Luca Serafini: Milan, la cenere come concime in Coppa Italia e in Europa
E’ molto difficile analizzare ogni settimana, più di una volta, questo stupefacente momento storico del Milan. A tutti i livelli. Quello che sembra più utile e opportuno, al di là dei ritiri punitivi, i discorsi della montagna sul carattere, la dignità, la grinta, è puntare su un assetto definito e definitivo senza più cambiare rotta. Servono le 2 punte, con Suso quarto a destra a centrocampo. Serve recuperare un’identità che possa aiutare a risalire in classifica, perché il campionato è ancora lungo, ma soprattutto per affrontare il derby di Coppa Italia e l’Europa League nelle condizioni migliori per dare un senso alla stagione.
Gattuso faccia quadrato con la squadra, isolandola – ripeto, al di là dei ritiri punitivi che servono a niente e casomai hanno un piccolo effetto solo sulla partita successiva – dall’esterno, come fanno i grandi allenatori capaci di attirare su di loro tutte le attenzioni. Spostando l’occhio di bue mediatico. Deve essere aiutato in questo dai dirigenti, che – ripeto – devono parlare meno.
Ogni giocatore si guardi dentro. Trovi da solo il modo per rendere al massimo dall’Atalanta in poi, modulo o non modulo: attenzione, concentrazione, capacità di reazione. O siete uomini o siete caporali. Non è possibile, non è spiegabile, come quasi tutti i nuovi acquisti (giunti in rossonero con alle spalle un rendimento di buona qualità, nessuno escluso) continuino ad offrire prestazioni più che decenti con le rispettive Nazionali – Biglia compreso, andatevi a rivedere le sue partite di Qualificazione Mondiale in un’Argentina che non brilla – e sembrino stracci quando tornano a Milanello. Per dare un voto al mercato dell’estate 2017 è ancora presto, ogni valutazione estrema potrebbe rivelarsi un boomerang: prima di scaricare qualsiasi giocatore, svalutandone la quotazione, è necessario vederlo all’opera in un sistema di gioco organizzato e su una distanza più lunga. Non sono matto, ma tracce in questo senso a Verona nel primo tempo si sono viste. Il crollo nella ripresa è figlio di una fragilità inaccettabile e qui la dignità ha eccome un significato preciso.
I tifosi aspettino ad ammainare le bandiere. Nel 1974, dopo lo choc dello scudetto buttato via all’ultima giornata del 1973, la squadra faticò in campionato galleggiando lontana dal vertice, ma arrivò in finale di Coppa delle Coppe. Nel 1977, raggiunta la salvezza (!) solo nelle ultime 2 giornate di campionato, il Milan vinse la Coppa Italia battendo in finale l’Inter. In Coppa Italia e in Europa League si può usare la cenere come concime.