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Serie C e i gironi orizzontali. Un ritorno al passato per far fronte alla crisi e preservare il futuro
La Lega Pro nella giornata di oggi ha deciso per ridisegnare i gironi secondo i criteri orizzontali eliminando quindi la ripartizione in nord-est, nord-ovest e sud che ha contraddistinto le ultime stagioni e rimandando ancora quel sorteggio integrale che in molti auspicano per aumentare l’appeal del campionato, ma che si scontra sempre – soprattutto finché vi sarà una serie unica con 60 club – con i problemi economici che renderebbero complicati gli spostamenti nord-sud nel corso di tutta una stagione.
Un ritorno al passato dunque, dettato dalla necessità di ridurre ulteriormente i costi dopo una stagione e mezza in cui la pandemia Covid-19 ha colpito duro le casse delle società di calcio, non solo quelle della terza serie, che serve anche a preservare il futuro in vista di quelle riforme che tutti ai attendono nei prossimi anni e che potrebbero portare a un altro salto all’indietro con il ritorno di due Serie C: una unica da 20 squadre in cui non vi sarà divisione geografica e preparerà alla Serie B e un’altra, probabilmente divisa in due gironi da 20 squadre l’una, che sarà semiprofessionista per fare da cuscinetto al salto fra dilettanti e pro che spesso è insostenibile per i club.
Con la divisione orizzontale quindi il Girone A sarà quello del nord con l’Emilia Romagna e la Liguria che rappresenteranno le regioni più meridionali, il Girone B andrà probabilmente dalla Toscana al Lazio e potrebbe accogliere le squadre della Sardegna, mentre il Girone C non cambierebbe troppo come composizione. Certo i conti precisi si potranno fare solo quando conosceremo tutte e 60 le squadre ai nastri di partenza, con la Sardegna da una parte e l’Abruzzo, o il Lazio, dall’altra che potrebbero finire in un girone o nell’altro (A o B per la prima, B o C per le seconde) a seconda delle esigenze.
Un ritorno al passato dunque, dettato dalla necessità di ridurre ulteriormente i costi dopo una stagione e mezza in cui la pandemia Covid-19 ha colpito duro le casse delle società di calcio, non solo quelle della terza serie, che serve anche a preservare il futuro in vista di quelle riforme che tutti ai attendono nei prossimi anni e che potrebbero portare a un altro salto all’indietro con il ritorno di due Serie C: una unica da 20 squadre in cui non vi sarà divisione geografica e preparerà alla Serie B e un’altra, probabilmente divisa in due gironi da 20 squadre l’una, che sarà semiprofessionista per fare da cuscinetto al salto fra dilettanti e pro che spesso è insostenibile per i club.
Con la divisione orizzontale quindi il Girone A sarà quello del nord con l’Emilia Romagna e la Liguria che rappresenteranno le regioni più meridionali, il Girone B andrà probabilmente dalla Toscana al Lazio e potrebbe accogliere le squadre della Sardegna, mentre il Girone C non cambierebbe troppo come composizione. Certo i conti precisi si potranno fare solo quando conosceremo tutte e 60 le squadre ai nastri di partenza, con la Sardegna da una parte e l’Abruzzo, o il Lazio, dall’altra che potrebbero finire in un girone o nell’altro (A o B per la prima, B o C per le seconde) a seconda delle esigenze.
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