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Garcia: alla Roma al posto di Allegri. Suso-Montolivo: il Milan guarda avanti. Viola e Napoli: le cessioni sono finite. Conte: Palermo, Belotti merita la chiamata. Mazzarri e Sarri fuochi d'artificio

Garcia: alla Roma al posto di Allegri. Suso-Montolivo: il Milan guarda avanti. Viola e Napoli: le cessioni sono finite. Conte: Palermo, Belotti merita la chiamata. Mazzarri e Sarri fuochi d'artificio
sabato 27 settembre 2014, 00:002014
di Mauro Suma
Nato a Milano il 10 Maggio 1965; Giornalista Professionista dal 1994. Dopo le esperienze professionali di carta stampata (La Notte e Il Giorno) e televisive (Telelombardia, Telenova, Eurosport), dirige Milan Channel dal 16 Dicembre 1999.

Chi ha osservato il siparietto fra Massimiliano Allegri e Rudi Garcia al termine delle partite di mercoledì, erano collegati in simultanea dagli spogliatoi delle rispettive partite, non può non aver pensato all'estate 2013. Non una vita fa, in fondo stiamo parlando di una quindicina di mesi orsono. Beh, è presto detto: se Allegri non fosse stato fedele alla "preghiera" di Adriano Galliani di non lasciare il Milan prima del playoff da 30 milioni di euro con il PSV Eindhoven, oggi sarebbe lui l'allenatore della Roma. E alla Juventus ci sarebbe chissà chi. E' un fatto che, per due estati consecutive, lo stesso allenatore, Allegri, è stato cercato dalle due superpotenze del nostro campionato: Roma e Juventus. La Roma lo ha solo sfiorato e ha ripiegato su Garcia. La Juventus, a sorpresa, lo ha messo sotto contratto a Luglio inoltrato. Nel siparietto di cui sopra, era Garcia che cercava la battutina sorridente, che tentava di stanare Allegri. Lo abbiamo trovato eccessivo. Allegri, invece, è rimasto sulle sue, sobrio e rispettoso. La gazzarra dialettica non sarebbe spiaciuta a Garcia. Che se ha bisogno di metterla su quel piano, la Roma non parte benissimo nel lungo duello con i bianconeri...

Prima o poi gli errori sulle palle inattive (zero con Alex in campo) cesseranno. E non si trasformeranno più in palle attive. Quelle dei tifosi...Sarà quello il momento in cui il Milan potrà dedicarsi a sfruttare il suo enorme potenziale offensivo, per nulla intaccato dai topolini che la montagna della malafede partorisce sempre più piccoli e sempre più asfittici. Ma non basterà ancora. Perché il centrocampo ha bisogno dell'arrivano i nostri. Gli infortuni si sono concentrati lì. E quindi si guarda avanti. Capitolo Montolivo. Non è lontano il momento dell'inizio della preparazione per lui. Nessuna pressione sul Capitano e nessuna fretta. Ma la speranza di un Monto in campo dopo la sosta di Novembre non è remotissima. Quindi, Suso. Gli esperti di mercato danno già tutto fatto. Intanto, massimo rispetto. Ma ci permettiamo di eccepire. Con Suso il Milan sembra a buon punto, ma non ha chiuso. E potrebbe arrivare a Gennaio, in caso di accordo con il giocatore, ammesso e non concesso che si raggiunga, solo se il Liverpool convergerà sull'idea di non pagare da Gennaio a Giugno l'ingaggio ad un giocatore sul punto di passare ad un'altra squadra. Siamo nel campo delle probabilità. Speriamo bene in ogni caso, perché Suso sarebbe un bel rinforzo in quella zona del campo.

Fiorentina e Napoli non stanno facendo la voce grossa. La squadra viola ha meno problemi rispetto al Napoli. Problemi di campo e non ambientali. Ma nessuno pensava, dopo 4 giornate, di vedere le due milanesi davanti alla terza e alla quarta forza dello scorso Campionato. Il fatto è che i soldi delle cessioni sono finiti. Una volta reinvestiti i proventi delle cessioni di Jovetic, Ljaijic, Cavani e Lavezzi, i circoli da virtuosi sono diventati viziosi. La Fiorentina si è incartata sulla mancata cessione di Cuadrado. Il Napoli sulla mancata qualificazione ai playoff di Champions League. E' il destino delle squadre italiane che dipendono dalle cessioni, un anno bene e un altro anno meno bene. Inventarsi altro nell'Italia della recessione e della crisi, in cui il calcio è sugli stessi livelli del Paese e non al di sopra come è accaduto per tanti anni, è praticamente impossibile.

Complimenti Palermo. Andrea Belotti è proprio bravo. Chi lo accosta a Casiraghi, chi rivede in lui il Vialli giovane. In ogni caso Antonio Conte è stato compagno di squadra di entrambi. Con tutto il rispetto per Simone Zaza, ci sembra che Andrea Belotti sia una sintesi più corretta, una mediazione più adeguata fra la fame e la fama. Se Zaza incarna la potenza e l'energia di chi ha lottato duro per emergere, Belotti dà la sensazione di avere più colpi e più talento. Per dirla tutta, se Zaza e Balotelli sono un po' agli antipodi, Belotti ci sembra una bella via di mezzo. E crediamo sia giusto che Antonio Conte la esplori fino in fondo, senza arroccarsi sulla sua prima, comunque rispettabile, scelta.

Mazzarri e Sarri. L'avversario cittadino del Milan e l'avversario di martedì del Milan. Mamma mia che prospettive oblique. Mazzarri: poteva essere convalidato l'1-2 di Icardi a Palermo. Ma: sempre a Palermo è stato annullato proprio a Belotti un gol che poteva essere convalidato in maniera altrettanto legittima. E poi: in Inter-Atalanta, il rigore è stato concesso a gioco fermo; Osvaldo si libera di Dramè al momento del gol in maniera più energica (e De Marco aveva ragione, basta pregiudizi su Sport Mediaset!) di quanto aveva fatto Belotti su Nagatomo a Palermo. Non solo: la punizione da cui è nato il gol del 2-0 di Hernanes non c'era, preso netto il pallone. L'elenco non è né livoroso, né doloso. Ci sono stati casi in cui l'Inter è stata obiettivamente penalizzata e sono stati ricordati da tutti. Sacrosanto ricordare anche gli altri di episodi, giusto per scaricare l'indicatore. E Sarri: per un rigore inesistente con il braccio di Bonera attaccatissimo al corpo, ha apostrofato l'arbitro per un secondo giallo mezzo e mezzo, che poteva essere dato ma anche no, su Muntari. Per così poco, il tecnico empolese ha scomodato la secolare sudditanza psicologica del nostro calcio. Forse sapeva, e quindi ha cercato giustamente di approfittarne, che quando c'è il Milan di mezzo se è l'avversario a lamentarsi apriti cielo, se è invece il Milan stesso a segnalare lo sgambetto di Marchisio in area, allora è Menez che cade...