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Claudio Nassi: belli o vincenti questo è il problema!

Claudio Nassi: belli o vincenti questo è il problema!TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
sabato 24 novembre 2018, 08:042018
di Redazione TMW

L'Italia batte la Polonia al 92° grazie a un difensore, Biraghi, che in carriera vanta un gol, e spezza le reni agli USA con una rete di Politano, subentrato all'87°, a un attimo dalla fine. Le due vittorie fanno esplodere l'entusiasmo di non so quanti scriba, oltre l'allenatore. Si continua a ripetere di aver visto un bel calcio, di non aver avuto fortuna e di commettere troppi errori in fase conclusiva. Ma, trovato il gioco, i gol non mancheranno, per arrivare alla più semplicistica delle conclusioni: serve un centravanti. Forse sarebbe opportuno avere più equilibrio, non dimenticare il valore degli avversari, né promettere di aver imboccato la strada per battere tutti e vincere l'Europeo.

Da innamorato della maglia azzurra non condivido il fatto di cambiare Nazionale ad ogni partita, quasi fosse un vestito, e la presenza dei due registi, Jorginho e Verratti o Verratti e Sensi. Quando si trova un tecnico intelligente e giochi col regista, se lo marca e lo attacca mette la squadra in difficoltà, perché taglia la testa, il pensante, l'allenatore in campo. Figurarsi se ne vengono schierati due. Se la cosa più importante è il gol, la sola che non si può insegnare, bisogna avere un occhio di riguardo per quelli baciati da madre natura. Una squadra, infatti, si può confezionare in modi diversi, ma senza prescindere dal potenziale gol. Se Verratti, in 6 stagioni al PSG e 161 presenze, ha realizzato 5 gol e Jorginho, in 133 a Napoli, 2 e, in 12 al Chelsea, 1, ogni quanto andranno in rete? Se si contano i gol di coloro che sono stati schierati, si nota di avere le polveri bagnate. Chi ricorda che al PSG Verratti giocava al fianco di Motta, dimentica che davanti avevano Ibrahimovic, Cavani, Lavezzi e poi Di Maria. Seppoi uno non può prescindere dal regista, deve coprirlo, altrimenti prende freddo.

Ho letto da più parti frasi che mi piace ricordare. Tony Damascelli: "Il bel gioco, la manovra avvolgente e il fraseggio possono accontentare gli occhi, ma lasciano vuota la pancia". Briegel, ex difensore della Germania, del Verona e della Samp: "Ci siamo illusi che per vincere servisse tenere il 75% del possesso palla. Da sempre non è il bel gioco la cosa più importante per ottenere i risultati". Ronald Koeman, che ha risollevato le sorti dell'Olanda: "La cosa importante è ottenere un risultato". Infine Aaron Winter, viceallenatore dell'Ajax: "Non vogliamo più essere soltanto belli. Vogliamo essere belli e vincenti". Anche se Koeman invertirebbe i due aggettivi. Eppoi qualcuno si vorrà domandare perché negli USA, dove hanno inventato lo sport professionistico, ripetono in coro che non conta vincere, ma solo vincere?