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Sneijder sul triplete: "Ne sarei orgoglioso anche dopo 100 anni"

Sneijder sul triplete: "Ne sarei orgoglioso anche dopo 100 anni"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
martedì 10 settembre 2019, 23:40Altre Notizie
di Ivan Cardia

"Sono orgoglioso. Posso solo di essere enormemente orgoglioso di aver alzato quella coppa". Parola di Wesley Sneijder, che un mese fa ha annunciato l'addio al calcio e oggi per il magazine ufficiale della Champions League ha raccontato le emozioni del triplete vinto nel 2010: "Prima della finale sentivamo che c'era tantissima tensione, lo vedevi sul volto di tutti noi. Io ero calmo, ho detto ai miei compagni di approcciarsi alla partita come fosse una gara qualunque. Il match è iniziato subito combattuto. Poi Julio Cesar ha calciato lungo, io ho controllato il pallone dopo la sponda e servito di nuovo Milito in corsa. Sapevo che se fosse riuscito a entrare in area avrebbe fatto gol. E questo è quello che è successo esattamente. Non è stata un'azione che avevamo provato, ma stavolta mi sono trovato nel posto giusto per fare quel passaggio. E così eravamo sull'1-0".

Poi la ripresa e il raddoppio.
"Il secondo gol è arrivato in un momento in cui eravamo sotto grande pressione. Loro stavano provando a segnare e noi eravamo costretti a chiuderci dietro. Li tenevamo lontani mentre aspettavamo che commettessero un errore. Ed è proprio quello che è successo, un contropiede molto rapido che ha coinvolto diversi giocatori e poi un movimento incredibile di Milito che ha segnato il 2-0. Al triplice fischio non posso descrivere quello che è passato per la mia testa. Mi sembrava un sogno, da allora non ho mai vissuto un momento come quello. Vedevo persone che correvano da tutte le parti, è stato un momento bellissimo. Ora, dieci anni dopo, mi guardo indietro e provo lo stesso orgoglio di allora. Non perderò mai questo sentimento. Non riesco ancora a credere di aver alzato quella coppa, l'immagine di me sul palco non mi abbandonerà mai. Mi sento così orgoglioso, abbiamo dato tutto e ci siamo spinti fino ai nostri limiti. Penso che ne sarei orgoglioso ancora dopo cento anni".

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