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TMW RADIO - Favalli: "La mia battaglia al coronavirus con l'affetto dei compagni"
Alessandro Favalli, difensore della Reggio Audace, sulla sua esperienza personale dopo essere risultati positivo al Coronavirus. In studio Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Ai microfoni di TMW Radio, durante 'Stadio Aperto', è intervenuto Alessandro Favalli, difensore della Reggio Audace e uno dei primi calciatori risultati positivi al Coronavirus, adesso guarito.
Come sono state queste due settimane dalla positività del tampone?
“Sono passate in isolamento. Dai primi sintomi sono stato da solo in casa, dai primi sintomi sapevo già di essere positivo, ma per fortuna sono durati solo qualche giorno. Non sono mai stato ricoverato in ospedale e per fortuna sto bene”.
Cosa hai fatto appena saputo di essere stato contagiato?
“Ho chiamato subito la mia famiglia e loro avevano gli stessi sintomi, probabilmente il virus è circolato in una nostra cena con i parenti. La mia preoccupazione era tutta per loro però per fortuna ci siamo ripresi quasi tutti”.
La tua positività, la prima di un calciatore in Italia, pensi abbia svegliato il mondo del calcio sull’argomento?
“Anche prima della mia positività, l’argomento Coronavirus era molto discusso nello spogliatoio. Il mio contagio ha dimostrato che anche noi calciatori siamo vulnerabili. Il calcio si è fermato troppo tardi perché è stata sottovalutata la cosa. Ci si rende sempre conto della gravità delle cose solo dopo che ci siamo dentro, bisognava agire prima. Ora si è fermato tutto e spero che questo stop possa aver avuto successo per diminuire i contagi in modo da ricominciare a giocare il prima possibile”.
Ti sentiresti tranquillo a ripartire subito?
“Ad oggi non tanto. Vorrei avere la certezza che il problema non possa ripresentarsi, solo a quel punto mi sentirei tranquillo al 100%”.
Come ha reagito lo spogliatoio della Reggio Audace e qual è stato il messaggio più inaspettato che hai ricevuto?
“I miei compagni mi scrivono ogni giorno, si sono preoccupati tutti delle mie condizioni e vogliono informarsi sulla situazione. Sentire l’affetto di tutti i compagni ti aiuta in questi momenti di solitudine. Mi ha fatto molto piacere ricevere il messaggio di Damiano Tommasi”.
Come sono state queste due settimane dalla positività del tampone?
“Sono passate in isolamento. Dai primi sintomi sono stato da solo in casa, dai primi sintomi sapevo già di essere positivo, ma per fortuna sono durati solo qualche giorno. Non sono mai stato ricoverato in ospedale e per fortuna sto bene”.
Cosa hai fatto appena saputo di essere stato contagiato?
“Ho chiamato subito la mia famiglia e loro avevano gli stessi sintomi, probabilmente il virus è circolato in una nostra cena con i parenti. La mia preoccupazione era tutta per loro però per fortuna ci siamo ripresi quasi tutti”.
La tua positività, la prima di un calciatore in Italia, pensi abbia svegliato il mondo del calcio sull’argomento?
“Anche prima della mia positività, l’argomento Coronavirus era molto discusso nello spogliatoio. Il mio contagio ha dimostrato che anche noi calciatori siamo vulnerabili. Il calcio si è fermato troppo tardi perché è stata sottovalutata la cosa. Ci si rende sempre conto della gravità delle cose solo dopo che ci siamo dentro, bisognava agire prima. Ora si è fermato tutto e spero che questo stop possa aver avuto successo per diminuire i contagi in modo da ricominciare a giocare il prima possibile”.
Ti sentiresti tranquillo a ripartire subito?
“Ad oggi non tanto. Vorrei avere la certezza che il problema non possa ripresentarsi, solo a quel punto mi sentirei tranquillo al 100%”.
Come ha reagito lo spogliatoio della Reggio Audace e qual è stato il messaggio più inaspettato che hai ricevuto?
“I miei compagni mi scrivono ogni giorno, si sono preoccupati tutti delle mie condizioni e vogliono informarsi sulla situazione. Sentire l’affetto di tutti i compagni ti aiuta in questi momenti di solitudine. Mi ha fatto molto piacere ricevere il messaggio di Damiano Tommasi”.
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