Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / torino / Risultati e classifiche
Graziano Cesari: "Campionato interessante, ma modesto. Mi sarebbe piaciuto moltissimo poter usare il VAR"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
sabato 21 ottobre 2017, 14:51Risultati e classifiche
di Claudio Colla
per Torinogranata.it

Graziano Cesari: "Campionato interessante, ma modesto. Mi sarebbe piaciuto moltissimo poter usare il VAR"

Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, Graziano Cesari, ex-arbitro, e opinionista Mediaset di lungo corso, ha parlato del campionato in corso, del VAR, e del mestiere di direttore di gara: “È un torneo interessante per le lotte allo scudetto e alla salvezza. Però è anche molto modesto, non ci sono grandi calciatori, lo spettacolo è quello che è salvo qualche match. Nel complesso lascia a desiderare. I fuoriclasse praticamente non si vedono. Se è vero che in campionato Dybala eccelle, quando valica i confini nazionali si nasconde. Se stringiamo il campo ai soli italiani poi siamo alla frutta. Confesso che la Nazionale mi ha deluso. Convinti di potercela giocare ad armi pari contro la Spagna e, invece, abbiamo preso la bastonata. Gli azzurri hanno faticato con tutti. In Coppa quasi tutte le italiane bene? Sì, ma a livello nazionale, il divario è enorme. Ci sono sempre le solite 3-4 squadre, non si inserisce mai nessuna delle nuove, come magari invece accadeva in passato. La Coppa Italia ultimamente, dopo i duelli tra Inter e Roma, è circoscritta a Napoli e Juventus. E in Champions la situazione non cambia. Comunque, Lazio e Napoli sono le squadre che mi diverte guardar giocare. I biancocelesti di Inzaghi, senza grandi nomi, stanno facendo molto bene grazie alle scelte oculate del ds, in armonia con lo stesso allenatore. La squadra di Sarri gioca in modo diverso da tutte le altre. Mi piace molto anche l’Atalanta: è guidata da un grande tecnico. Sono un vedovo di Gasperini al Genoa. È riuscito a far eccellere quella squadra nonostante i continui cambiamenti. A Bergamo sta facendo un grandissimo lavoro. Avevo visto Petagna all’Ascoli e al Vicenza, e difficilmente avrei potuto immaginare questa crescita. Gomez poi è praticamente diventato una stella. Il VAR? Mi sarebbe piaciuto moltissimo poterlo utilizzare, anche perché avrei eliminato qualche errore commesso. Comunque non ho rimpianti per la mia carriera. Ho fatto forse anche di più di ciò che meritavo, e devo ringraziare tutti gli organismi competenti. Di solito quando chiudo una pagina non la riapro più. La miglior classe arbitrale al mondo? Scelgo la classe inglese: fischiano meno, hanno più personalità, sono professionisti in toto. Hanno un modo inusuale e intrigante di gestire la gara. Vedono al massimo venti falli, noi invece arriviamo fino a trentacinque.

Gli arbitri dovrebbero poter parlare nel post-gara, sarebbe importantissimo. È una cosa in cui credo molto. Speravo venisse introdotta questa possibilità di cui ormai si parla da tempo, anche se non è mai cambiato nulla. Forse saremmo anche più simpatici. Gli arbitri potrebbero spiegare le loro scelte con serenità, e tutto verrebbe accettato in scioltezza. Spero che con il VAR qualcosa cambi. C’è un processo di rinnovamento con a capo una persona di grande valore (Rosetti, ndr) che ha sposato appieno il progetto. Uno stile arbitrale all’italiana? Non credo esista. Il nostro arbitraggio è frutto della cultura e delle paure che spesso ci portiamo in campo. Siamo molto attenti a ogni dettaglio. Una tipologia di direzione che poteva andare bene in passato, adesso servirebbe una tendenza globale.

L’allenatore che mi ha più colpito in carriera? Marcello Lippi, un grande signore. Una persona che aiutava sempre il direttore di gara. Non l’ho mai visto arrabbiato, se non altro in campo, dove conta. Devo in realtà scusarmi con Papadopulo perché anni fa non l’ho saputo gestire, sbagliando a tenere la gara. Certe attese, l’adrenalina del match, gli entusiasmi: sono tutte variabili che un arbitro deve sempre considerare. Giovani arbitri in erba? Ce ne sono sempre meno. Eppure è un ottimo sistema che insegna tanto: la gestione di una contesa, anche nella vita, il saper stare con gli altri, la cultura della passione e del lavoro”.