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Inter, Eder titolare in Nazionale contro la Svezia per cinque motivi

Inter, Eder titolare in Nazionale contro la Svezia per cinque motiviTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 13 novembre 2017, 08:302017
di Alessandro Rimi

Oggi è il giorno. Quello in cui non si dovrà fallire per nessuna ragione al mondo. Perché sì, se l’Italia non si dovesse qualificare al mondiale sarebbe una catastrofe, o un’Apocalisse o chiamatela come volete. Sono quasi passati sessant’anni dall’ultima volta che abbiamo assistito a un tale disastro, sebbene in quel 1958 ci si trovasse in contesti un tantino differenti. E ci si mettono pure i numeri a far sudare freddo. Anzi freddissimo: perché l’ultima volta che l’Italia ha perso due volte nella stessa fase di qualificazione al mondiale, poi, non ne ha preso parte. Quando? Proprio in quel 1958. Anno nero, evidentemente. Non è finita: nello stesso mesto quadro in cui ci troviamo, non è mai esistita altresì una squadra in grado di ribaltare uno 0-1 subito in trasferta nella gara di andata. Se non è Apocalisse questa, manca davvero pochissimo.

Tuttavia, come più volte detto, oramai trito e ritrito, ogni commento definitivo troverà naturalmente spazio dopo le 22:30, o giù di lì. Sono comunque rimasti in pochi a osservare il nostro ct alla stregua di una madre che guarda suo figlio dopo averlo messo al mondo. Eufemismo. Stasera a San Siro non serviranno moduli e tattiche. Serviranno gli attributi, ben visibili per quei 72mila che occuperanno il Meazza. Perché andare a casa per mano, anzi, per i piedi della Svezia proprio no. Andarci senza aver buttato il sangue, nasi rotti a parte, anche peggio.

Ci si chiede cosa passi nella testa del selezionatore quando pensa all'undici da dentro-fuori e, nello specifico, al pacchetto offensivo. Sembra che Insigne, per la seconda volta filata, finirà in panca. Nondimeno, il nome che desterebbe quantomeno un principio di disorientamento è invero un altro: Gabbiadini. Non si fraintenda, Manolo è uno che non si tira mai indietro, risponde sempre presente, si allena bene e non pesta mai i piedi a nessuno. La questione qui però va ben oltre le simpatie. Ci si gioca l’accesso al torneo per nazionali più importante al mondo. Mica bruscolini. Buttare nella mischia la punta di una squadra inglese che fatica maledettamente a tenere le distanze dalla zona retrocessione, beh, qualche dubbio in testa te lo mette. Ma farà gol ogni partita… No. Ogni due? Neppure. Purtroppo Gabbia, in leggero declivio nell’ultimo mese, è stato decisivo in sole due gare in tutto il torneo. Facciamo una e mezzo. La Svezia è composta da gente scorbutica, violenta, dura come il legno che utilizza più o meno per qualunque cosa. Vero. Con attaccanti alti e “pesanti” si può sfondare il muro vichingo con maggior facilità. Sacrosanto. Peccato che a Solna, con Immobile e Belotti, non abbia funzionato.

Così, ridendo e scherzando, pensi a Eder. Già, quello mai titolare in nerazzurro, ma che corre, punge, si sacrifica, si sbatte come un matto e crea sempre qualche problemino all’avversario. Contro i gialli lo vorrei in campo dal primo minuto per cinque buoni elementi.

UNO - Il primo, ça va sans dire, è il suo ultimo gol decisivo contro il Toro a San Siro che, pare, sarà proprio il teatro finale di questa lunga e lentissima agonia. Quando anche re Icardi di far gol non ne voleva sapere, l’ex Samp si è autoregalato la prima rete stagionale evitando, come noto, la prima sconfitta dell’Inter, per di più in casa sua.

DUE - Il secondo è la motivazione, mista al desiderio di dimostrare d’essere, ancora, un validissimo titolare, sia a livello di club (Spalletti, prima o poi, lo lancerà dall’inizio) che in azzurro. A supporto della tesi, il freschissimo rinnovo di contratto fino al 2021 con il club di Corso Vittorio Emanuele. Il ragazzo è in un momento psicologico, oltre che atletico, ideale.

TRE - Terza ragione: l’incidenza in Nazionale. Nella sua ultima da titolare, lo scorso 9 ottobre a Scutari contro l’Albania, l’Italia ha vinto (0-1, Candreva). L’attaccante nerazzurro, casi del destino, venne sostituito a un minuto dalla fine, niente di meno che da Gabbiadini. Ma c’è di più. In gare ufficiali, con Eder in campo dal primo minuto, la Nazionale non ha addirittura mai perso. Qualcosa vorrà pur dire.

QUATTRO - Quarto fattore è l’umiltà. L’oriundo, il quarantatreesimo a essere stato convocato nella nazionale italiana, non parla di morte né azzarda proclami (ogni riferimento è puramente casuale). Semmai, l’italo-brasiliano, si limita a rimarcare le spigolosità dell’avversario e comunica la straordinaria voglia di aiutare questa squadra ad evitare il peggio del peggio. La disponibilità, qualche volta, meriterebbe d’essere premiata.

CINQUE - Infine il quinto. Quello più clamoroso e teneramente coincidente. Ovverosia l’ultima, fatale, rete inflitta agli svedesi dalla Nazionale azzurra. Per chi non ricordasse, 515 giorni or sono, Éder Citadin Martins, buttava dentro un pallone valido per il passaggio delle eliminatorie all’europeo di Francia, con un turno d’anticipo. Mattatore per eccellenza, quindi. Può bastare al ct?

Il popolo nerazzurro, in ogni caso, potrà ritenersi particolarmente soddisfatto. Improbabile, ma non è detto che, in caso la scelta di modulo dovesse ricadere nel "venturiano" 4-2-4, non si possano perfino vedere tre uomini di Spalletti in campo dall’inizio. Oltre a Candreva, al 99,9% con una maglia da titolare addosso, e alla speranza Eder, c’è anche Gagliardini che proverà a battere la concorrenza. L’ultima volta che l’ex tecnico granata li ha preferiti in blocco, ancora Albania, l’Italia come ricordato non ha deluso. Era dai tempi di Toldo, Cannavaro, C. Zanetti, Vieri e Materazzi che la Nazionale non viveva di tanto interismo. Diciamocelo chiaro e tondo: se pure D’Ambrosio continuerà a bruciare l’erba come mirabilmente sta facendo da fine agosto, nella speranza che stasera si ottenga il pass per Russia 2018, farne a meno diventerà missione parecchio ardua.