Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Gattuso ha un alleato inaspettato per conservare il posto: eccolo. Antonio Conte sarebbe pronto, ma… La Juventus si gioca tutto per la Champions: ma se non parte nessuno, i conti rischiano

Gattuso ha un alleato inaspettato per conservare il posto: eccolo. Antonio Conte sarebbe pronto, ma… La Juventus si gioca tutto per la Champions: ma se non parte nessuno, i conti rischianoTUTTO mercato WEB
mercoledì 25 luglio 2018, 00:002018
di Tancredi Palmeri

Mai Rino Gattuso avrebbe pensato che al 25 luglio 2018 il suo maggiore alleato per tenersi il posto in panchina sarebbe stato non Marco Fassone, non Massimo Mirabelli, e nemmeno nessuno del consiglio di amministrazione, visto che sono tutti andati.
No, si chiama Roman Abramovich l’uomo che Gattuso deve ringraziare a tutt’oggi se è ancora l’allenatore del Milan. Nessuna mancanza di rispetto verso Ringhio, impossibile da non amare, ma una nuova proprietà ha il diritto di partire con gli uomini che preferisce, e non c’è niente di peggio che iniziare una stagione con un allenatore che non ha il massimo appoggio da parte della società. Non se lo possono permettere i grandi club con fondamenta tecniche solide, figuriamoci quelli che arrivano da stagioni incerte.
Il Milan che ha scelto Ivan Gazidis amministratore delegato dall’Arsenal, Umberto Gandini direttore generale dalla Roma, Leonardo direttore sportivo dal buen retiro, e forse Paolo Maldini come trait d’union con la squadra, il nuovo Milan di Elliott ha scelto Antonio Conte come nuovo allenatore.
E forse è la scelta migliore: per quello che c’è su piazza, ma in fondo a prescindere anche se altri più prestigiosi fossero a disposizione, perché Conte ha quell’istinto assassino per le stagioni da azzannare che si adatta perfettamente a questo Milan né carne né pesce, con vario potenziale inespresso e troppa poca personalità e intensità tattica per poterlo esprimere.
E forse ad Antonio Conte la sfida calzerebbe perfettamente: come nella Juve 2011, nell’Italia 2016, o il Chelsea seguente, Conte ha bisogno di una truppa semi sfiduciata da motivare e con la fame per tornare in alto e la rabbia per tenere la testa bassa.
Ma Roman Abramovich vuole bene a Rino Gattuso: o quantomeno vuole bene al suo conto in banca, guardato a vista dalla plenipotenziaria Marina Granovskaja e sistematicamente dissanguato dai periodici allenatori. E Roman Abramovich non regalerà mai a Conte gli 11 milioni di € che mancano ancora da saldargli (il contratto scadeva nel 2019) solo per fargli un favore e lasciarlo libero di inseguire il suo destino, tanto più che Conte minaccia di adire vie legali per l’esonero a ritiro iniziato.
Così come Conte non rinuncerà allo stipendio dovuto, primo perché provateci voi a rinunciare a 11 milioni, e secondo perché sapete bene come le questioni di orgoglio contino particolarmente per Andonio.
Ma per lui conta ancora di più allenare, per non parlare della sfida impossibile di rovinare la festa all’ex datore di lavoro avvelenato, nell’anno che si preannuncia il più glorioso possibile per la Juventus. E quindi una piccola ragionevole buonuscita dal Chelsea potrebbe girare il chiavistello di Milanello - e fare perdere l’ultimo alleato a Rino Gattuso.

Ma l’anno più glorioso possibile per la Juventus e Andrea Agnelli vuol dire anche eliminare le ultime possibili incognite nella via verso la Champions e verso il Triplete. Per intenderci, Bonucci non sarà più quello di 2 anni fa, ma rimane e a ragione ancora il centrale titolare della Nazionale, con Chiellini, e l’anno scorso la tenuta mentale di Benatia nei pochi momenti decisivi è costata 2 trofei e stava per costare il terzo. Dunque la Champions vale bene un perdono - tanto più che è Bonucci ad aver bussato alla porta, non certo la Juve ad essere andata a cercarlo.
Il Milan lo scambierebbe per soldi con Higuain, offrendo magari più anni di contratto al Pipita ma al 60% dello stipendio. Higuain preferibbe il Chelsea, i proprietari milanisti preferirebbero Morata, ma per ora quelle due piste non si sbloccano, e allora tutto può avvenire. Anche perché la Juve deve dare via Higuain. E non solo: guardando ai conti, dovrebbero partire almeno altri due big (o un big e due di seconda linea, se davvero la Juve è così brava a farsi dare 50 milioni per Rugani).
Perché signori non prendiamoci in giro: è vero che Cristiano Ronaldo fa aumentare fatturato e entrate, ma non esiste credere che un Cristiano si ripaghi da solo, o solo vendendo Higuain, in una società così attenta ai conti come la Juventus.
Poi certo, tutto è possibile: è possibile che Andrea Agnelli abbia deciso di giocarsi il bluff quest’anno, uscire secco dai parametri per poi rientrarci in tromba il prossimo anno ottimizzando la vendita di un altro big magari il cui prezzo è stato alzato dalla vittoria di una Champions. Tutto è possibile.
E in fondo, una Champions val bene un anno vissuto pericolosamente (finanziariamente).