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Morto a 82 anni l'ex difensore e dirigente Franco Janich
Si è spento questa mattina all’età di 82 anni Franco Janich, colonna del Bologna dal 1961 al 1972 e protagonista dello scudetto del 1964. In rossoblu ha giocato 376 partite vincendo, oltre allo scudetto anche una Coppa Italia e una Mitropa Cup.
Il sito del Bologna lo ricorda così: "Nato a Udine il 27 marzo 1937 e cresciuto come stopper nello Spilimbergo in IV Serie, esordisce in Serie A con l’Atalanta prima di trasferirsi alla Lazio di Bernardini con cui vince una Coppa Italia. E’ proprio l’allenatore romano a volerlo al Bologna al momento del suo passaggio sulla panchina rossoblù. E al Bologna Janich arretra il suo raggio d’azione, trasformandosi in libero e formando con Tumburus una coppia di centrali imperforabile. Grande e grosso, bravo nell’anticipo, formidabile di testa, viene soprannominato l’Armèri, l’armadio in dialetto bolognese. I tifosi ne apprezzano non solo le qualità sul campo, ma anche l’arguzia e la simpatia con cui conquista tutti, anche chi per ragioni anagrafiche lo conosce solo a fine carriera. Stabilitosi a Nemi, nella campagna laziale, Janich infatti torna spesso a Bologna, finché la salute glielo consente, per salutare i vecchi amici e respirare il profumo di una città che gli è rimasta nel cuore. Quella città che oggi lo piange come uno dei figli più cari".
Dopo la carriera da giocatore Janich è stato dirigente di Napoli, Como, Lazio, Triestina e Bari.
Il sito del Bologna lo ricorda così: "Nato a Udine il 27 marzo 1937 e cresciuto come stopper nello Spilimbergo in IV Serie, esordisce in Serie A con l’Atalanta prima di trasferirsi alla Lazio di Bernardini con cui vince una Coppa Italia. E’ proprio l’allenatore romano a volerlo al Bologna al momento del suo passaggio sulla panchina rossoblù. E al Bologna Janich arretra il suo raggio d’azione, trasformandosi in libero e formando con Tumburus una coppia di centrali imperforabile. Grande e grosso, bravo nell’anticipo, formidabile di testa, viene soprannominato l’Armèri, l’armadio in dialetto bolognese. I tifosi ne apprezzano non solo le qualità sul campo, ma anche l’arguzia e la simpatia con cui conquista tutti, anche chi per ragioni anagrafiche lo conosce solo a fine carriera. Stabilitosi a Nemi, nella campagna laziale, Janich infatti torna spesso a Bologna, finché la salute glielo consente, per salutare i vecchi amici e respirare il profumo di una città che gli è rimasta nel cuore. Quella città che oggi lo piange come uno dei figli più cari".
Dopo la carriera da giocatore Janich è stato dirigente di Napoli, Como, Lazio, Triestina e Bari.
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