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Moscatelli: “Sul futuro di Simeone conta molto anche il parere del padre Diego”

Moscatelli: “Sul futuro di Simeone conta molto anche il parere del padre Diego”TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
domenica 25 giugno 2017, 07:002017
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Maurizio Moscatelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Moscatelli è un giornalista che segue da vicino le vicende del Genoa e collabora con “Ansa”, “Radio Capital” e Tuttosport”. Con lui abbiamo parlato dell’interesse del Torino per Giovanni Simeone.
A Genova in quale misura è stato registrato l’interesse del Torino per il Cholito Simeone?
“Il Torino è una delle società che insieme alla Fiorentina ha mostrato interesse per Simeone. Siamo ancora a giugno quindi si tratta di un pour parler. Indubbiamente, però, il Torino ha provato a muoversi in questo senso”.
Circola voce che ci sia sta un’offerta del Torino da 15 milioni di euro.
“Qui a Genova si parla d’interessamenti, anche perché il club rossoblù in questo momento è diviso a metà fra il mercato e la cessione della società. Di fronte a un’offerta del genere, comunque, penso che il Genoa potrebbe anche accettare, sicuramente valuterebbe la proposta e si tratterebbe, indubbiamente, di un ottimo punto di partenza avendo pagato il giocatore al River Plate 3,4 milioni perché ci sarebbe una plusvalenza interessante. Bisogna, però, tenere bene a mente che il Genoa su Simeone decide fino a un certo punto poiché conta molto il parere del papà”.
Diego Simeone è molto amico di Mihajlovic, questo potrebbe aiutare?
“Potrebbe, ma durante la stagione era girata voce che Giovanni sarebbe andato alla Lazio perché c’era un accordo fra il padre e la società biancoceleste. Ripeto, il parere del Genoa conta fino a un certo punto e c’è da dire che il ragazzo a Genova sta bene e ha sempre detto che vorrebbe fare qui un altro anno d’esperienza”.
Tra Preziosi e Cairo non ci sono grandissimi rapporti, questo potrebbe influire sulla trattativa?
“Fino a un certo punto. E’ vero che non ci sono molti rapporti, ma Preziosi in questo periodo sta pensando a mille cose e in particolare a cedere la società, quindi se ci fosse un’offerta importante non guarderebbe a queste cose. Cairo e Preziosi si sono riavvicinati e sono uomini di calcio e di conseguenza non sarebbe questo il problema”.
Da parte del Genoa, quindi, non c’è preclusione a vendere il giocatore?
“Di fronte all’offerta giusta no. Il Genoa, purtroppo, per comprare in sede di mercato deve prima fare delle plusvalenze e i giocatori che permettono questo sono pochi: Perin, Izzo, Simeone e Laxalt. Dicendo chiaro e tondo com’è la situazione, il Genoa oggi deve autofinanziarsi, poi, magari domani la società verrà venduta a un emiro arabo, sto facendo un esempio, cambia tutto. Nessuno avrebbe mai immaginato che Simeone si rivelasse un calciatore di questo livello, infatti, era arrivato per fare esperienza e andare in panchina come Pavoletti che prima si è infortunato e poi a gennaio è stato ceduto al Napoli, mentre Simeone è esploso”.
Simeone nel Genoa si è comunque conquistato un posto da titolare a suon di gol.
“Certo e perché non c’era più Pavoletti e a quel punto è diventato la prima scelta, anche perché Pinilla, arrivato a gennaio, è finito in panchina, dopo averne fatte di tutti i colori compresa la squalifica di cinque giornate, e così il peso dell’attacco è finito tutto sulle spalle di Simeone”.
Simeone nonostante i ventuno anni ha dimostrato di sopportare questo peso in una piazza sicuramente calda.
“Sì, lui arriva dall’Argentina, quindi, alle piazze calde è abituato. Diciamo che in un’annata particolare con la lotta per la salvezza fino alla penultima giornata, proprio con il Torino il Genoa si è salvato, con tutti i problemi e le contestazioni Simeone è sempre stato zitto e ha lavorato come ha più volte detto Juric. E’ un giocatore che arriva per primo e va via per ultimo agli allenamenti e s’impegna sempre al massimo come atleta, ha pochi grilli per la testa. Doveva indubbiamente abituarsi al campionato italiano perché in Argentina faceva un gioco diverso, però, si è ambientato bene e ha dimostrato subito di essere un giocatore di valore. I difensori stanno iniziando a conoscerlo e lui ha ancora ampi margini di crescita come dice Juric che parlando di lui afferma che non ha solo la “garra”, la grinta, ma un margine di miglioramento enorme.

Stare un altro anno al Genoa non gli farebbe male, o comunque da un’altra parte dove potesse imparare gli sarebbe sicuramente utile. E’ un giocatore destinato a fare grandi cose. Va specificato che è un attaccante da area di rigore, parte anche da lontano e ha progressione, ma dà il meglio di sé nei sedici metri”.
Se dovesse andare via Belotti per il Torino sarebbe un attaccante interessante?
“Hanno caratteristiche diverse, ma partire fin dall’inizio con tutto il peso dell’attacco sarebbe impegnativo”.
Giocherebbe con Iago Falque e Ljajic.
“Certo, ma con tutto il peso che deve sopportare una punta centrale potrebbe avere dei passaggi a vuoto vista la giovane età, magari gli gioverebbe avere al fianco un altro attaccante, ma se ha due uomini che gli mettono la palla bene in area è letale”.
Dalla descrizione caratteriale sarebbe il giocatore perfetto per entrare nelle grazie dei tifosi del Toro.
“Sicuramente. Oltre alla grinta ha altro e, come dicevo, è uno che parla poco e lavora tanto e sicuramente piace anche a Mihajlovic. Ma bisogna capire che cosa vuole Giovanni e che cosa vuole il papà, perché potrebbe decidere di rimanere un altro anno al Genoa e poi fare il salto andando in una squadra top. Se il Genoa volesse la plusvalenza è un conto, ma tra i papabili alla cessione è l’ultimo della lista anche perché il primo anno ha fatto bene, ma il secondo è sempre il più difficile. Simeone è passato direttamente dall’Argentina all’Italia senza giocare prima in altre squadre europee. Era arrivato per andare in panchina poi con l’infortunio di Pavoletti è andato in capo nella gara con il Napoli ed ha anche avuto l’occasione per mettere ko i partenopei, ma forse ha avuto un po’ di paura e poi Reina nella circostanza è stato bravo, comunque da quella volta Simeone non si è più fermato e ha dimostrato di essere un ottimo giocatore”.
Anche se ha solo quasi ventidue anni è un ragazzo che sa gestirsi e gestire le situazioni.
“Assolutamente sì. Altri ci hanno messo più tempo ad ambientarsi e lui è senza dubbio molto più maturo dei suoi coetanei. A livello tecnico deve crescere tanto”.
In cosa deve ancora migliorare Simeone?
“Nel lavoro fuori dall’area di rigore aiutando la squadra a centrocampo e tenendo su la palla. Fisicamente non ha una grande stazza, quindi, non è semplice per lui tener su il pallone. Capire meglio il calcio italiano perché a volte si è incaponito nel tenere la sera, deve dialogare di più con i compagni. L’anno scorso è stata un’annata particolare per il Genoa di conseguenza è difficile valutare, ma ha realizzato tanti gol, dodici. In una quadra che non ha i problemi che sono accaduti al Genoa e che gli mette ai fianchi due veri giocatori può fare un gioco diverso e poi dipende anche dall’allenatore”.
Per quel che riguarda l’ingaggio avrà sicuramente emolumenti che per il Torino sono in linea con i tetti fissati.
“Al Genoa non ci sono stipendi da top player. Gli unici che si avvicinano al milione sono Perin e Veloso, ma del portoghese non si sa esattamente anche perché è il genero del presidente. Se Perin dovesse restare, gli scatterebbe l’aumento come da contratto rispetto ai 900 mila euro che prendeva, ma gli altri hanno stipendi ben inferiori. Simeone è il tipo di giocatore che guarda meno ai soldi e più ai risultati”.