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Sergio Gori a TuttoCagliari: "L'unico incedibile per me è Pavoletti"
Riguardo all'attualità in orbita Cagliari, la redazione di TuttoCagliari.net ha intervistato in esclusiva Sergio Gori, attaccante rossoblù tra il 1969 e il 1975.
Con Semplici dall'inizio il Cagliari può ambire all'Europa?
"E chi può dirlo? Dipenderà dal mercato. E poi c'è un aspetto da non trascurare".
Quale?
"Bisogna dimenticare, a livello psicologico, il difficile girone di andata della stagione appena terminata. Non ci dimentichiamo che, ad un certo punto, il Cagliari rischiava seriamente di retrocedere!".
E' un Cagliari che, gradualmente, potrebbe perdere tutti quanti i "pezzi pregiati": Rugani, Godin, probabilmente Nandez e - dopo la tragedia Eriksen - anche Nainggolan...
"Sì, però bisogna anche chiedere a questi giocatori che cosa vogliono fare... Non so se a questi calciatori convenga andare in una big: il Cagliari è una squadra media e giocano, però - se andassero altrove - potrebbero non trovare lo stesso spazio. Quindi valutino attentamente, in caso la scelta finale fosse loro".
Dal tuo punto di vista qual è l'obiettivo della società? Costruire una squadra per seguire in prospettiva il "modello Atalanta" oppure lottare esclusivamente per la salvezza?
"Credo che la società sia ambiziosa. Ma ogni campionato è una storia a sè: farsi tanti progetti può rivelarsi inutile e ti può anche disorientare a stagione in corso".
Qual è un giocatore del Cagliari che reputi incedibile al 100%?
"In assoluto Pavoletti. E' importantissimo per questa squadra. Poi è uno che un gol te lo garantisce sempre. Non lo venderei mai".
Tra i più richiesti vi è anche il portiere Cragno...
"Nella tua carriera, ad un certo punto, arrivi ad un bivio e devi scegliere tra testa e cuore. Io vorrei solo dire una cosa".
Prego.
"I tempi del mio amico Gigi Riva, purtroppo, non esistono più. I calciatori giocano prevalentemente per il denaro e svolgono tutta la loro carriera per guadagnare sempre di più. Nulla contro Cragno, ma credo che anche lui alla fine andrà via, legittimamente, per questo motivo".
Con Semplici dall'inizio il Cagliari può ambire all'Europa?
"E chi può dirlo? Dipenderà dal mercato. E poi c'è un aspetto da non trascurare".
Quale?
"Bisogna dimenticare, a livello psicologico, il difficile girone di andata della stagione appena terminata. Non ci dimentichiamo che, ad un certo punto, il Cagliari rischiava seriamente di retrocedere!".
E' un Cagliari che, gradualmente, potrebbe perdere tutti quanti i "pezzi pregiati": Rugani, Godin, probabilmente Nandez e - dopo la tragedia Eriksen - anche Nainggolan...
"Sì, però bisogna anche chiedere a questi giocatori che cosa vogliono fare... Non so se a questi calciatori convenga andare in una big: il Cagliari è una squadra media e giocano, però - se andassero altrove - potrebbero non trovare lo stesso spazio. Quindi valutino attentamente, in caso la scelta finale fosse loro".
Dal tuo punto di vista qual è l'obiettivo della società? Costruire una squadra per seguire in prospettiva il "modello Atalanta" oppure lottare esclusivamente per la salvezza?
"Credo che la società sia ambiziosa. Ma ogni campionato è una storia a sè: farsi tanti progetti può rivelarsi inutile e ti può anche disorientare a stagione in corso".
Qual è un giocatore del Cagliari che reputi incedibile al 100%?
"In assoluto Pavoletti. E' importantissimo per questa squadra. Poi è uno che un gol te lo garantisce sempre. Non lo venderei mai".
Tra i più richiesti vi è anche il portiere Cragno...
"Nella tua carriera, ad un certo punto, arrivi ad un bivio e devi scegliere tra testa e cuore. Io vorrei solo dire una cosa".
Prego.
"I tempi del mio amico Gigi Riva, purtroppo, non esistono più. I calciatori giocano prevalentemente per il denaro e svolgono tutta la loro carriera per guadagnare sempre di più. Nulla contro Cragno, ma credo che anche lui alla fine andrà via, legittimamente, per questo motivo".
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
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