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TMW RADIO - Mirabelli: "Il calcio segua Galliani. Mercato? Per me due settimane bastano"

TMW RADIO - Mirabelli: "Il calcio segua Galliani. Mercato? Per me due settimane bastano"TUTTO mercato WEB
giovedì 23 aprile 2020, 19:32Altre Notizie
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Massimiliano Mirabelli intervistato da Francesco Benvenuti, Raimondo De Magistris e Niccolò Ceccarini
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Massimiliano Mirabelli, ex ds del Milan, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione che va in onda sulle web frequenze di TMW Radio: "Nessuno si aspettava che arrivasse una cosa del genere, speriamo di essere quasi alla fine. Ne dovremo venire fuori per forza, proviamo a stringere i tempi ma è comunque una sensazione veramente strana che non avrei mai pensato di passare".

Come ha risposto la Calabria?
"Qui, in generale al sud, la gente ha risposto abbastanza bene. Oltre alla preoccupazione del virus, qui fa ancor più paura la situazione sanitaria, e quella degli ospedali: è entrata la giusta paura per tenere tutti a casa. Fosse capitato qui da noi quello che è successo in Lombardia, penso avremmo assistito ad una tragedia che non potevamo raccontare".

Come commenta la reazione del calcio all'emergenza?
"Purtroppo il calcio deve soccombere a quello che è stato comunicato dalle autorità. Ricordo che, inizialmente, c'erano tanti politici ed esperti che pensavano fosse quasi un'influenza, senza troppi problemi. Da lì si è un po' sottovalutato, ma il calcio si sta adeguando alle direttive. La UEFA sta chiedendo di finire i campionati entro luglio così da finire la Champions per agosto, ma dall'altra parte il Ministro Spadafora dovrà comunicare quando sarà possibile riprendere: Lega Serie A e club rimangono nel mezzo, la situazione non è semplicissima. Vero che c'è un grande interesse nel concludere i campionati, non tanto per assegnare il titolo ma soprattutto per le posizioni Champions. Ognuno comunque ha i propri interessi. Forse si poteva pensare di stoppare, senza affrettare la ripresa e seguire la proposta di Galliani. Giochiamo due stagioni sull'anno solare e stiamo tutti più tranquilli. La realtà è che chi ci doveva spiegare il virus non ci ha capito nulla, e non è possibile fare previsioni. Gli errori di comunicazione sono normali".

Come affrontare la questione delle scadenze contrattuali?
"Questo è un grande problema. Uno può pensare che sarà solo un mese di differenza, ma lì c'è tanto: ci sono prestiti che finiscono, scadenze. Se uno si fa male in quel mese poi sono da ridiscutere le assicurazioni... Ci sono oggettive difficoltà e non si può decidere sul momento. Vista però la situazione straordinaria le varie federazioni, comprese FIFA e UEFA, potrebbero trovare un accordo intorno a un tavolo".

Dove si collocherà il mercato?
"Tra la data di conclusione e quella della nuova stagione si può inserire il mercato. Per me la finestra deve essere aperta solamente quando la palla non rotola".

C'è il rischio che duri troppo poco?
"Però mi sembra assurdo che due settimane siano poco tempo. Una società, con i suoi dirigenti, non aspetta il primo giorno di mercato per avere e sviluppare le proprie idee. Per me due settimane sono più che sufficienti, anzi se vi ricordate un anno e mezzo fa eravamo riusciti a ridurre il tutto. Per me è normale, perché la cosa più orrenda è giocare con il mercato aperto, e pensare che un giocatore la domenica ha sfidato una squadra con cui si allenava il giorno dopo... E questo succede ogni gennaio. Ci si dovrà aspettare un mercato meno dispendioso".

Dovrebbe esserci un po' di imbarazzo nel calcio nell'apprendere che non ci sono strutture adeguate per applicare il protocollo FIGC?
"Se pensiamo ai grandi campionati europei, siamo davvero disastrosi se confrontati a certe realtà. All'estero oltre a trovare stadi bellissimi, efficienti e moderni, troverete anche dei grandissimi centri sportivi, sembra di fare un weekend sulla Luna. Ogni squadra di Serie A dovrebbe averne ma non tutti ce l'hanno. Qualche società ci ha investito, qualcun altro ci ha provato ma è andato incontro a problemi burocratici, altri hanno speso in altre maniere. Dovremmo svegliarci su questo, è assurdo non poter ricominciare perché manca la sicurezza di un centro sportivo proprio".

Come si sta muovendo Gravina?
"Per me sta gestendo bene la FIGC: leggo molte critiche, ma non è una cosa semplice. Non dimentichiamoci che la cosa più facile non si può fare, perché ci sono tanti interessi. Normale che chi sembra spacciato vuole annullare, mentre altri vorranno proseguire. Il 30 giugno la stagione sportiva finisce, e se non si potesse riprendere a quel punto la classifica rimane quella... Ma vi immaginate cosa accadrebbe? Avremmo i tribunali pieni. Ci sono interessi contrapposti, e il povero Gravina fatica sia da una parte che dall'altra".

Come cambierà il lavoro dei ds dopo la crisi?
"Le idee ci vogliono sempre, servivano anche prima. Cambierà il modo in cui si orchestra una trattativa, penso saranno da impostare su prestiti o scambi. Girerà poco denaro secondo me... Non penso che vengano presi giocatori del settore giovanile tanto per fare, altrimenti si andrebbe incontro a un indebolimento in confronto con l'Europa. Comunque questo lavoro era già stato avviato, basta vedere la Nazionale e i suoi giovani, su questo stiamo andando bene. Non esisteranno più però le cifre a cui eravamo abituati un tempo, dobbiamo cambiare strategia di lavoro".

Forse dovrà essere ripensata anche l'eccessiva dipendenza dai diritti tv?
"Però è dura. Anzi, dovremmo cercare di ottenere sempre di più dai diritti televisivi. Basti pensare che la Premier ci supera di gran lunga su questo fronte: dobbiamo cercare di essere più appetibili. Oggi ci saranno grosse discussioni intorno a questo tema, sappiamo tutti che se si apre, succederà a porte chiuse. La domanda è: quando si apriranno? Per il vaccino servono tempi lunghi, e le società dovranno farsi valere perché se allo stadio non ci sarà nessuno, davanti al televisore ci sarà sempre più gente. Si dovrà lavorare per prendere ancora di più di oggi, ma è impensabile che una società nel calcio di oggi non sopravviva sui diritti tv".

Secondo lei è stata più difficile la sua trattativa per il rinnovo di Donnarumma o quella che dovranno fare adesso?
"Sempre difficile, anche se io partivo svantaggiato perché eravamo appena arrivati, ad undici mesi dalla scadenza. La proprietà attuale ha avuto un po' di anni, penso che ci staranno lavorando. Non è una questione semplice, non parliamo di un giocatore normale ma di uno dei portieri più forti al mondo. Bisognerà soprattutto vedere a che condizioni rinnoveranno, eventualmente. Io ricordo che noi non sborsammo nulla per commissioni o procure".

Saranno gli ultimi mesi di Ibra al Milan?
"Non si può dire. Ibrahimovic è un giocatore straordinario, ma non può rappresentare la soluzione ai problemi del Milan un giocatore che si avvicina ai 40 anni. Non sarà lui a dover portare la croce".

Dove sarà per lei il futuro?
"Purtroppo questo maledetto virus mi ha bloccato, stavo discutendo di alcune cose sia in Italia che all'estero, e ora invece siamo congelati per potersi muovere. Sicuramente c'è grande voglia di rientrare e ricominciare".

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