Torino, rivoluzione a metà: Giampaolo parte dalle vecchie certezze
I punti fermi saranno gli stessi di Mazzarri e Longo, ma per questo tutto l’ambiente può dirsi soddisfatto: tra i pali ci sarà ancora Sirigu, a guidare la difesa ci penserà Nkoulou, il peso dell’attacco saranno tutto sulle spalle di Belotti.
Tre pedine che erano fondamentali prima e lo saranno adesso, che i granata hanno bisogno di una scossa per dimenticare i fantasmi della B vissuti pochi mesi fa. Poi, però, la cabina di regia verrà affidata a uno che regista non è: Rincon, il cui compito dovrebbe essere quello di recuperare palloni invece di smistarli. O come trequartista, dove il favorito principale è Berenguer, sempre utilizzato come attaccante esterno o, al massimo, come quinto di centrocampo. Il possibile undici titolare verrà completato da pedine già conosciute: dietro Bremer, a centrocampo Meité, al fianco del Gallo probabilmente Zaza, come terzino sinistro Ansaldi fresco di rinnovo per un altro anno. E così l’unico esordiente dovrebbe essere Linetty, sempre che Vojvoda o Murru non superino i compagni in extremis. Ma si va verso un Izzo nella posizione inedita di terzino destro: anche questo fa capire che nel Toro c’è stata una rivoluzione, ma soltanto a metà.