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Claudio Nassi: "Quale ruolo avrà Totti?"

Claudio Nassi: "Quale ruolo avrà Totti?"TUTTO mercato WEB
martedì 16 maggio 2017, 15:422017
di Redazione TMW
fonte Claudionassi.com

Venerdì leggo su La Nazione un articolo di Paolo Franci dal titolo: "Da Totti a Maldini, le bandiere tradite". Un pezzo attuale per la curiosità che vivono gli appassionati nel seguire la vicenda Totti, che sta per giocare, a quasi 41 anni, gli ultimi minuti in giallorosso. Di tanto in tanto si torna a parlare delle "bandiere", di quei calciatori che hanno dimostrato fedeltà a una sola maglia e lasciato grande ricordo nella tifoseria. Il nuovo D.S. della Roma, Monchi, è stato abile in conferenza stampa nel toccare l'argomento. Ha detto che vorrà Totti vicino a sé, perché gli spiegherà la Roma che non conosce. Subito i tifosi di Francesco sono insorti, con il Presidente del CONI Malagò in testa, perché "...l'addio al calcio lo doveva dare lui".

Per uno che segue divertito la vicenda, fin da quando cominciarono le scintille con l'avvento di Spalletti, non c'è niente di nuovo. So che alla fine, eccezioni escluse, vince la bandiera, anche se le ripercussioni negative cadranno sulla società. Nella sua disamina Franci parte dal 1979, quando Rivera, smesso di giocare, fu nominato Vicepresidente e prese a comandare con i soldi degli altri. Poi nell' '86 arrivò Berlusconi e per Gianni non ci fu spazio. Quindi si ricorda Bergomi, bandiera dell'Inter ammainata nel '99 da Lippi, per poi spaziare all'estero con Raul, dimenticato dal Real, a Mourinho carnefice di Casillas, al divorzio, senza esclusione di colpi, tra Ferguson e Roy Keane al Manchester United, a Steve Gerrard, che dopo 17 anni non trova spazio al Liverpool e vola in America, a John Terry che si aspettava il rinnovo dal Chelsea, fino alla frase di Del Piero nel febbraio 2011: "Per la Juventus firmo in bianco" e alla risposta di Agnelli, otto mesi dopo, che annuncia: "Questo sarà l'ultimo anno di Del Piero".

Alla fine domandiamoci il perché di tanti divorzi. Non è difficile. Una cosa è giocare, un'altra inventarsi dirigente. Totti avrebbe preteso dal Presidente Pallotta diversa considerazione e un incarico da D.T., per decidere ciò per cui si sente portato. Gli sfuggiva il rischio che andava a correre un club dell'importanza della Roma nell'affidarsi a un neofita. Se Totti, invece, si calasse in punta di piedi in società per imparare e dimostrare col tempo le sue capacità, avendo un contratto che lo tutela, se non vado errato, da 600mila euro per sei anni, non penso ci sarebbero problemi. Non si vive di rendita sul passato e farlo è un errore. Come Paolo Maldini quando non prende in considerazione la proposta dei cinesi che lo vogliono al Milan. Ma non, come pretenderebbe, a dirigere le operazioni. Pochi ricordano quando Boniperti appese le scarpe al chiodo. Non so quanti record aveva nella Juventus del tempo, dalle presenze ai gol, alla militanza, per finire alle reti segnate nel derby. Rifiutò di andare all'Inter, dicendo "no" ai 100 milioni che, negli anni '60, offriva Angelo Moratti, e Gianni Agnelli gli affidò la direzione del ramo agricolo della SAI. Poi, dopo averlo testato, lo nominò A.D. della Juventus e ancora oggi rimane l'unico grande calciatore che è stato anche grande dirigente. Chissà quanti lo capiranno?