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Toro, il borsino del centrocampo: tra dubbi e certezzeTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 23 giugno 2021, 10:13Primo Piano
di Claudio Colla
per Torinogranata.it

Toro, il borsino del centrocampo: tra dubbi e certezze

Al di là di sogni proibiti del calibro di Zaccagni e Barak, i nomi finora circolati come possibili nuovi innesti di casa Toro, da regalare a un Ivan Juric ansioso di dare un'immediata spinta in avanti al suo nenato progetto granata, non sembrano scaldare l'ambiente. Franco Vazquez, Mattia Valoti, il solito Jasmin Kurtic: tra esperienza internazionale da rispolverare, dopo anni di scarso impiego, e recenti retrocessioni in Serie B.

Si guarda dunque, ancora una volta, alla possibilità di un mercato piuttosto conservativo. Il grande investimento, quello effettuato su Rolando Mandragora, d'altra parte, risale ad appena un semestre fa; in tempi di magra come questi, l'approdo in granata dell'ex-Udinese, conquistatosi i gradi di leader del centrocampo del Toro in quattro e quattr'otto, si può considerare una discreta manna dal cielo. Per il resto, tra il possibile ritorno permanente nei ranghi di almeno uno tra Soualiho Meité e Jacopo Segre (più facile tocchi al primo, non riscattato dal Milan, per l'ingaggio del quale latitano per ora le proposte significative), e l'addio ad Amer Gojak già decretato, ecco cosa potrebbe toccare ai protagonisti della stagione appena terminata.

RINCON Tomàs - Pari pressoché al 100% le sue possibilità di permanenza. Il trentatreenne mediano venezuelano, analogo per certi versi allo Juric giocatore per caratteristiche tecniche e atletiche, è innegabilmente uno dei leader della squadra. Pronto a iniziare la sua quinta stagione in maglia Toro, Rincòn potrebbe persino ereditare la fascia di capitano, con Belotti e Sirigu in partenza.

BASELLI Daniele - Troppi infortuni nell'ultimo biennio: per l'ex-Atalanta, che tra le gestioni Mihajlovic e Mazzarri si era guadagnato una significativa fetta di estimatori, in termini di mercato, potrebbe finire per andare a scadenza di contratto, fissata da qui a un anno. Appaiono illogiche, al momento, le ipotesi legate sia a una cessione (il suo cartellino non può valere più di quattro milioni di euro) sia a un rinnovo (a meno che Juric non se ne "innamori" perdutamente lungo la preparazione estiva). Permanenza vicina al 90%.

LUKIC Sasa - I sondaggi in sua direzione, viceversa, non mancano, e da lidi ambiti come quelli inglesi, spagnoli, teutonici. Juric, però, vuole testare il serbo con particolare attenzione, vedendolo, a bocce ferme, adatto sia a un posto sulla mediana, sia come alternativa sulla trequarti. Certo, la volontà del giocatore potrebbe spingere verso una partenza, a seconda delle proposte che si faranno eventualmente concrete; senza contare che un'offerta a due cifre "rischierebbe" di far vacillare l'intenzione del club di confermarlo. Dalle parti del 70% le probabilità di un prosieguo del matrimonio.

LINETTY Karol - L'ex-Samp, a Juric, sembra proprio non piacere. Ben poco convincente, d'altra parte, la sua performance stagionale: arrivato da fedelissimo di Marco Giampaolo, il ventiseienne polacco, smarrita la vena già lungo la gestione del suo stesso mentore, è poi finito nel dimenticatoio o quasi durante la gestione Nicola. Ora la Bundesliga chiama, e per il Toro recuperare almeno buona parte dei sette milioni e mezzo di euro spesi è l'occasione da sfruttare, sulla base di un sodalizio a cui nessuna delle parti sembra voler dare seguito. Permanenza non oltre il 25% di possibilità.

VERDI Simone - Riciclatosi con un certo successo da mezzala, nel 3-5-2 del succitato Davide Nicola, l'ex-Bologna e Napoli, ove accettasse la condizione di titolare non sicuro, potrebbe anche rimanere, come alternativa sulla trequarti. Molto dipenderà dall'opportunità per il Toro di inserirlo in scambi (il Cagliari lo aveva sondato a tal proposito la scorsa estate), e, naturalmente, da quello che sarà il suo impatto nello scacchiere di Juric, a breve-medio termine. Appena sopra il 50% la possibilità di permanenza, più che altro per la difficoltà che il club avrà nel non rimetterci troppo, rispetto all'investimento effettuato su di lui.