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Dalla grande opportunità per l'Italia di Scamacca al West Ham alla battaglia di Mancini su Gnonto e gli altri. Per il 9 azzurro non c'era posto ma i club di A hanno tante occasioni per riscattarsi con altri talenti
Nato a Firenze il 5 maggio 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb. In RAI con 90° Minuto, Calcio Totale e Notte Azzurra, ha lavorato per Radio Sportiva e per Il Messaggero
Gianluca Scamacca si è imbarcato in un aereo con una valigia piena di sogni, speranze, una maglia azzurra ed è atterrato in una terra claret & blue fatta di bolle di sapone, sterline e una certezza. Sarà uno dei grandi centravanti della prossima Premier League. Scamacca, che è e sarà il futuro attaccante della Nazionale Italiana, lontano dal nostro campionato. Un po' per necessità, un po' per virtù, un po' per contingenza, un po' per colpe, un po' per costi. Ci sono delle responsabilità vere e concrete, per questo addio all'Italia di chi l'Italia è destinato a guidare in futuro con la 9, è un peccato, una disdetta, o così va, nel calcio moderno?
Una grande opportunità
Che i giocatori più importanti di una determinata nazione debbano giocare nel proprio campionato è un sillogismo passato, che non tiene conto dei confini sempre più aperti e delle distanze sempre più ridotte del mondo in cui viviamo. Anzi. Scamacca in Premier League è una grande opportunità, per lui e per il ct Roberto Mancini. Perché lì avrà la possibilità di arricchire ancora il suo bagaglio di nozioni tattiche e tecniche diverse. Di mettersi alla prova contro alcune delle migliori squadre al Mondo, ogni settimana. Di vivere un campionato e un calendario intenso come nessun altro.
Non c'era posto per Scamacca
La verità è che in questo mercato la contingenza ha portato Scamacca a trovare ogni porta chiusa. E non solo per le solite alte e lecite pretese del Sassuolo. Perché la Juventus ha Vlahovic, perché il Milan ha scelto Origi, perché l'Inter ha ripreso Lukaku, perché la Roma ha Abraham, perché il Napoli non molla Osimhen. Perché, in fondo, per Gianluca Scamacca in Serie A non c'era posto nelle grandi squadre e non aveva voglia e intenzione di fare uno step intermedio (alla Fiorentina, che già a gennaio ci aveva provato), pensando di far subito il grande salto. Chiaro, il West Ham non è una corazzata internazionale ma è comunque un club dal gran prestigio, settimo nell'ultima Premier, che giocherà la Conference e dalle certe e sicure ambizioni.
La rabbia di Mancini: perché non puntare sugli italiani?
Roberto Mancini non disdegna queste storie, dove i giocatori che vanno in grandi campionati, in squadre importanti, sono costretti ad alzare l'asticella, a ogni livello. Il problema, per il commissario tecnico, è semmai un altro. E' che nonostante le ottime prestazioni in azzurro, Wilfried Gnonto è sempre allo Zurigo. E' che con tutte le grandi in cerca di difensori, nessuno abbia fatto carte false ancora per Mattia Viti e Fabiano Parisi, due stelle di casa Empoli. E' che i portieri dell'Under 21 non giochino in Serie A, è che Sebastiano Esposito è dovuto andare all'Anderlecht, è che è sì pronto a far sbarcare tra i grandi Nicolò Rovella, Fabio Miretti e Nicolò Fagioli ma vorrebbe che pure le squadre italiane ci puntassero e non solo lui. Per questo il problema non è Scamacca, perché essere il centravanti del West Ham è una responsabilità che lo farà crescere anche in ottica Nazionale. Il problema è che prima di quest'estate, nessuno ci ha puntato. E presto questa storia varrà anche per Gnonto, Esposito, e via discorrendo.
Una grande opportunità
Che i giocatori più importanti di una determinata nazione debbano giocare nel proprio campionato è un sillogismo passato, che non tiene conto dei confini sempre più aperti e delle distanze sempre più ridotte del mondo in cui viviamo. Anzi. Scamacca in Premier League è una grande opportunità, per lui e per il ct Roberto Mancini. Perché lì avrà la possibilità di arricchire ancora il suo bagaglio di nozioni tattiche e tecniche diverse. Di mettersi alla prova contro alcune delle migliori squadre al Mondo, ogni settimana. Di vivere un campionato e un calendario intenso come nessun altro.
Non c'era posto per Scamacca
La verità è che in questo mercato la contingenza ha portato Scamacca a trovare ogni porta chiusa. E non solo per le solite alte e lecite pretese del Sassuolo. Perché la Juventus ha Vlahovic, perché il Milan ha scelto Origi, perché l'Inter ha ripreso Lukaku, perché la Roma ha Abraham, perché il Napoli non molla Osimhen. Perché, in fondo, per Gianluca Scamacca in Serie A non c'era posto nelle grandi squadre e non aveva voglia e intenzione di fare uno step intermedio (alla Fiorentina, che già a gennaio ci aveva provato), pensando di far subito il grande salto. Chiaro, il West Ham non è una corazzata internazionale ma è comunque un club dal gran prestigio, settimo nell'ultima Premier, che giocherà la Conference e dalle certe e sicure ambizioni.
La rabbia di Mancini: perché non puntare sugli italiani?
Roberto Mancini non disdegna queste storie, dove i giocatori che vanno in grandi campionati, in squadre importanti, sono costretti ad alzare l'asticella, a ogni livello. Il problema, per il commissario tecnico, è semmai un altro. E' che nonostante le ottime prestazioni in azzurro, Wilfried Gnonto è sempre allo Zurigo. E' che con tutte le grandi in cerca di difensori, nessuno abbia fatto carte false ancora per Mattia Viti e Fabiano Parisi, due stelle di casa Empoli. E' che i portieri dell'Under 21 non giochino in Serie A, è che Sebastiano Esposito è dovuto andare all'Anderlecht, è che è sì pronto a far sbarcare tra i grandi Nicolò Rovella, Fabio Miretti e Nicolò Fagioli ma vorrebbe che pure le squadre italiane ci puntassero e non solo lui. Per questo il problema non è Scamacca, perché essere il centravanti del West Ham è una responsabilità che lo farà crescere anche in ottica Nazionale. Il problema è che prima di quest'estate, nessuno ci ha puntato. E presto questa storia varrà anche per Gnonto, Esposito, e via discorrendo.
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