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Teramo, Pacini: "Salvezza straordinaria, un miracolo"
"A Teramo abbiamo fatto qualcosa di straordinario, quasi un miracolo". Il portiere Francesco Pacini, di proprietà del Novara e divenuto titolare nello scorcio finale di stagione in Abruzzo, ne è convinto. "Tutti lo davano per scontato, ma quando ho giocato la prima partita con la Giana Erminio avevamo solo un punto in più dei playout. L'ambiente è difficile, la gente si lamenta dopo la B che gli hanno tolto".
Eravate una squadra giovane.
"Giocavamo con 5 under, tanti di noi erano alla prima esperienza da titolare, la difesa era del 1999. Siamo arrivati un punto sotto la Ternana che spende molto più di noi".
Ha giocato solo alla fine, come mai?
"A un certo punto ero addirittura il terzo, con il lavoro mi sono conquistato il posto in una situazione singolare. D'altronde la mia vita è stata un sali-scendi continuo, anche per le scelte fatte".
Eppure a Novara era considerato il portiere del futuro.
"Ho fatto il settore giovanile all'Empoli, lì mi portò Massimo Cataldi, preparatore dei portieri del Siena. Debuttai dopo essere stato il terzo, giocai due partite alla grande e firmai per quattro anni di contratto. L'anno dopo volevo essere titolare, andare a giocare per fare esperienza. Poi dopo una partita con la Ternana andai dal direttore a chiedere di essere ceduto".
E poi si infortunò.
"Scafoide, fermo sette mesi. Andai a Trapani, ma ero il secondo. Quando non hai minutaggio è tutto più difficile".
È di proprietà del Novara, tornerebbe?
"Sì, con una consapevolezza diversa. Obiettivamente fino a due mesi fa avevo fatto quattro partite in due anni e mezzo, un po' per colpa mia e un po' no. Ho avuto la fortuna e la bravura, le cose non vengono a caso. Non mi sono mai piovute le cose dal cielo. Per anni ho ragionato di pancia, sono istintivo, ma la differenza la fa solo il campo".
Progetto per l'anno prossimo?
"Giocare da titolare, a Teramo ho dimostrato di poterlo fare".
Eravate una squadra giovane.
"Giocavamo con 5 under, tanti di noi erano alla prima esperienza da titolare, la difesa era del 1999. Siamo arrivati un punto sotto la Ternana che spende molto più di noi".
Ha giocato solo alla fine, come mai?
"A un certo punto ero addirittura il terzo, con il lavoro mi sono conquistato il posto in una situazione singolare. D'altronde la mia vita è stata un sali-scendi continuo, anche per le scelte fatte".
Eppure a Novara era considerato il portiere del futuro.
"Ho fatto il settore giovanile all'Empoli, lì mi portò Massimo Cataldi, preparatore dei portieri del Siena. Debuttai dopo essere stato il terzo, giocai due partite alla grande e firmai per quattro anni di contratto. L'anno dopo volevo essere titolare, andare a giocare per fare esperienza. Poi dopo una partita con la Ternana andai dal direttore a chiedere di essere ceduto".
E poi si infortunò.
"Scafoide, fermo sette mesi. Andai a Trapani, ma ero il secondo. Quando non hai minutaggio è tutto più difficile".
È di proprietà del Novara, tornerebbe?
"Sì, con una consapevolezza diversa. Obiettivamente fino a due mesi fa avevo fatto quattro partite in due anni e mezzo, un po' per colpa mia e un po' no. Ho avuto la fortuna e la bravura, le cose non vengono a caso. Non mi sono mai piovute le cose dal cielo. Per anni ho ragionato di pancia, sono istintivo, ma la differenza la fa solo il campo".
Progetto per l'anno prossimo?
"Giocare da titolare, a Teramo ho dimostrato di poterlo fare".
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