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Pogba, il Monet del calcio mondiale indecifrabile come una Gioconda

Pogba, il Monet del calcio mondiale indecifrabile come una Gioconda
© foto di Imago/Image Sport
lunedì 25 dicembre 2017, 07:452017
di Mattia Zangari

"Impressione, levar del sole". Paul Pogba, ovvero il Monet del calcio mondiale per il suo agente Mino Raiola, nelle ultime ore è diventato l'inconsapevole protagonista di un celebre quadro del pittore francese che un secolo e mezzo fa dipingeva le sue 'impressioni' su tela in diversi momenti del dì. Proprio come il francese, che – secondo il Daily Mail – la mattina dopo la notte da leone vissuta all'Emirates Stadium nel 3-1 rifilato dal Manchester United all'Arsenal non si è presentato agli allenamenti, costringendo alcuni membri dello staff dei Red Devils ad andarlo a tirar giù dal letto nella sua lussuosa abitazione ad Hale Barns.

Gossip a parte, del quale è difficile verificarne la veridicità, la notte londinese dello scorso 2 dicembre è stata quella nella quale l'ex Juve ha espresso senza mediazioni sovrastrutturali l'immediatezza delle sue emozioni en plein air: sul prato dello stadio dei Gunners, il Nazionale transalpino ha riempito di luce la notte della capitale inglese con lampi della sua abbagliante forza fisica. Conditio sine qua non il ragazzo di Lagny-sur-Marne non può pensare di paragonarsi ai migliori interpreti del mondo in giro per il globo. 'Prima la quantità, poi la qualità viene di conseguenza', il mantra che gli ripeteva Massimiliano Allegri nel suo periodo in bianconero, una lezione appresa solo a intermittenza dal classe '93, sempre proiettato a sbalordire con effetti speciali, spesso effimeri, quelli che nell'estate del 2016 gli hanno appicciato sulla schiena il cartellino con il prezzo monstre da 110 milioni di euro.

Costo scomodo da ogni prospettiva lo si guardi, anche perché Pogba non è un dipinto, per sua natura immutabile nel tempo, ma ad ogni esposizione in giro per le mostre di tutta Europa deve dimostrare di valere i soldi che è stato pagato. Ragion per cui succede che, nella giornata di grazia in cui domini fisicamente gli avversari, non sbagli neanche una scelta dal punto di vista tecnico fornendo due assist chiave per altrettanti gol ai compagni, puoi imbrattare un capolavoro con la bomboletta di un cartellino rosso per un intervento imprudente in gioco pericoloso ai danni di un avversario (l'espulsione diretta per fallo a Bellerin). Atto sacrilego che ha impedito a milioni di spettatori di dare il loro giudizio insindacabile sull'artista Paul Pogba in uno dei più prestigiosi musei del pianeta, l'Old Trafford, nella mostra più importante dell'anno, davanti al critico d'arte più inflessibile, Pep Guardiola della galleria d'arte moderna di Manchester.

Se a ciò si aggiungono le dodici rassegne artistiche chiuse per i lavori di restauro (la guarigione necessaria per i problemi alla coscia) rimangono solo tredici esibizioni da valutare. E la stima di queste ultime è senz'altro positiva, con l'asterisco a piè pagina ad informare che il giudizio deve essere forzatamente rimandato a esami più probanti, in un lasso di tempo più significativo di soli quattro mesi. Il dipinto completato a metà di Pogba parte dalle pennellate di getto con West Ham e Swansea (due gol e due assist a marchiare i due 4-0), prosegue con quelle del suo ritorno in campo col Newcastle, rimontato anche grazie a una suo passaggio decisivo a Martial per l'1-1 e alla segnatura del 3-1 della sicurezza. Si procede poi con i colori freddi di Brighton e Watford, la clamorosa ombra a Bristol, per poi concludere con il dettaglio della fascia di capitano al braccio nel beffardo 2-2 subito in rimonta per mano del Leicester City.

Un risultato che ha fatto passare a José Mourinho, suo maestro, la voglia di parlare dello scolaro nel post-partita: "Pensi che voglia parlare di Pogba capitano?", ha detto lo Special One infastidito dalla domanda del giornalista. Pogba, per una sera, è finito in secondo piano, esattamente come il paesaggio misterioso che fa da sfondo alla 'Gioconda' di Leonardo da Vinci. Un opera d'arte che affascina per la sua indecifrabilità, proprio come il Monet del calcio mondiale da 110 milioni di euro.