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Money gate, Chiacchio: “Soddisfazione professionale”

ESCLUSIVA TMW - Money gate, Chiacchio: “Soddisfazione professionale”TUTTO mercato WEB
© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com
sabato 14 aprile 2018, 15:272018
di Luca Esposito

Avellino e Catanzaro si sono difese in maniera egregia dalla scure della giustizia sportiva che avrebbe potuto infliggere la più dura delle sanzioni per l’inchiesta Money gate. La Procura Federale aveva insistito per l’applicazione della retrocessione in merito alla partita giocata il 5 maggio 2013, e che sancì la promozione degli irpini in Serie B. Un anno di lavoro, tra processi sportivi e ricorsi vari. L’avvocato napoletano Eduardo Chiacchio, che difendeva gli irpini, ha fatto valere la propria strategia, tant’è che né il Catanzaro (difeso dall’avv. Pittelli) e nè l’Avellino hanno ricevuto sanzioni dalla Federazione, venendo così prosciolti.

“E’ stato un processo di estrema difficoltà - afferma Chiacchio ai microfoni di TuttomercatoWeb.com - perché non si può sottovalutare il fatto che il processo prende le mosse da un’indagine della Procura della Repubblica di Palmi. Erano state elevate delle accuse e delle contestazioni di frode sportiva a carico di Walter Taccone, Vincenzo De Vito, Andrea Russotto, Giuseppe Cosentino e Armando Ortoli, quindi con un’indagine penale con un addebito di responsabilità a carico loro, e con la presumibile richiesta di rinvio a giudizio. Per ottenere l’assoluzione di tutti bisognava convincere che le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Palmi fossero infondate, ancora prima di arrivare al processo. Era una situazione insidiosa e le due società hanno rischiato grosso, fino alla retrocessione con tre punti di penalizzazione per la stagione successiva”.

Quanto è stato difficile il suo lavoro?

“Avevo già difeso l’Avellino nel processo derivante dalla Procura della Repubblica di Napoli, che vedeva coinvolti due calciatori (Izzo e Millesi ndr) dell’Avellino e alcuni soggetti della malavita napoletana. Finito quel processo, è scattata questa ulteriore tegola con l’arresto del presidente del Catanzaro Cosentino per presunta tentata frode sportiva per la gara con l’Avellino, che avrebbe poi sancito la promozione della compagine irpina dalla Serie C alla B. Successivamente è scattata l’indagine sportiva: interrogatori, conclusione delle indagini, processo di primo grado davanti al TFN, proscioglimento dei deferiti, appello della Procura Federale, prima udienza dinanzi alla Corte Federale di Appello, ordinanza istruttoria, e udienza decisiva tenuta l’11 aprile che si è conclusa con il rigetto del ricorso della Procura Federale e conferma dell’assoluzione dei deferiti”.

Sicuramente determinante ai fini del processo la decisione degli organi di giustizia di respingere materiale probatorio prodotto dalla Procura Feferale?

“Si è trattato di una problematica relativa a un cd con materiale probatorio non allegato agli atti del procedimento. Il Tribunale Federale Nazionale ha ritenuto che quegli atti non fossero presenti. La Procura con l’appello ha tentato di far inserire nel processo questo cd col materiale probatorio, ma in ogni caso la Corte Federale ha deciso di respingere l’appello della Procura prosciogliendo cosi tutti i deferiti”.

Qual è stata la mossa strategica?

“Dal canto mio ho fatto il solito lavoro, avvalendomi della mia esperienza che mi consente di affrontare i processi più difficili con il giusto equilibrio. Mi sono reso conto dell’estrema gravità. Oltre alla retrocessione e all’ammenda erano state richieste anche le penalizzazioni in termini di punti per la stagione successiva. A favorirmi anche è stato l’aver prodotto la sentenza di un caso analogo, quello relativo alla partita Crotone-Atalanta, con il calciatore Doni coinvolto da intercettazioni tra altri soggetti. In quel caso, l’Organo giudicante aveva stabilito che non fosse possibile condannare un soggetto terzo coinvolto da intercettazioni di altre persone senza ulteriori riscontri indiziari nel procedimento”.

Il dirigente De Vito ha parlato di accanimento contro l’Avellino, cosa ne pensa?

“La Procura Federale svolge il suo lavoro. C’è stata sempre massima correttezza, e io credo che De Vito faccia riferimento ad altri casi in cui la Procura non ha appellato. Per il resto io rispetto moltissimo i magistrati della Procura. In questo processo il dottor Tornatore, che a mio avviso è un grande magistrato sportivo, ha operato con grande capacità, rendendo ancora più difficile il nostro lavoro, per cui maggiore è la soddisfazione professionale”.

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