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"Sai twerkare?" Perché non chiederlo anche a Modric o Mbappe?

"Sai twerkare?" Perché non chiederlo anche a Modric o Mbappe? TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 4 dicembre 2018, 22:492018
di Tommaso Maschio

Cosa sia il twerking ormai è cosa risaputa, specialmente dopo che nella serata di ieri il dj Martin Solveig ha chiesto alla neo vincitrice del Pallone d'Oro femminile, il primo nella storia tra le altre cose, Ada Hegerberg se sapesse fare questo passo di danza che consiste nello “scuotere i fianchi su e giù velocemente sul proprio asse verticale, creando così un tremolio sulle natiche”. Un passo molto sensuale, volgare per alcuni, portato al successo dalle varie Miley Cirus, Nicki Minaj, Rihanna e Vanessa Hudgens. Cosa esattamente centri un dj o un passo di danza – fosse pure una polka o un valzer - in un contesto calcistico, e che contesto visto che si stava consegnando il più importante riconoscimento individuale di questa disciplina, è un qualcosa che probabilmente fa parte della spettacolarizzazione dell'evento che tende spesso a prendere il sopravvento sull'evento stesso fagocitandolo. Meno difficile è invece capire perché il dj in questione abbia rivolto questa domanda proprio a lei, proprio alla più forte giocatrice del Mondo e non a Kylian Mbappé, vincitore del Premio Kopa come miglior giovane, o al neo Pallone d'Oro maschile Luka Modric.

Il motivo è semplice. Ancora oggi il calcio è visto come uno sport a totale appannaggio degli uomini e, nonostante il movimento femminile sia in crescita e in taluni casi ormai affermato, una donna è ancora vista fuori luogo con gli scarpini addosso. E questo vale anche per una ragazza di 23 anni che dalla Norvegia si è mossa alla conquista del Mondo, che ha vinto le ultime tre Champions League da protagonista (è stata capocannoniere nelle ultime due edizioni), gioca nella squadra più forte d'Europa (e forse del Mondo), vanta un argento europeo e appena due anno fa è stata eletta sportivo (senza distinzione di genere) dell'anno in Norvegia andando a far compagnia a gente come (Dale Oen, Bjordalen, Aamodt, Hushovd, Torkildsen per citare i più celebri). Perché tutto questo, e anche di più, è Ada Hegerberg che da ieri è entrata prepotentemente nella storia del calcio alzando il primo Pallone d'Oro al femminile.

Le scuse, non si sa quanto dovute a un reale pentimento o alla grancassa mediatica provocata da una domanda fuori luogo e dai risvolti sessisti, arrivate successivamente da parte del dj sia in forma privata sia sui social, accettate dalla stessa calciatrice, servono a poco se non a salvare parzialmente la faccia di fronte a una figura meschina di fronte alla platea globale. È però evidente quanto lavoro ci sia ancora da fare per permettere l'accettazione che ogni sport, anche il calcio, non sia a priori per maschi o per femmine. Ma che tutti e tutte allenandosi, impegnandosi e lavorando possano seguire le proprie passioni senza doversi scontrare contro pregiudizi di genere. E che un domani una domanda simile, prendendo per buono che si trattava solo di una battuta senza secondi fini men che mai sessisti, se proprio deve essere proferita sia rivolta anche agli uomini che si presentano sul palco a ricevere il più ambito dei premi.