Il lungo addio dei senatori. A Bari è la fine di un ciclo

Nel biennio che ha visto il Bari ritornare tra i professionisti dopo il fallimento che aveva cancellato il galletto dal calcio che conta, sono tre i calciatori che più di tutti hanno lasciato il segno per carisma e personalità. Si tratta di Pierluigi Frattali, Valerio Di Cesare e Mirco Antenucci, un trio da centonove anni in tre, croce e delizia di tifosi e addetti ai lavori. Arrivati in Puglia dopo carriere vissute ad alti livelli, la loro presenza avrebbe dovuto garantire la giusta esperienza per compiere il grande salto in cadetteria, ma, come si è visto, così non è stato. 

In un’estate che si preannuncia di rifondazione, la loro conferma nel nuovo progetto è tutt’altro che scontata. La mancata promozione ha esasperato gli animi di una piazza comprensibilmente insofferente in una categoria che storicamente non le compete. Le colpe, come spesso accade in questi casi, sono cadute anche, e soprattutto, sui senatori, colpevoli non solo di un rendimento al sotto delle aspettative ma anche di non aver saputo unire uno spogliatoio quantomai spaccato e senza riferimenti.

Tra i pochi a salvarsi in questa stagione figura Pierluigi Frattali, a cui pare destinata la fascia di capitano nel caso, molto probabile, che Di Cesare decidesse di appendere gli scarpini al chiodo. Non è però da escludere a priori l’addio del numero uno biancorosso, autore sì di buone prestazioni ma al quale cominciano a farsi sentire i trentacinque anni. Discorso differente quello relativo a Mirco Antenucci: è soltanto un lontano ricordo oramai il sostegno incondizionato della tifoseria verso l’ex Spal, che dopo un’annata con più luci che ombre sembra aver perso irrimediabilmente l’appoggio della piazza. Per il classe ‘84 si profila dunque una cessione, che oltre a lasciare spazio un attaccante più giovane libererebbe il club da un ingaggio decisamente pesante.