintesi. Dionisi stravolge a poco a poco il suo attacco: fuori anche Raspadori, calato vistosamente nella ripresa, e dentro Gianluca Scamacca, cui il tecnico chiede di mettere in pausa per alcuni minuti le sirene di mercato. Il Doria s'arrocca e chiude le linee di passaggio agli emiliani, che s'affidano dunque ai loro tiratori da lontano: Rogerio fa squillare il mancino e per poco non sorprende Audero. I liguri chiudono con una difesa a testuggine, e il Sassuolo non sfonda il muro: lo zero a zero finale è dunque naturale ed inevitabile conseguenza.
Le scelte. Dionisi, ancora orfano di Berardi, s'affida all'undici che tante soddisfazioni gli ha regalato otto giorni fa a Verona: Raspadori fa il collante, dietro a Caputo e "scortato" da Djuricic e Boga. In mezzo, di nuovo, duettano Maxime Lopez e Frattesi. D'Aversa invece cambia, più per costrizione che per lettura tattica: l'attacco è mutilo di Gabbiadini e Torregrossa, ci sono dunque Candreva, Damsgaard e Verre a supporto di Fabio Quagliarella.
Tante occasioni, nessun gol. Il primo tempo è frizzantino, marchiato dall'intento comune di giocarsela e da un generale senso di spregiudicatezza. A gestire le danze è soprattutto il Sassuolo, inevitabilmente per le caratteristiche dei due spartiti. L'occasione più ghiotta per i neroverdi capita sui piedi di Caputo, che opta per un dribbling di troppo e si fa rimontare da un temerario Audero. La squadra di Dionisi costruisce anche con Djuricic e Maxime Lopez, bravi a districarsi al limite, sfortunati (e anche un po' imprecisi) nelle conclusioni. La Samp è più operaia e pragmatica. Mica una vergogna, anzi: l'atteggiamento a tratti paga, perché i blucerchiati fanno sfogare la controparte e bussano alla porta di Consigli soprattutto con Candreva, che con un diagonale per poco non trova l'angolino. Tante occasioni, ma nessun gol: si va all'intervallo sullo zero a zero.
Caputo se ne divora un altro. L'avvio di ripresa della Sampdoria è vibrante: quasi d'assalto, gli uomini di D'Aversa, che s'arrabbia per l'erroraccio di Damsgaard, che calcia male dopo una gentile concessione di Boga. Da un regalo all'altro, perché poco dopo Colley offre un confetto a Caputo: l'ex Empoli cerca un pallonetto abbastanza incomprensibile, solo davanti ad Audero, e manda la sfera oltre il montante. È il secondo errore grave della sua serata, bilancio inconsueto per un killer d'area come lui: di lì a poco Dionisi si gioca la carta Defrel, che rileva proprio il nove degli emiliani.
La Samp si chiude. Nel quarto d'ora finale monta la pressione del Sassuolo, che costruisce una grande mole di gioco, senza però trovare la sintesi. Dionisi stravolge a poco a poco il suo attacco: fuori anche Raspadori, calato vistosamente nella ripresa, e dentro Gianluca Scamacca, cui il tecnico chiede di mettere in pausa per alcuni minuti le sirene di mercato. Il Doria s'arrocca e chiude le linee di passaggio agli emiliani, che s'affidano dunque ai loro tiratori da lontano: Rogerio fa squillare il mancino e per poco non sorprende Audero. I liguri chiudono con una difesa a testuggine, e il Sassuolo non sfonda il muro: lo zero a zero finale è dunque naturale ed inevitabile conseguenza.
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