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Lo scouting nel calcio nasce nel '78TUTTO mercato WEB
venerdì 30 dicembre 2016, 10:57Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Lo scouting nel calcio nasce nel '78

Un giorno il Professor Mercati, che insegnava all'Università Cattolica, mi disse: "Avanti sì, ma non troppo". Gli avevo portato a far vedere un annuario tecnico-statistico, Tuttocalcio. Era una novità, in assoluto, con non poco di quello che serviva per preparare una partita. Dai "Dieci comandamenti", dove si dettavano alcuni principi da cui il calcio, a mio avviso, non può prescindere, alle schede tecniche delle squadre di A, B, C1 e C2, con i minuti giocati da ogni calciatore, le sostituzioni fatte e avute, i gol realizzati in casa e in trasferta, di destro, di sinistro, di testa, in area e fuori, quelli su punizione, su rigore, i pali e le traverse colpiti, gli assists e altro ancora. Inoltre le carriere con le presenze e i gol, unite a quelle degli allenatori, con partite vinte, pareggiate e perse in ogni categoria. Poi quelle degli arbitri, dove si visitava la carriera con le vittorie, i pari e le sconfitte, le espulsioni, i rigori e le percentuali relative a ogni categoria, da cui si evincevano le caratteristiche e le trasformazioni del soggetto. Insomma, si poteva preparare una gara e dall'analisi del tempo effettivo, portata avanti negli anni, risultavano altri dati che, per chi sapeva coglierli, facevano intuire tante più cose. Correva la stagione '90/'91.

Quando leggo che il cervello del calcio mondiale vive e lavora a Chiavari, si chiama Matteo Campidonico, ha 40 anni e dodici anni fa ha fondato la WyScout con Simone Falzetti, Pier Saltalamacchia e Antonio Gozzi, numero uno della multinazionale Duferco, Presidente di Federacciai e dell'Entella, sono a fare i complimenti. Campidonico e soci vendono informazioni, dati e immagini di 400mila calciatori di 190 campionati. Inoltre ogni settimana la memoria di WyScout si arricchisce di 1.500 match. Oggi un migliaio di squadre, una cinquantina di Federazioni e 1.000 procuratori sono clienti; ha un fatturato di 7 milioni e 200 dipendenti tra l'Italia e le sedi di Sofia e Dakar in Senegal. Nell'articolo c'è una sola imprecisione: "Fino a qualche anno fa lo scouting nel calcio pro era all'età della pietra. Oggi basta un i-pad per collegarsi al nostro sito, lì c'è tutto". Eppure nel '74 sono arrivato alla Lucchese con lo scout della Fernet Tonic Bologna e della China Martini Torino e l'idea di applicare al calcio tanti dati del basket, ma poi ho iniziato a farlo nel '78 alla Pistoiese con Sampdoria - Cagliari. Nell''84 a Perugia si andava in campo con il computer e, alla fine del primo tempo, l'allenatore aveva i dati relativi ai suoi e agli avversari per apportare, ove necessario, i correttivi. Fortunatamente niente trapelava. D'accordo, sapevo di aver scoperto l'acqua calda portando nel calcio quello che gli americani facevano da anni nei loro sport, ma avevo vantaggi.

Ora di tanto in tanto mi diverto a riappropriarmi di cose fatte, che altri, con intelligenza, hanno elaborato e ampliato. Nel caso specifico mi viene da pensare, anche grazie a un mio ex calciatore, Sergio Borgo, certamente un moltiplicatore per l'azienda, oltre che un attento osservatore della parte tecnica. Non so quali sviluppi la WyScout possa avere. Si parla di allargare ulteriormente la sede di Sofia, di aprire a Shanghai e di aver annullato, o quasi, la concorrenza dell'Instat del Presidente del Rostok. Non rimane che augurare ancora successi e ricordare, magari, che lo scouting non era all'età della pietra. Chissà, forse sbaglierò, ma se ci incontriamo potrei dimostrargli che era più mirato.