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Marotta e un'intervista che non spegne i malumori. Inzaghi e Allegri, serve molto di più: quest'anno la fiducia non sarà illimitata. Da Londra a Bologna (e Monza?): è già valzer degli allenatoriTUTTO mercato WEB
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venerdì 9 settembre 2022, 14:21Editoriale
di Raimondo De Magistris

Marotta e un'intervista che non spegne i malumori. Inzaghi e Allegri, serve molto di più: quest'anno la fiducia non sarà illimitata. Da Londra a Bologna (e Monza?): è già valzer degli allenatori

Giuseppe Marotta che rilascia una intervista l'8 settembre per confermare la fiducia nell'allenatore Simone Inzaghi è spia accesa su un problema (per ora) latente piuttosto che fiducia incondizionata nell'allenatore. Certo, non sarà un'altra sconfitta a fare eventualmente saltare il banco, ma la continua richiesta dell'ad nerazzurro di dare di più è segnale che non va sottovalutato. Perché in fondo i tanti #Inzaghiout 24 ore dopo gli altrettanti #Allegriout certificano non solo l'umore volubile dei tifosi ma soprattutto che oggi - già oggi - quello degli allenatori è un tema. In Italia e non solo.

Il Chelsea ha speso 25 milioni di euro per liberare Potter dal Brighton
Partiamo dalla notizia più eclatante degli ultimi giorni. Arrivata da oltremanica, sorprendente anche per la stampa britannica: Thomas Tuchel silurato dopo la sconfitta di Zagabria e, soprattutto, 15 mesi dopo aver vinto la Champions è la conferma che son pochi gli allenatori a sopravvivere quando c'è un cambio di proprietà. Il problema, casomai, è che quando si ragiona in Inghilterra a farsi spazio sono disponibilità economiche che per noi sono improponibili. Il Chelsea ha speso 25 milioni di euro 'solo' per liberare Potter dal Brighton: poi ci sono i soldi da dare al nuovo manager per i prossimi 5 anni, poi ci sono quelli da dare (ancora) a chi è andato via. In Italia quasi nessuno aveva 25 milioni di euro per tutto il mercato estivo, figurarsi per pagare la clausola di un allenatore... Ce lo vedete un Milan (o un Inter o una Juventus, fate voi) che spende 25 milioni di euro per liberare, ad esempio, Zanetti dall'Empoli? Un altro mondo, il mondo Premier.


Inzaghi e Allegri: la fiducia non è più illimitata
Ma torniamo a casa nostra. Le critiche a Simone Inzaghi dopo la sconfitta contro il Bayern Monaco sono state accese e a tratti feroci: non perché a San Siro ha vinto il Bayern ma per come a San Siro ha vinto il Bayern. Troppo facile, troppa differenza. Troppo arrendevole l'Inter che sembra aver perso la determinazione e l'organizzazione alla base dei successi contiani: l'Inter s'è consegnata agli avversari sperando solo in un passivo non troppo pesante.
Che poi è un po' quanto accaduto al Parco dei Principi: il fatto che la Juventus fino alla fine sia rimasta in partita contro il PSG è figlio della superficialità dei campioni parigini, non merito del piano di gioco bianconero. La Juve s'è consegnata all'estro di Mbappé e poi ha sperato che gli errori di Donnarumma e compagni potessero tirarla fuori dall'apnea. Magari sarebbe potuto anche capitare, ma qual era l'idea? E qui arriviamo al punto. Quest'anno la società ha seguito il suo allenatore in tutto e per tutto. Allegri voleva solo e soltanto giocatori pronti, ha dettato lui l'agenda coi nomi e la società l'ha accontentato ingaggiando Pogba e Di Maria, acquistando Paredes e Milik, sostituendo De Ligt con Bremer, il miglior centrale dell'ultima Serie A. Allegri è tornato da più di un anno, ha ottenuto i calciatori che chiedeva e adesso deve essere lui a dare delle risposte. Convincenti e vincenti.

Mihajlovic il primo a pagare: al suo posto Thiago Motta. Chi sono i prossimi sotto la lente d'ingrandimento
Intanto dopo cinque giornate è già 'saltata' la prima panchina in Serie A: Sinisa Mihajlovic ha pagato il pessimo avvio di stagione. Soprattutto, le sole quattro vittorie conquistate nelle 24 partite di Serie A disputate nel 2022 alla guida di un Bologna che da tanto, troppo tempo, vive in un limbo di mediocrità. Al suo posto Thiago Motta, l'uomo scelto da quel Sartori chiamato in estate per costruire al centro della via Emilia un nuovo miracolo Atalanta.
Occhio, adesso, a Giovanni Stroppa. Le cinque sconfitte nelle prime cinque partite del Monza in Serie A non possono farlo dormire sereno, anche se Galliani gli ha confermato la fiducia a più riprese. I sondaggi e i contatti con altri allenatori certificano che la situazione può precipitare da un momento all'altro, oppure può spingere Stroppa a estrarre il coniglio dal cilindro un po' come accaduto a Cioffi a Verona. Quando serpeggiavano i primi malumori attorno alla figura dell'allenatore l'Hellas ha conquistato quattro punti in due partite allontanando (per ora) lo spettro di un avvicendamento che un anno fa il presidente Setti operò con successo dopo soli tre turni.