Tredici anni fa, il cielo azzurro sopra Berlino
Ricordate, ricorderete certamente: con chi eravate, al momento di quei gol, di quelle lacrime, di quegli abbracci, di quelle sofferenze, di quella gioia? I passi e i respiri, unghie tra i denti, cuore in gola. Gli sguardi e i sospiri. Ogni singolo dettaglio è una fotografia che resterà sempiterna e per questo, in Russia, Giampiero Ventura e la sua italietta, minuscola per coraggio e per risultato, ci hanno tolto tanto. Perché il Mondiale è per antonomasia e definizione quel che rappresenta tutto, il massimo, il pianeta. Tutti contro tutti e vinca il migliore, o magari il più fortunato. Ma uno vince e se non hai la possibilità di rincorrere un'ambizione, se ti viene negata dalla tua incapacità, allora soffri, dentro, privato e povero. E' la missione di Roberto Mancini e di questa nuova Italia che riparte. Riaprire il porto dei sogni e delle ambizioni, in una delle ere più cupe e complicate del tempo del nostro paese. Tornare ad abbracciarci, a stringersi forte. A volersi bene. A sperare che un giorno così torni ancora, sui cieli d'Italia.
🗓 #AccaddeOggi: #9Luglio 2006
— Sky Sport (@SkySport) 9 luglio 2019
🏆 L'#Italia è campione del mondo
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🗣 «E allora diciamolo tutti insieme, tutti insieme, quattro volte: siamo campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!»
🎙 Fabio #Caressa#SkySport pic.twitter.com/eyCTQfbnEn