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esclusiva

Rossetti: "Il mio regalo natalizio? Non smettere di giocare"

ESCLUSIVA TMW - Rossetti: "Il mio regalo natalizio? Non smettere di giocare"
sabato 22 dicembre 2012, 19:452012
di Claudio Sottile
Lorenzo Rossetti, centrocampista classe '80, attualmente svincolato. Nel suo curriculum ricordiamo le esperienze con Viterbese, Padova, Como, Cesena, Triestina e Ravenna.

L'etichetta di "nuovo Albertini", impreziosita dalla fascia di capitano nel Viareggio 1999, che il Milan portò a casa dopo 30 anni di secche. Gli articoli sul mensile ufficiale, l'amichevole contro al Dinamo Kiev nel corso dei festeggiamenti per il centenario, subentrando proprio al metronomo padovano. Poi un bel po' di B e C, fino alla vacanza di contratto portata in dote dalla seconda metà del 2012.

Lorenzo Rossetti (32) è svincolato, perché la Triestina che l'aveva contrattualizzato fino al 2014 si è sgretolata, e i tempi per "Eupalla" sono quelli che sono.

Questa ESCLUSIVA di TMW ne è l'ennesima prova provata.
"Siamo a Natale e sono ancora a casa. Fa male, che regalo sarebbe firmare e ritornare nel giro! Onestamente in estate, per problemi strettamente personali, ho rifiutato le proposte venute da Cuneo e L'Aquila. Ora come ora, però, le accetterei senza batter ciglio. Ho avuto qualche abboccamento anche con mister Bisoli del Cesena e con la Paganese, nulla però che potesse assomigliare ad una vera e propria trattativa. Ho già giocato in bianconero, sarebbe stupendo tornare a giocare in Romagna, lo ripeto spesso al mio agente Giocondo Martorelli".

Hai detto di no anche all'estero.
"Anche in questo caso una scelta di vita. Mi ha cercato il Cadice per soli sei mesi, non me la sono sentita di spostare armi e bagagli, in un Paese straniero che non conosco, per poi dover ricominciare da capo dopo pochissimo tempo".

Ci sarebbe stata la Salernitana, poi...
"...è saltato mister Galderisi, che mi ha allenato alla Triestina e al quale sono legato da una stima che va fuori dal campo. Non dico che sarebbe stato sicuro il mio approdo in granata, ma ci si poteva lavorare. Sfumata anche questa".

Strano destino per chi indossava la "C" nella Primavera rossonera.
"E io mi sento addirittura un privilegiato. Ok non ho fatto una carriera da grandi palcoscenici, ma non dimentico tanti miei compagni dell'epoca che hanno addirittura smesso. Io il calciatore volevo fare e il calciatore ho fatto, altri hanno dovuto inventarsi un mestiere per tirare a campare. Io ho provato sulla mia pelle la frustrazione di due fallimenti consecutivi, a Ravenna e Trieste, per fortuna grazie al grandissimo lavoro dell'Assocalciatori non ho perso un Euro. Sono una garanzia per tutto il movimento, non posso che ringraziarli".

Il tuo presente si chiama Settalese.
"Sì, una società di promozione dell'hinterland milanese che ringrazio per avermi permesso di allenarmi con loro. Anzi vorrei segnalare un attaccante che gioca lì, si chiama Marco Forbiti, consiglio a qualche operatore di mercato di andarlo a vedere, è veramente forte, non capisco cosa ci faccia ancora tra i dilettanti".

Nel frattempo studi da allenatore.
"Vorrei prendere il patentino il prima possibile, anche se mi piacerebbe giocare ancora per un po'. Regista, mezz'ala, incursore, non mi precludo nulla, voglio davvero ricominciare a sentirmi un calciatore a certi livelli, ho fiducia nei miei mezzi. Certo non disdegnerei allenare un giorno. Ho alcuni punti di riferimento che sarebbe un piacere riuscire ad emulare. Oltre a Galderisi, stimo e apprezzo Atzori, Fascetti, Vincenzo Esposito e Varrella, un grandissimo, al quale voglio bene a prescindere dalle dinamiche calcistiche. Fuori concorso Tassotti, era il mio mister nel Viareggio, lo ricordo col cuore e senza retorica".

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