Abete: "Fatti drammatici, Calcio promuova educazione"
Al Live Show di RMC Sport è intervenuto l’ex vicepresidente della Uefa ed ex presidente della Figc Giancarlo Abete. Ecco le sue parole:
Sui fatti di Milano
"Sono stati due eventi molto drammatici. Il primo fuori allo stadio, in linea con quanto avvenuto in altre occasioni, vedi Ciro Esposito nel 2018 e Bagnaresi nel 2008. Sono eventi lontani dallo stadio, che testimoniano che c’è un seme della violenza che prescinde dall’evento calcistico. In termini di responsabilità, non c’è diretto rapporto tra il mondo del calcio e questi eventi. Le società non possono intervenire a distanza dallo stadio. Il calcio può fare molto in termini di educazione e prevenzione, perché la dimensione della violenza è insita nella società in cui viviamo e il calcio non ne è esente. Il calcio può fare molto in termini positivi. Gravina ha impegnato il Consiglio Federale a norme più severe per i cori di discriminazione territoriale. I dati dell’Osservatorio? E’ vero, sono in aumento ma dobbiamo ricordare che c’erano stati miglioramenti negli altri anni. Certamente l’ultimo è stato un anno difficile".
Sospendere o no le partite in questi casi?
"A livello internazionale e italiano c’è il ruolo centrale del tutore dell’ordine pubblico. C’ero all’Heysel quando morirono i tifosi della Juventus, ma in tante altre situazioni l’evacuazione dello stadio è un problema complesso. Bisogna avere una lucidità e una professionalità che spetta al pubblico. Le normative sono articolate e che prevedono una sorta di condivisione tra l’arbitro e il responsabile dell’ordine pubblico, ma la responsabilità ultima spetta sempre a questo e credo sia giusto".
Sul razzismo nel calcio
"Si può dare l’impressione che ci sia una sottovalutazione di questi fenomeni, ma è un problema diffuso. SI può e deve fare di più, perché ovviamente ci sono degli eventi che continuano e si deve fare il massimo perché certe cose vengano intercettate. Serve educazione e prevenzione, di pari passo ad un sistema sanzionatorio tale che faccia capire che c’è la negazione assoluta di certi comportamenti".