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La tattica e l'InterTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 18 febbraio 2022, 11:14Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

La tattica e l'Inter

Dicono che il calcio, con gli scacchi e il rugby, sia quanto di più vicino alla simulazione bellica. Quindi non può prescindere dalla tattica. Proprio per questo torno su Inter - Liverpool per analizzarla. Mi illumino d'immenso e comincio con il direttore di gara. Dal momento che il designatore, Rosetti, è italiano, so che non avrò vantaggi, farebbe harakiri, ma non dovrò avere svantaggi. Passerò al microscopio l'avversario, anche se, avendolo visto più volte, non ha segreti. So che nelle 37 partite fin qui disputate in Premier, i Reds hanno perso due volte, contro il West Ham e il Leicester, anche se superiori per tiri in porta e possesso palla. Non c'è squadra altrettanto forte sugli esterni: a destra Alexander Arnold e Salah, a sinistra Robertson e Mané. Nessuno ha simile potenziale. Il pericolo viene da lì e, se non si provvede, è sconfitta. Poi Firmino. L'attaccante brasiliano non partirà dall'inizio ma, come i ritmi calano, l'apporto dalla panchina sarà determinante. Tecnica sopraffina, visione di gioco e capacità di leggere la gara sono dalla sua.

Eppoi per affrontare il Liverpool, dal momento che è più forte, rimangono due possibilità: giocare sopra ritmo per 95', come West Ham e Leicester, o difesa e contropiede. Scontata concentrazione massima. Mai lasciare battere calci d'angolo senza mettere l'uomo davanti a saltare, che, dai canonici 9 metri e 15, si porterà a 7 o poco più. Né dimenticare uno sul palo, come marcare a uomo, e non a zona, i difensori che salgono su palla inattiva. Inoltre, la cura dei particolari permetterà di sapersi disporre perfettamente sulle punizioni dirette, soprattutto contro, come non avviene, e di stare sempre davanti agli attaccanti quando il portiere calcia il rinvio. D'accordo, mancava Barella, un numero uno, ma non rimaneva che rimboccarsi le maniche e dare ancora di più.

Ha fatto tutto questo l'Inter? O ha ripetuto quanto, in campionato, si vede dalle squadre che l'affrontano e non attaccano Brozovic, l'allenatore in campo, il metronomo? Eppure, tagliata la testa, diventa l'anello debole. Non è evidente? Vedete spesso annullare De Bruyne, l'uomo più importante del Manchester City? Ma se il calcio è anche tattica, perché non aggredire il Liverpool dove non è preparato e far sortite quando non se l'aspetta, specie dalle fasce, dove si ritiene più forte? E il Generale Giap non suggeriva: "Volontà e sorpresa. Quando non si è più forti, bisogna essere più abili"?  

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