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Terra di conquista!TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 21 febbraio 2022, 09:00Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Terra di conquista!

Se si scorre la classifica di Forbes sui conglomerati sportivi che valgono più al mondo, nelle prime 10 posizioni ci sono 9 holding USA, tra cui Arsenal, Liverpool e Manchester United. Dalle franchigie delle società professionistiche degli Stati Uniti l'interesse è passato al calcio del Vecchio Continente. Da qualche tempo, in particolare, all'Italia. Sono sette le società di A in mano a proprietari a stelle e strisce: Atalanta, Fiorentina, Genoa, Milan, Roma, Spezia e Venezia. Nove se si allunga il discorso alla B, con Parma e Spal. Né dimentico il Bologna di Joe Saputo, il più longevo, imprenditore italo-canadese, il primo a farsi vivo nel 2014. Gli altri sono arrivati negli ultimi tre anni.

Le attività di questi signori sono le più diverse. C'è un fondo di investimento, Elliott, con un patrimonio in gestione di 44 miliardi di dollari, che, trovatosi il Milan in portafoglio, pare voglia investire ulteriormente. Si dice che i due azionisti di maggioranza siano napoletani. Poi il calabrese Rocco Commisso, che, dopo aver fatto fortuna con la tv via cavo, ha investito nella Fiorentina. Ancora un miliardario alla Roma, il texano Dan Friedkin, che, oltre ad essere il più importante concessionario Toyota, si interessa di spettacolo e turismo. C'è il finanziere Robert Platek, partner di un fondo che gestisce le fortune del magnate Dell, che ha rilevato con 24 milioni lo Spezia. Eppoi una cordata di imprenditori, riuniti nella Vic Newco, che ha acquistato il Venezia e la società di investimenti 777 Partners, che, con 150 milioni, ha rilevato il Genoa. Non solo. Infatti, buon'ultima l'operazione che prevede l'acquisto dell'Atalanta da parte di tre imprenditori legati al fondo Bain Capital, con i Percassi ancora proprietari del 45%. Ulteriori rumors vogliono anche contatti col Presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi.

Insomma, siamo diventati terra di conquista. E' più che lecito domandarsi perché. Non credo che i fondi facciano beneficenza. Devono rispondere agli azionisti. Allora? Chissà se è sbagliato pensare al fatto che il Belpaese è diventato interessante per avere stadi obsoleti. Chissà se l'obiettivo è quello di costruirne nuovi. Gli americani non sono abituati a regalare: business is business. Ma l'acquisto della Dea da parte dei nuovi, con alla testa l'italo-americano Steve Pagliuca, già comproprietario dei Boston Celtics, fa pensare in grande. Ma se i profitti dal 2016 al 2020 dicono 129 milioni e più e i proventi del mercato nell'era Percassi ammontano a 378, per non parlare dei risultati sportivi, sarà proprio facile fare meglio?

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