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Chimenti: "Quando il mio Palermo in B stava facendo piangere la Juve..."

Chimenti: "Quando il mio Palermo in B stava facendo piangere la Juve..."
venerdì 18 novembre 2011, 21:452011
di Gaetano Mocciaro
fonte tuttojuve.com

È stato uno dei protagonisti della storica finale di Coppa Italia del 1979, Vito Chimenti, all'epoca centravanti di quel Palermo che mise in difficoltà la Juventus racconta quella serata del San Paolo e si proietta anche nel presente, alla sfida dello Juventus Stadium, in esclusiva per TuttoJuve.com

Vito Chimenti. A Torino oltre ad essere conosciuto come zio di Antonio Chimenti molti si ricordano di Juve-Palermo, finale di Coppa Italia 1979, quando Lei segnò in finale dopo appena un minuto

"È una partita che non posso dimenticare, bellissima, che poteva finire in gloria. Noi giocavamo in Serie B e avevamo eliminato squadre di grosso calibro come Lazio e Napoli, mentre la Juve aveva nella coppa l'ultima possibilità per andare in Europa. Giocammo al San Paolo di Napoli e feci gol dopo appena un minuto. Poi mi feci male per colpa di un calcione di Cabrini che mi fece gonfiare il ginocchio. Così alla fine del primo tempo dovetti uscire. Alla fine la mia rete non bastò perché a pochi minuti dalla fine arrivò la beffa del pareggio e poi il 2-1 ai supplementari. Mi dispiace molto non aver vinto quella coppa, perché meritavamo noi. Fa piacere comunque che a Palermo si ricordino ancora di me e i rosanero mi sono rimasti nel cuore".

Come vede invece questo Juve-Palermo?

"La Juve è veramente forte e per come gioca è difficile che il Palermo riesca a farcela. Noi nonostante fossimo in B eravamo quasi riusciti a vincere perché quando giochi contro una squadra così importante le motivazioni vengono da sé e noi avevamo dimostrato di essere più vogliosi di loro, mettendocela tutta. Questo Palermo deve fare così ma non solo. La chiave dei bianconeri è in mezzo in mezzo al campo e i rosanero devono cercare di bloccare quella zona, non facendo ragionare Pirlo".

Lei è famoso per aver inventato il gesto tecnico della "bicicletta"

"Era un gioco tecnico che usavo per eludere il raddoppio di marcatura, mi riuscii la prima volta e la riproposi. È una cosa difficile da spiegare, bisognerebbe guardare le immagini per capire di cosa si trattava. Tutto nasceva mettendo la palla fra il tacco e il collo del piede e quando riusciva era una cosa bella da vedere. Adesso non c'è nessuno che la ripropone più".

C'è qualcuno che per i numeri in campo le somiglia?

"Direi Miccoli, ma anche Quagliarella. Quest'ultimo non sta giocando perché è reduce da un grave infortunio, ma sono convinto che appena si rimetterà in sesto sarà molto utile alla causa dei bianconeri. D'altronde Conte l'ha anche tolto dal mercato, dimostrando di credere nel suo recupero".

A proposito di Conte, ha avuto modo di seguirlo durante la carriera. Le piace il suo gioco?

"Ho avuto la possibilità di seguirlo specialmente a Bari dove aveva fatto molto bene. Fa giocare in maniera eccellente le sue squadre, ma deve avere i giocatori adatti e molti esterni in rosa, perché punta tantissimo sulle corsie laterali- Alla guida della Juve sta dimostrando il suo valore e a oggi potrebbe meritare lo scudetto".