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Juve: il rischio che solo Allegri può evitare. Inter: nonostante tutto, c'è un caso-Icardi. Milan: il "non detto" che spaventa dietro al rifiuto delle bandiere. Napoli: occhio all'effetto collaterale! La lezione di Totti non è bastata...

Juve: il rischio che solo Allegri può evitare. Inter: nonostante tutto, c'è un caso-Icardi. Milan: il "non detto" che spaventa dietro al rifiuto delle bandiere. Napoli: occhio all'effetto collaterale! La lezione di Totti non è bastata... TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 13 settembre 2016, 00:002016
di Fabrizio Biasin

Siccome sono sempre per la trasparenza totale, volevo dirvi che, essendo intimamente "morto di fame", ho chiesto l'aumento all'editore di Tmw. "Mi dai l'aumento?". La sua risposta mi ha colpito per completezza, semplicità, ma non per questo mancanza di rispetto: "No".

Per questo motivo ho preso una decisione difficile ma io credo inevitabile: l'anno prossimo mi iscriverò al concorso denominato "Miss Italia". Una strada irta di ostacoli, me ne rendo conto, ma certamente foriera di soddisfazioni e buoni incassi.

Come dite? Sono un uomo e non posso partecipare? Io non credo. Dovete sapere che il qui scrivente si occupa sì di Sport, ma pure di Spettacoli tipo quelli della De Filippi che smazza troni, o di Arisa che torna a X-Factor. L'altra settimana mi contatta un efficiente ufficio stampa: "Sabato c'è Miss Italia, quest'anno replichiamo l'edizione con anche le ragazze curvy!". E io: "Cazzo vuol dire curvy?". Mi spiegano che si tratta delle ragazze con qualche chilo in più rispetto alle solite "magre e perfettine". Me ne compiaccio e torno a farmi i fatti miei.

Sabato, archiviata Palermo-Napoli, vado a mangiare una pizza. Un tempo potevo bere anche quattro o cinque birre medie e pure dei limoncelli: tenevo botta. Ora, se la pizza al crudo è troppo salata, mi tocca correre a casa in preda a convulsioni. Ho ordinato la pizza al crudo e alle 23.45 ero a casa. Memore della telefonata ("C'è Miss Italia con anche le curvy!") accendo sul canale preposto. Siamo alle battute finali: belle figueire provenienti da tutte le parti d'Italia mostrano le loro grazie, alcune sulla fascia hanno scritto "curvy". E lì mi vien su la pizza al crudo: "Ma come! Apri il concorso a tutti per far vedere che se una è bella è bella a prescindere, ma poi applichi la distinzione sulla fascia per specificare che lei è un po' "su di peso"?". Mi indigno, ingoio tre cucchiaiate di Citrosodina per contrastare l'acidità, vado a dormire, entro in un mondo di incubi bestiali.

Nel mio sogno sono sulla passerella di Jesolo circondato da ragazze, Facchinetti presenta le Miss e a un certo punto chiama proprio me: "Per la categoria "Uomy", sottocategoria "Calvy", da Milano la numero 33 Fabrizio!". Vi evito i particolari, si sappia solo che dopo una lunga lotta sono arrivato terzo subito dietro a una di Peschici della categoria "figliadionorevoly" e a un'altra di Paderno Dugnano della categoria "mammamaialy", secondo me chiaramente raccomandate. In ogni caso l'anno prossimo ci proverò, vincerò e farò molti soldi recitando in fiction come "1992" al posto di Miriam Leone, che è solo figa e non appartiene a nessuna categoria, povera cara.

Temo che la pizza al crudo sia ancora in circolo, ma non per questo eviterò di dire la mia in maniera molto arrogante sulle varie questioni pallonare.

Prendete la recente "polemica degli ex" in casa Milan. Io mica la capisco. Perché tanto astio? C'è qualcosa che dovremmo sapere e non sappiamo? Forse sì, perché se invece fosse solo una questione legata al "non ci torno perché il direttore generale è interista e ha scelto un ds interista" beh, allora con tutto il rispetto sarebbe un filo sciocco.

Il Milan non ha bisogno di "milanisti" piuttosto che di "interisti" o "juventini", il Milan ha solo bisogno di gente capace, organizzata, volonterosa. Professionisti che sappiano fare il loro lavoro, che lascino all'esterno le beghe legate ai "colori", che facciano tornare i conti. Per tanti anni, a ragione, si è sentito parlare del Milan "squadra più titolata al mondo". Chi lo diceva e lo ripete ancora oggi è indiscutibilmente rossonero nel cuore (o quantomeno lo è diventato), ma negli ultimi anni non ha comunque saputo dare un apporto significativo alla causa. E allora, forse, è meglio affrontare il futuro con chi di sicuro non dispone di una laurea in "storia del Milan", ma magari ha quattro idee, del grano a disposizione e la buona volontà per tentare di far ripartire la "macchina rossonera". Persone che non pretendono di sapere "cos'è il Milan" e, infatti, vorrebbero affidarsi ai "monumenti" che del Diavolo hanno scritto la storia e per il Diavolo possono fare molto, non solo a livello di immagine.

Dire "no" a priori è poco logico e pochissimo utile, soprattutto se la sola argomentazione è "noi non siamo interisti". Chi scrive nel recente passato ha avuto la fortuna di chiacchierare con Demetrio Albertini. L'impressione è stata quella di una persona limpida, onesta, carica di idee e innamorata del rossonero. Per questo quel muro alzato nei confronti dei nuovi arrivati impressiona: a meno che non ci siano motivazioni precise il Milan non ha bisogno di nuove polemiche, semmai di serenità, quattrini e nuovi giocatori, questa volta magari pescati con un minimo di senso logico.

L'Inter torna da Pescara con tre punti insperati, ancora tanti interrogativi da sciogliere e una certezza: se Icardi non avesse fatto quello che ha fatto, oggi parleremmo di "De Boer tecnico da avanspettacolo che fa entrare tre giocatori tutti assieme come solo all'oratorio". E invece, come per magia, la doppietta dell'argentino regala una settimana di respiro a un allenatore fino a qui esageratamente criticato. All'Adriatico l'Inter ha prodotto molto, ma anche rischiato troppo. La forma fisica è quella che è, soprattutto se si pensa che il secondo giocatore ad aver percorso più chilometri è Joao Mario (10,996), ovvero l'ultimo arrivato. Resta l'impressione di un gruppo che, terzini a parte, ha realmente fatto un notevole passo in avanti quanto a "qualità tecnica" e "forza d'urto". Merito di chi è arrivato, merito di chi è rimasto. Icardi, per dire.

Fa sorridere la polemica di quelli che nonostante tutto avanzano ancora dubbi sul giocatore argentino: "E' bravo in area ma non partecipa all'azione, sa fare solo gol". E cosa deve fare, canestro? Touchdown? Scala40? Suvvia...

Nella già citata classifica dei km percorsi l'argentino figura al quarto posto con 10,031, il ché non significa che sia "maestro di partecipazione al giuoco", ma neppure "fannullone avvezzo solo al soldo e al fiki-fiki con la moglie".

Mauro Icardi ha 23 anni, numeri impressionanti, possibilità di migliorare ulteriormente e un'imperdonabile inclinazione al "tamarrismo". Direi che c'è di peggio nella vita. L'estate scorsa si è comportato male? Ha pensato troppo al grano? Sì, lo ha fatto, ma questa nel mondo del pallone è una malattia parecchio diffusa, anche tra le insospettabili bandiere del presente e del passato.

Quelli che in nome di una moralità utopistica ancora sostengono "comunque andava venduto" devono pensare che in sua assenza oggi farebbero i conti con una squadra forse "più morale" (perché certamente al posto dell'argentino avrebbe giocato un "missionario", un "asceta", un "filantropo"...) ma probabilmente a zero punti.

Icardi è un bravo ragazzo e un eccellente attaccante, abbastanza per meritarsi quella fascia da capitano così importante. Ma sono opinioni, per carità. Chi non lo sopporta continuerà a recitare la filastrocca: "Sa fare solo gol". Come se nel calcio ci fossero cose più importanti.

Quanto alla Juve vien difficile trovare gli argomenti. La dimostrazione di grandezza nella prima mezz'ora con il Sassuolo è sufficiente per dire che anche questa volta le mosse di mercato paiono azzeccate. Higuain ci ha messo tre secondi per "ambientarsi" (prova del fatto che l'espressione "diamogli tempo, deve conoscere i nuovi compagni" è scusa buona per molti, ma non per i fuoriclasse), Pjanic anche, Pjaca si vedrà. Il rischio per i bianconeri è che il campionato risulti infine "poco allenante", anche se con Allegri viene difficile immaginare che si possano verificare i cosiddetti "cali di tensione".

Il derby di Manchester, intanto, dice che probabilmente anche con Pogba alla fine la Juve ha preso la decisione più lucida e corretta: il ragazzo farà la sua bella carriera, diventerà ancora più forte, ma i 70 e più milioni di plusvalenza messi a bilancio sono il massimo che si potesse realizzare.

Pensiero finale per il Napoli e per quel Sarri che sembra aver assorbito alla grande la cessione del Pipita. Alla lunga probabilmente gli mancherà qualche gol, ma forse ne prenderà qualcuno meno. Quella costruita quest'estate è una squadra più logica, più "completa", meno condizionata. Una squadra dove chi già giocava bene, oggi gioca meglio. Per carità: nessuno vuol dire "che figata aver venduto il Pipita", ma a fronte di una cessione inevitabile "causa clausola", il risultato è ottimo e abbondante.

E poi Totti. E Balotelli.

E il capitano giallorosso che a 40 anni dimostra che allenando la mente si può sopperire ai limiti fisici imposti dalla carta d'identità.

E l'attaccante del Nizza che per l'ennesima volta non riesce a tenere a bada un ego sviluppato come tenia nell'intestino di Galeazzi.

E ancora Totti che a 40 anni vede quello che accade in campo una frazione di secondo prima degli avversari. E li frega.

E ancora Balotelli che fa andare la lingua e dice "vincerò il Pallone d'Oro" e "Klopp mi ha deluso come uomo". E si frega da solo.

Alla prossima.

(Twitter: @FBiasin @ilsensodelgol Mail: ilsensodelgol@gmail.com)