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Lega Serie A, ricorso contro il sistema di licenze nazionali 2022/2023 della FIGC: il comunicato
La Lega Serie A, tramite i propri legali prof. avv. Romano Vaccarella, prof. avv. Bernardo Giorgio Mattarella e avv. Avilio Presutti, ha notificato oggi pomeriggio il ricorso contro il manuale di licenze nazionali 2022/2023 approvato dalla FIGC, in cui è stato anche introdotto l’indice di liquidità come requisito di ammissione al campionato.
Il ricorso è stato presentato al Tribunale Federale Nazionale, al Collegio di Garanzia e al Tar del Lazio, tenuto conto della difficoltà di individuare con certezza il giudice competente alla luce della complessità del quadro normativo di riferimento.
“E’ un atto dovuto per difendere il ruolo e il prestigio della Lega, che si sarebbe evitato, se la Serie A fosse stata davvero ascoltata in questi mesi” – ha dichiarato il Presidente delle Lega Serie A, prof. Lorenzo Casini. “Non si tratta di numeri o cifre decimali, ma delle modalità con le quali vengono discusse e prese decisioni di grandissima importanza per il futuro dell’intero movimento. Già lo scorso marzo, prima della mia elezione, la Serie A aveva evidenziato all’unanimità il problema, senza ottenere adeguate risposte. Il ricorso è quindi la naturale ed inevitabile conseguenza dell’assenza di interlocuzioni costruttive con la FIGC e non è certo una dichiarazione di guerra, ma semmai un’azione a tutela della Serie A. La democrazia” – ha sottolineato Casini – “non può essere solo fatta di maggioranze in Consiglio Federale, ma deve includere anche ascolto, partecipazione e giusto procedimento: sulle regole della Serie A, tutte le società si aspettano che la posizione della Lega riceva la giusta considerazione, non che sia ignorata”.
Tra le censure prospettate nel ricorso, si evidenziano: violazione del principio di irretroattività; difetto di istruttoria; illogicità ed incongruenza; violazione dei principi di ragionevolezza e proporzionalità; violazione del merito sportivo; violazione dei principi del legittimo affidamento e di buona fede; violazione dell’art. 8 dello Statuto FIGC con riguardo ai principi delle licenze UEFA; violazione del principio democratico dell’ordinamento sportivo.
La Lega Serie A esprime il proprio rammarico per essere stata costretta a rivolgersi agli organi di giustizia, dopo aver tentato in tutti i modi e in tutte le sedi preposte di essere ascoltata. Si augura che si tratti solamente di un singolo incidente, che in nulla può e deve interrompere il percorso di riforme del calcio italiano, divenute non più rinviabili per raccogliere in maniera competitiva tutte le sfide che lo attendono.
Il ricorso è stato presentato al Tribunale Federale Nazionale, al Collegio di Garanzia e al Tar del Lazio, tenuto conto della difficoltà di individuare con certezza il giudice competente alla luce della complessità del quadro normativo di riferimento.
“E’ un atto dovuto per difendere il ruolo e il prestigio della Lega, che si sarebbe evitato, se la Serie A fosse stata davvero ascoltata in questi mesi” – ha dichiarato il Presidente delle Lega Serie A, prof. Lorenzo Casini. “Non si tratta di numeri o cifre decimali, ma delle modalità con le quali vengono discusse e prese decisioni di grandissima importanza per il futuro dell’intero movimento. Già lo scorso marzo, prima della mia elezione, la Serie A aveva evidenziato all’unanimità il problema, senza ottenere adeguate risposte. Il ricorso è quindi la naturale ed inevitabile conseguenza dell’assenza di interlocuzioni costruttive con la FIGC e non è certo una dichiarazione di guerra, ma semmai un’azione a tutela della Serie A. La democrazia” – ha sottolineato Casini – “non può essere solo fatta di maggioranze in Consiglio Federale, ma deve includere anche ascolto, partecipazione e giusto procedimento: sulle regole della Serie A, tutte le società si aspettano che la posizione della Lega riceva la giusta considerazione, non che sia ignorata”.
Tra le censure prospettate nel ricorso, si evidenziano: violazione del principio di irretroattività; difetto di istruttoria; illogicità ed incongruenza; violazione dei principi di ragionevolezza e proporzionalità; violazione del merito sportivo; violazione dei principi del legittimo affidamento e di buona fede; violazione dell’art. 8 dello Statuto FIGC con riguardo ai principi delle licenze UEFA; violazione del principio democratico dell’ordinamento sportivo.
La Lega Serie A esprime il proprio rammarico per essere stata costretta a rivolgersi agli organi di giustizia, dopo aver tentato in tutti i modi e in tutte le sedi preposte di essere ascoltata. Si augura che si tratti solamente di un singolo incidente, che in nulla può e deve interrompere il percorso di riforme del calcio italiano, divenute non più rinviabili per raccogliere in maniera competitiva tutte le sfide che lo attendono.
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