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Cerruti: Montella paga colpe sue e di una società inesperta

Cerruti: Montella paga colpe sue e di una società inespertaTUTTO mercato WEB
martedì 28 novembre 2017, 07:452017
di Redazione TMW

Altro che panettone. Vincenzo Montella non ha fatto in tempo nemmeno a sedersi a tavola per il pranzo dell’ultimo lunedì di novembre. Esonerato dopo il fischiatissimo 0-0 contro il Torino, il tecnico rossonero lascia il posto a Rino Gattuso, campione del mondo con l’Italia di Lippi, campione del mondo, d’Europa e d’Italia con il Milan di Ancelotti, fino a domenica sera allenatore della “Primavera”. Una sorpresa relativa soltanto al momento, pochi giorni dopo la qualificazione anticipata ai sedicesimi di Europa League, meno di ventiquattr’ore dopo il pareggio contro il Torino, in cui il portiere avversario, però, era stato il migliore in campo. Non certo una sorpresa in assoluto, perché dell’esonero di Montella si parlava fin dalla prima sconfitta contro la Lazio, cui ne sono seguite altre cinque, tutte contro le squadre che attualmente precedono il Milan in campionato. Né può essere una sorpresa la promozione di Gattuso, guarda caso “parcheggiato” a Milanello dall’estate scorsa, quando Montella fu confermato alla guida della prima squadra, soltanto in assenza di alternative.

Fassone e Mirabelli, infatti, travolti dalla loro bulimica voglia di cancellare il recente passato, avrebbero preferito partire con Ancelotti o Conte, ma un po’ per mancanza di tempo e un po’ per andare incontro al desiderio dei tifosi, che in quel momento consideravano Montella l’artefice del ritorno del Milan in Europa, hanno confermato il tecnico. E proprio perché era stato “ereditato” ma non scelto della nuova proprietà, Montella non ha mai contraddetto le scelte di Fassone e Mirabelli. La sua prima colpa, quindi, è stata quella di diventare complice di una raccolta di figurine, che aveva conquistato anche i media, ma non ha affatto rinforzato la squadra. Un allenatore di forte personalità, e in sincera sintonia con la società, avrebbe dovuto dire chiaramente che gli sarebbero serviti meno acquisti, ma di qualità migliore. Montella, invece, come gli stessi tifosi, ha ringraziato la società. E poi, al di là di questo peccato originale, ha sbagliato a non costruire una formazione-base, per non scontentare chi aveva scelto Andrè Silva e Calhanoglu, senza avere il coraggio di difendere i “vecchi” a cominciare da Suso, escluso contro la Roma per scelta tecnica, oppure utilizzato in un ruolo non suo. Il settimo posto, con gli stessi punti del Bologna e del Chievo, è la logica e cruda conseguenza dei troppi cambi di modulo e relativi interpreti. Ma se Montella va via, le colpe sono anche della società, che invece di difenderlo fino in fondo, malgrado i suoi errori, scarica tutto su di lui per nascondere le proprie scelte sbagliate, in assenza di esperienza dirigenziale. E allora un grosso e affettuoso “in bocca al lupo a Gattuso”. Perché cambia l’allenatore, ma i giocatori e i dirigenti sono sempre gli stessi.