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Luca Zorloni: "Il progetto della Cina sul calcio"

Luca Zorloni: "Il progetto della Cina sul calcio"
domenica 29 ottobre 2017, 09:342017
di Redazione TMW
fonte Scanner

Le parole di Luca Zorloni, cronista economico per Wired.it e il Giorno nel corso della trasmissione Scanner, in onda su TMW radio Sport il mercoledì dalle 19 alle 19,30:

“Sapere che c'è stato pochi giorni fa il congresso del partito comunista, e il presidente in verità ha rivisto quella che sembrava una chiusura definitiva ai flussi dei soldi dei cinesi nel calcio europeo e nell'industria dell'intrattenimento, perché lui ha fatto un'apertura proprio in merito al fatto che i cinesi ritornino ad investire all'estero, e che la Cina si configuri come una potenza in grado di garantire alti standard di brandizzazione e facilitare gli investimenti. Quello che è successo a metà agosto e cioè la direttiva dal governo di limitare alcuni investimenti nei settori immobiliare, sport e cinema, derivava dal fatto che era notevolmente aumenta la fuga di alcuni capitali all'estero e non c'era chiarezza, che questo fosse motivato da investimenti veramente profittevoli o ci fossero dietro manovre. La Cina veniva da anni in cui le banche avevano notevolmente visto aumentare quelli che sono chiamati i crediti deteriorati, quelli che non si possono recuperare, in due anni erano arrivati a 231 miliardi di dollari ed era necessario che venisse messo un freno dove non c'era chiarezza. Non dobbiamo temere, questi investimenti fanno parte di un progetto molto ambizioso che ha come traguardo il 2050 e quindi possiamo aspettarci che gli investimenti aumentino”.

L'iniziale raffreddamento aveva previsto solo alcune categorie di investimento come il calcio, l'intrattenimento, anche l'ambito immobiliare dovevano essere monitorati. Questo rasserenamento ha a che fare con i giochi invernali che sono previsti nel 2022? In Cina come in altri paesi lo sport è un veicolo di propaganda e orgoglio nazionale, l'iniziativa degli investimenti era diretta al raggiungimento di un Know how, questo non irrigidimento nasce dall'esigenza di affermare lo sport cinese nel mondo?
“Quello che dite è vero, la Cina intende usare lo sport come strumento di propaganda. Sia interno che esterno. Il presidente al congresso ha detto che porterà avanti programmi per accelerare gli sport e per fare della Cina un paese forte in questo campo, in previsione dei giochi olimpici di Pechino 2022. La Cina considera il non essendosi qualificata per i Mondiali di Russia 2018 una macchia la reputazione del paese. Internamente i cinesi sono molto bravi negli sport individuali, ma lo sono meno in quelli di squadra, anche se questo può contrastare con l'immagine di un paese da un passato e attualità comunista e quindi dove si immagina molto il movimento per masse. In qualche modo il calcio può diventare il veicolo per ottenere anche degli ottimi risultati nel campo degli sport di squadra. Entro il 2030 vogliono che la Nazionale femminile di calcio diventi una delle migliori in assoluto, entro il 2030 la maschile deve diventare la più forte in Asia per arrivare nel 2050 a rivaleggiare con gli altri club europei e brasiliani e sud America. La squadra in cui ha allenato Lippi ha investito 185 milioni di dollari per formare una scuola di calcio che conterà 2800 allievi, Xi Jinping ha l'obiettivo che 30 milioni di bambini imparino a praticare il calcio da qui al 2020.Ci sono anche una serie di cartoni animati che girano sul web in cui il presidente viene mostrato mentre gioca a calcio per far passare il messaggio che il calcio è un buono sport da far praticare ai propri figli”.

“Operazione Milan: è stata lunghissima e si è protratta per tanti anni dando adito a molti retroscena e gossip. Il nodo che agita i tifosi e che agita la loro squadra è il ruolo di questo investitore, figura di Hong Kong, una realtà che è satellite alla Cina continentale vera e propria, il governo ha un'influenza di natura diversa in questo caso. Con le collocazioni in paradisi fiscali delle società e queste attività che non è chiaro dove siano collocate, si genera un mistero che agita i tifosi. Uno degli ultimi gossip al riguardo, è derivato da una notizia di qualche giorno fa, che l’istituto di ricerca cinese Hurun, che fa un po' come Forbes in America, ha rilasciato la classifica dei più ricchi in Cina. E tra questi 2000 l'azionista di maggioranza del Milan non c'era nonostante il livello più basso di patrimonio indicato fosse 250 milioni di euro. Questa dimensione nebulosa genera apprensione. In Europa ci sono partecipazioni numerose di capitali cinese, per cui non siamo i soli, è tutto parte di un progetto più ampio”.