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Un clima da derby  surreale: sul Torino pesano come un macigno i propri problemiTUTTO mercato WEB
Il Toro davanti alla Maratona
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 1 novembre 2019, 21:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

Un clima da derby surreale: sul Torino pesano come un macigno i propri problemi

Non è la prima volta che il Torino arriva alla sfida con la Juventus con il pronostico sfavorevole sull’esito della partita, anche perché il divario fra le due squadre è sempre stato abbastanza netto e l’ago della bilancia pendeva e pende tuttora dal lato dei bianconeri. Ma seppur in difficoltà il Toro si presentava in campo, sempre o quasi, con una determinazione e una grinta che nella peggiore delle ipotesi gli permettevano di vendere carissima la pelle, ma anche di riuscire a sovvertire ogni pronostico persino quando andava in svantaggio, memorabile il derby del tre a due con i gol di Dossena, Bonesso e Torrisi che hanno annullato in tre minuti i due fatti in precedenza da Rossi e Platini, ma anche l’esaltante il pareggio tre a tre con la buca di Maspero e il rigore tirato in curva da Salas.

Sul derby di domani, però, aleggiano strane sensazioni, quasi come se la speranza che si possa fare l’impresa sia solo una masochistica illusione e che sul campo sarà disfatta ampiamente annunciata dal quattro a zero subito a Roma mercoledì sera ad opera della Lazio. La squadra mandata in ritiro punitivo e l’allenatore che non ha più parlato pubblicamente da dopo il pareggio con il Cagliari, domenica sul far della sera, hanno fatto diventare questa vigilia di derby un’agonia. Come se si fosse in attesa davanti alla rianimazione che il dottore esca per comunicare che il caro parente, ormai da tempo malato, non c’è l’ha fatta. Al contempo, però, dal profondo delle viscere monta la rabbia perché si sta assistendo a un film che già si conosce a memoria: aspettative che presto sono andate in fumo, preliminari d’Europa League non superati, un inizio di campionato che ha ringalluzzito un po’ le speranze, vittorie con Sassuolo e Atalanta, e poi di nuovo l’altalena, sconfitte (tra l’altro quattro su cinque con squadre assolutamente alla portata come Lecce, Sampdoria, Parma e Udinese) intramezzate da una vittoria (Milan) e due pareggi (Napoli e Cagliari) non convincenti sul piano delle prestazioni, e l’epilogo della batosta inflitta dalla Lazio. E la rabbia cresce ancor più al pensiero del rischio di essere umiliati proprio dalla Juventus nel ruolo di chi stacca la spina trasformando le speranze di gloria in un galleggiare fino al termine della stagione senza sprofondare nelle acque torbide di chi lotta per non retrocedere.

Poi magari domani sera non sarà così e si vedrà che il Torino è capace di risollevarsi dal pantano nel quale si è cacciato e che si è ricordato di come si gioca a calcio: correndo senza vagare per il campo, contrastando efficacemente l’avversario, ingaggiando l’uno contro uno e uscendone vincente, servendo assist al bacio, tirando nello specchio della porta e segnando. Ma è proprio vero che chi ha il Cuore Toro e la maglia granata come seconda pelle preferisce cullarsi nell’illusione masochistica che ci possa essere un domani diverso.