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Juventus attenta e applicata, la Salernitana sbanda troppo: 3-0 all'Arechi senza discussioni
La Juventus domina a Salerno, un 3-0 che non ammette grosse repliche. È la serata del ritorno di Vlahovic al gol, ma non solo, perché il serbo gioca con un'applicazione e un'intensità che non si vedeva da tempo. Di contro i campani non riescono a fare molto se non provarci dalla distanza, ma la differenza tecnica si è vista, anche grazie a un Di Maria in veste di regista offensivo, decisivo nei momenti importanti.
La Salernitana prova a coprirsi con Dia sulla sinistra e con un 4-5-1 rispetto al solito 3-5-2. Teoria che funziona fino al minuto ventisei, quando Nicolussi Caviglia tampona Miretti, mandando Vlahovic dal dischetto per lo 0-1, confezionato incrociando il tiro e baciando il palo. Da lì in poi i campani non riescono a opporre grande resistenza, sfaldandosi di poco in poco. Anche perché il centravanti serbo va vicino al raddoppio altre due volte, con Troost Ekong che viene scherzato in una circostanza con un tacco, conclusione poi larga. La pratica viene praticamente chiusa già a fine primo tempo, perché una palla vagante finisce sui piedi di Vlahovic: il tiro masticato favorisce Kostic che, da due passi, firma il 2-0.
La seconda frazione si apre come s'è chiusa la prima. Con un errore di Nicolussi Caviglia, quasi da scuola calcio, Fagioli recupera e imbuca per Vlahovic. Doppietta servita con un diagonale per il serbo, che infila all'angolino Ochoa. Il 3-0 doma ulteriormente la Salernitana, con la Juventus che si difende con ordine e non ha bisogno di grossi sforzi per controllare il risultato. Szczesny non viene praticamente mai sollecitato, Di Maria va vicino al quarto gol con un sinistro al bacio che finisce sulla traversa.
I tentativi della Salernitana arrivano più dalla distanza che da dentro l'area, con Bonazzoli, Bronn e Dia che provano a pescare il jolly, senza trovare mai la porta. La sensazione è che la Juventus abbassi i ritmi per non colpire ancora, paga del triplo vantaggio. Così l'ultimo brivido è ancora da parte Juve, con Chiesa che costruisce il contropiede e Kean che scarica sul palo con tutta la sua forza, a portiere battuto. Risultato più che giusto e legittimo.
La Salernitana prova a coprirsi con Dia sulla sinistra e con un 4-5-1 rispetto al solito 3-5-2. Teoria che funziona fino al minuto ventisei, quando Nicolussi Caviglia tampona Miretti, mandando Vlahovic dal dischetto per lo 0-1, confezionato incrociando il tiro e baciando il palo. Da lì in poi i campani non riescono a opporre grande resistenza, sfaldandosi di poco in poco. Anche perché il centravanti serbo va vicino al raddoppio altre due volte, con Troost Ekong che viene scherzato in una circostanza con un tacco, conclusione poi larga. La pratica viene praticamente chiusa già a fine primo tempo, perché una palla vagante finisce sui piedi di Vlahovic: il tiro masticato favorisce Kostic che, da due passi, firma il 2-0.
La seconda frazione si apre come s'è chiusa la prima. Con un errore di Nicolussi Caviglia, quasi da scuola calcio, Fagioli recupera e imbuca per Vlahovic. Doppietta servita con un diagonale per il serbo, che infila all'angolino Ochoa. Il 3-0 doma ulteriormente la Salernitana, con la Juventus che si difende con ordine e non ha bisogno di grossi sforzi per controllare il risultato. Szczesny non viene praticamente mai sollecitato, Di Maria va vicino al quarto gol con un sinistro al bacio che finisce sulla traversa.
I tentativi della Salernitana arrivano più dalla distanza che da dentro l'area, con Bonazzoli, Bronn e Dia che provano a pescare il jolly, senza trovare mai la porta. La sensazione è che la Juventus abbassi i ritmi per non colpire ancora, paga del triplo vantaggio. Così l'ultimo brivido è ancora da parte Juve, con Chiesa che costruisce il contropiede e Kean che scarica sul palo con tutta la sua forza, a portiere battuto. Risultato più che giusto e legittimo.
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