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Allarme Milan: la disfatta non è iniziata ora. Le tappe della crisi. Juve, nulla è cambiato da Conte ad Allegri. 7 giorni per dare un senso a questo mercato

Allarme Milan: la disfatta non è iniziata ora. Le tappe della crisi. Juve, nulla è cambiato da Conte ad Allegri. 7 giorni per dare un senso a questo mercato
lunedì 26 gennaio 2015, 00:002015
di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano. Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb. Contatto Twitter: MCriscitiello

I colpevoli sono finiti: prima Allegri, poi Seedorf e adesso Inzaghi. Il Milan non ha più nessuno da buttare in pasto a stampa e tifosi. In un anno sono stati bruciati tre allenatori, o pseudo tali. Prima il Mister dell'ultimo scudetto rossonero, diventato brocco all'improvviso e siccome Barbara non lo voleva ma Galliani sì, cacciamo Max per colpire Adriano. Arriva l'olandese che allenatore non è ma per una vita è stato l'uomo di Berlusconi, nello spogliatoio dei campioni. Arriva con il marchio del Presidente e, purtroppo, si porta dietro anche l'arroganza che lo ha sempre contraddistinto. La panchina personale, l'autista e gli addetti stampa personali. Di Van Gaal ha solo la nazionalità. I risultati, inizialmente, non arrivano e Galliani gli fa la guerra interna. Seedorf si gioca male tutte le carte extracampo e, poco alla volta, perderà anche la fiducia di Silvio. Barbara e Adriano decidono di non farsi più la guerra, le fesserie di Seedorf ridanno potere a Galliani che, però, nel frattempo perde un pezzo importante della sua vita operativa: Ariedo Braida. Di fatto perde anche Raiola, braccio destro sul mercato, perchè Raiola non ha molto interesse a stare dove non ci sono i soldi per fare business. Il Milan si costruisce la fossa da solo ma non se ne rende conto. Le operazioni marginali sono interessanti: casa Milan, un progetto intelligente, Fly Emirates, un'operazione ambiziosa ma alla base manca la cosa più importante, il valore della squadra. Il brand non perde appeal, i calciatori però non hanno una storia e soprattutto non hanno valore. Alla guida del Milan arriva un'altra vecchia bandiera dell'ultimo Milan vincente: Pippo Inzaghi. Fa parte dell'operazione simpatia ma soprattutto è l'allenatore che avrebbe dovuto rilanciare il potere interno di Adriano Galliani. "Lo seguo io, è un mio figlioccio e con i consigli giusti farà bene". L'operazione simpatia finisce per smontare Pippo e la scommessa persa torna a far salire sul banco degli imputati anche Galliani. Il mercato è un fallimento dietro l'altro, da Balotelli a Torres, il club rossonero non ne indovina mezza. Di giovani la società non ne lancia e i parametri zero con ingaggi di lusso è una politica che non paga. Il Milan è alla deriva, senza una rete scouting ma soprattutto senza idee e qualità. E i procuratori che prima facevano le fortune della società, poco alla volta, sono scomparsi perchè è rimasto poco da mungere. Cerci un acquisto ininfluente, Suso di prospettiva ma qui manca un vero allenatore. Inzaghi potrà diventarlo; oggi non lo è. Ha bisogno di tempo, come tutti i comuni mortali che iniziano a fare un lavoro nuovo.

Diventerà bravo, certo, ma il Milan ha bisogno di un tecnico che già lo sia. Ben venga Spalletti con idee e carisma. Subito dopo ben vengano anche acquisti mirati perchè, di questi tempi, conviene spendere qualche soldo in cartellini e risparmiarlo sugli ingaggi. Abbassare il costo del lavoro è la prima cosa. Aprire gli orizzonti asiatici con la borsa è un'ottima idea ma questa società ha bisogno di costruire, immediatamente, una rete di osservatori. Il Milan non gira il Mondo e senza soldi questa scelta la paghi a caro prezzo.
Il Milan ha perso Allegri ma Allegri non ha perso il Milan. Il tecnico di Livorno ha preso l'unico treno vincente che c'era da prendere. Con lui, La Juventus non ha sofferto il passaggio da Conte ad un nuovo allenatore. Marotta e Paratici hanno fatto la scelta migliore: il problema non deve mai essere quello di trattenere qualcuno che se ne vuole andare ma essere pronti a trovarne uno che non faccia rimpiangere quello precedente. Alla Juventus nessuno sente la mancanza di Conte. Per questione di modi, di stile ma anche di punti. Non è cambiato niente e se qualcosa è cambiato, di sicuro, è cambiato in meglio. Allegri, dal suo arrivo, avrà sbagliato 2-3 partite. Accadde anche all'attuale Ct della Nazionale. In Champions se la gioca e in Coppa Italia vuole arrivare fino in fondo. La Roma ha pareggiato a Firenze, il + 7 significa almeno il verde del tricolore sulla prossima maglia bianconera. La Roma non è all'altezza dello scudetto e se la Juventus spreca 7 punti di vantaggio su Garcia, allora, significa che finora abbiamo visto un altro film. Discorso, quasi, chiuso a gennaio. Che barba, che noia. Per fortuna c'è il mercato che un pò ci farà divertire, almeno per altri 7 giorni.
L'Inter prenderà ancora un calciatore, la Juventus qualcosa farà, il Milan dovrebbe svegliarsi con l'attaccante e un difensore centrale. Curioso di capire se Quagliarella resta a Torino o sarà ceduto. La Lazio prepara il colpo da bomber, mentre, il Parma dovrebbe prendere un allenatore navigato e di esperienza che in questo mare ci sia già passato. La situazione è disperata ma Donadoni andava cambiato tre mesi fa e Crespo non è la soluzione giusta.