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Firenzeviola: invasione di proprietà americane. Ma la gestione Commisso è differente
È una Serie A sempre più Made in USA quella che si profila all'orizzonte dopo il passaggio del Genoa da Enrico Preziosi al fondo 777 Partners. Sono così 15 le proprietà statunitensi nelle categorie professionistiche del calcio italiano, sette (considerando anche il Bologna del canadese Saputo) solo in Serie A. Segno che l'Italia continua ad avere grande appeal in quel Nord America che ha allontanato le proprietà asiatiche che negli scorsi anni sembravano pronte a prendersi la Serie A.
Tra le proprietà americane in Italia spicca senza dubbio quella di Rocco Commisso alla Fiorentina, non solo perché il patron viola è tra i più ricchi, ma anche perché la gestione che il numero 1 della Mediacom ha deciso di portare a Firenze è molto diversa rispetto a quella impostata dai fondi americani, fosse altro perché l'obiettivo primario dichiarato da Commisso è quello di vincere trofei, non di guadagnare.
Che poi investire nel calcio italiano porti ancora dividendi è un altro fattore, sul quale peraltro Commisso sta spingendo molto soprattutto attraverso gli investimenti in infrastrutture che modificheranno la conformazione della Fiorentina. Con le sue arretratezze proprio dal punto di vista delle infrastrutture e con il suo grande seguito, l'Italia è ancora terreno fertile nel quale fare investimenti.
Altra differenza sta nella presenza del patron viola, decisamente maggiore rispetto a fondi - come per esempio Elliott Management Corporation, la proprietà del Milan - che non hanno sostanzialmente un unico volto a cui riferirsi, come invece ha il magnate italo-americano. La Fiorentina insomma detiene un posto speciale in questo nuovo scacchiere che si sta delineando in Italia. Uno scacchiere nel quale i fondi americani stanno entrando per vie traverse, non direttamente come avevano provato - fallendo - in Lega.
Tra le proprietà americane in Italia spicca senza dubbio quella di Rocco Commisso alla Fiorentina, non solo perché il patron viola è tra i più ricchi, ma anche perché la gestione che il numero 1 della Mediacom ha deciso di portare a Firenze è molto diversa rispetto a quella impostata dai fondi americani, fosse altro perché l'obiettivo primario dichiarato da Commisso è quello di vincere trofei, non di guadagnare.
Che poi investire nel calcio italiano porti ancora dividendi è un altro fattore, sul quale peraltro Commisso sta spingendo molto soprattutto attraverso gli investimenti in infrastrutture che modificheranno la conformazione della Fiorentina. Con le sue arretratezze proprio dal punto di vista delle infrastrutture e con il suo grande seguito, l'Italia è ancora terreno fertile nel quale fare investimenti.
Altra differenza sta nella presenza del patron viola, decisamente maggiore rispetto a fondi - come per esempio Elliott Management Corporation, la proprietà del Milan - che non hanno sostanzialmente un unico volto a cui riferirsi, come invece ha il magnate italo-americano. La Fiorentina insomma detiene un posto speciale in questo nuovo scacchiere che si sta delineando in Italia. Uno scacchiere nel quale i fondi americani stanno entrando per vie traverse, non direttamente come avevano provato - fallendo - in Lega.
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