Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Andrea Bosco: CR7 catalizzatore d’invidia

Andrea Bosco: CR7 catalizzatore d’invidiaTUTTO mercato WEB
sabato 21 luglio 2018, 07:062018
di Redazione TMW
Andrea Bosco ha lavorato al Guerin Sportivo, alla Gazzetta dello Sport, al Corriere d'Informazione, ai Periodici Rizzoli, al Giornale, alla Rai e al Corriere della Sera.

Era spocchioso: invece con i tifosi è stato disponibilissimo. Era venuto con la puzza sotto al naso: invece da solo, quando è rientrato allo Stadium si è messo a canticchiare “Giuve, Giuve“.

“Storia di un grande amore“ lo imparerà presto. Perché la Juventus lui, l'ha voluta. Perché quell'applauso che l'Allianz gli aveva riservato gli era arrivato al cuore. E lui oltre che il più forte giocatore del pianeta è un uomo sensibile.

“Portaci la Champjon's“ gli hanno chiesto i tifosi. In conferenza stampa (45 telecamere, oltre 300 giornalisti accreditati da ogni parte del mondo) ha spiegato: “Per vincerla ci vuole anche fortuna. E io sono uno che porta fortuna. Ho sempre vinto, ovunque abbia giocato: la sfida è di farlo anche con la maglia della Juventus. Questo è un grande club: l'unico che mi abbia fatto un'offerta. L'unico al quale io abbia pensato. Per la prima di campionato sarò pronto“.

L'obiettivo è vincerle tutte. Perché lui, sotto questo profilo, sembra tagliato su misura per la Juve: sconfitta e pareggio non sono contemplati. Lui che osserva nella vita una dieta ferrea, sul campo è bulimico.

E' apparso sereno: consapevole del pianeta sul quale è atterrato. Ma anche carico come una stufa.

L'arrivo di Ronaldo ha sprofondato nello sconforto l'Italia antijuventina. Ma anche in Spagna non si sono fatti mancare il pane. Un famoso scrittore lo ha definito “Un uomo di poco conto“. E che “confrontarsi con lui è come confrontarsi con un bambino di cinque anni“ .

Ti sintonizzi su qualsiasi canale televisivo e vedi palpabili la stizza e l'invidia. Se va bene ti spiegano che Ronaldo sarà un bene per il campionato italiano ma che avrà vita durissima, perché in Italia “non marcano a dieci metri come in Spagna“.

Se va meno bene ti ritrovi con uno dei vicepremier (ex steward al San Paolo) a fare confusione tra gioco d'azzardo, ludopatia, scommesse (lecite) e ingaggio di Ronaldo. Uno sfondone in geografia è imbarazzante, ma non fa danno. Altri sfondoni il danno lo fanno.

Se va male ti spiegano che Ronaldo è venuto in Italia perché pagherà, grazie ad una legge del governo Renzi, tasse contenute, rispetto ad altri Paesi. Se va malissimo senti deliri del tipo: “Gli auguro di essere arrestato per frode fiscale“. Bestialità partorita da uno stimato professionista, inverecondo mister Hyde non appena il tifo (per una nobile decaduta) gli prenda la vena.

Cristiano Ronaldo alla Juventus non è solo un grande colpo calcistico, mediatico ed economico. E' il messaggio della Juventus all'Italia e all'Europa .

Primo effetto: stadio sold out per tutta la stagione. Non ci sarà vendita libera di biglietti. Posti finiti.

Le partite cominciano sempre da 0-0. E non esistono squadre imbattibili. Ma quanto sta realizzando la Juventus (Ronaldo, Can, Cancelo, Perin, Caldara, Spinazzola, e non è finita) sembra qualche cosa di più di una campagna di rafforzamento.

E' una società, la Juventus, dove il presidente e l'amministratore delegato, lasciano sul palco la scena a Fabio Paratici (il direttore sportivo che in otto stagioni di Juve avrà fatto sentire la sua voce al massimo tre volte), perché il primo contatto, nell'affare del secolo, con Jorge Mendes lo ha costruito lui. Quanti presidenti, come ha fatto Andrea Agnelli, presentando Cristiano Ronaldo avrebbero lasciato i riflettori e le telecamere ad uno stretto collaboratore?

Cristiano Ronaldo ha spiegato: “Io sono un calciatore diverso“. Benvenuto a Torino, Cr7: nella società che da oltre 100 anni ha fatto della diversità la sua cifra identitaria.