esclusiva
Tedino: "Per il Palermo la A sarà poi un dovere. Fabregas? È da ammirare"
"Quest'anno la B è un campionato eccezionale, ci sono almeno dieci club che puntano a vincere, per blasone, per qualità tecnica, per allenatore, per la rosa allestita: non vedo squadre poco attrezzate, e nessuna è in difficoltà dal punto di vista generale. Questa Serie B ricorda molto la Championship, anche se in Inghilterra gli stadi sono più pieni": esordisce così, nell'intervista rilasciata in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, mister Bruno Tedino. Attualmente tra gli svincolati di lusso che la passata stagione ha lasciato, e tra gli occhi più attenti sul mondo pallonaro italiano.
Accennava alle squadre che puntano alla A: Inzaghi ha dato favorite, se non si suicidano, Cagliari e Genoa. È d'accordo?
"Pippo è un furbacchione! (ride, ndr) Con la sua Reggina sta facendo un lavoro straordinario, è un campione nel calcio e nel lavoro, mi ha fatto sempre una buona impressione. Poi, sulla carta Cagliari e Genoa sono le favorite, questo è vero, ma in campo subentrano tante componenti che fanno poi la differenza, niente è scontato. A me poi piace molto anche la SPAL, è una squadra forte, e attenzione al Frosinone di Fabio Grosso, altro ottimo allenatore: i ciociari giocano un calcio importante e propositivo, in fase di possesso anche innovativo. Tanti meriti a lui".
A proposito di allenatori, diverse panchine sono già saltate...
"Ogni storia è a sé, e dall'esterno non si possono conoscere le dinamiche, alcune magari si portano dietro dall'anno scorso altre sono subentrate nei tre mesi di lavoro tra preparazione e campionato: i tempi sono un po' più lunghi del semplice avvio di stagione. Possono starci diversità di vedute nel tempo. Certo è che gli allenatori sono i meno agevolati, pagano sempre loro per tutti".
Tra quelle che hanno cambiato, SudTirol e Palermo, sue ex squadre che si affronteranno sabato. Che gara ci possiamo aspettare?
"Il SudTirol e il Palermo sono due realtà molto diverse da loro, anche per modo di giocare. Al SudTirol sono stato nella stagione 2003-2004, arrivammo terzi in una piazza che allora iniziava la sua crescita, quella crescita che l'ha portata ora a essere una realtà top per l'Italia, basti pensare al centro sportivo e allo stadio che hanno. Palermo ha invece adesso una proprietà sempre più ambiziosa, senza metter pressioni a nessuno si può però dire che nel tempo la promozione in A è per loro un dovere. Detto ciò, la gara credo vedrà i rosanero voler essere padroni del campo, ma davanti avranno la formazione altoatesina che si è mostrata estremamente solida in fase difensiva, si muove bene: esteticamente non sarà una partita bellissima, ma sicuramente sarà intensa e aggressiva".
Tornando alla B, lo scorso anno fu l'anno di Buffon. Ora c'è Fabregas: cosa può dare al Como, in questa B dei tanti campioni del mondo?
"Un calciatore di quel calibro, dà tantissimo. Dà mentalità internazionale, esempio dentro e fuori dal campo, comprensione del gioco, continuità di rendimento. Si è mostrato molto umile, di negativo non vedo assolutamente nulla. È un personaggio da ammirare".
Accennava alle squadre che puntano alla A: Inzaghi ha dato favorite, se non si suicidano, Cagliari e Genoa. È d'accordo?
"Pippo è un furbacchione! (ride, ndr) Con la sua Reggina sta facendo un lavoro straordinario, è un campione nel calcio e nel lavoro, mi ha fatto sempre una buona impressione. Poi, sulla carta Cagliari e Genoa sono le favorite, questo è vero, ma in campo subentrano tante componenti che fanno poi la differenza, niente è scontato. A me poi piace molto anche la SPAL, è una squadra forte, e attenzione al Frosinone di Fabio Grosso, altro ottimo allenatore: i ciociari giocano un calcio importante e propositivo, in fase di possesso anche innovativo. Tanti meriti a lui".
A proposito di allenatori, diverse panchine sono già saltate...
"Ogni storia è a sé, e dall'esterno non si possono conoscere le dinamiche, alcune magari si portano dietro dall'anno scorso altre sono subentrate nei tre mesi di lavoro tra preparazione e campionato: i tempi sono un po' più lunghi del semplice avvio di stagione. Possono starci diversità di vedute nel tempo. Certo è che gli allenatori sono i meno agevolati, pagano sempre loro per tutti".
Tra quelle che hanno cambiato, SudTirol e Palermo, sue ex squadre che si affronteranno sabato. Che gara ci possiamo aspettare?
"Il SudTirol e il Palermo sono due realtà molto diverse da loro, anche per modo di giocare. Al SudTirol sono stato nella stagione 2003-2004, arrivammo terzi in una piazza che allora iniziava la sua crescita, quella crescita che l'ha portata ora a essere una realtà top per l'Italia, basti pensare al centro sportivo e allo stadio che hanno. Palermo ha invece adesso una proprietà sempre più ambiziosa, senza metter pressioni a nessuno si può però dire che nel tempo la promozione in A è per loro un dovere. Detto ciò, la gara credo vedrà i rosanero voler essere padroni del campo, ma davanti avranno la formazione altoatesina che si è mostrata estremamente solida in fase difensiva, si muove bene: esteticamente non sarà una partita bellissima, ma sicuramente sarà intensa e aggressiva".
Tornando alla B, lo scorso anno fu l'anno di Buffon. Ora c'è Fabregas: cosa può dare al Como, in questa B dei tanti campioni del mondo?
"Un calciatore di quel calibro, dà tantissimo. Dà mentalità internazionale, esempio dentro e fuori dal campo, comprensione del gioco, continuità di rendimento. Si è mostrato molto umile, di negativo non vedo assolutamente nulla. È un personaggio da ammirare".
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