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Galliani: "Prenderei Kakà o van Basten. Cercai Giampaolo nel 2016"
"Il vento è in poppa, da nove giornate, ma il campionato è lunghissimo. Ne mancano ancora 29". Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, ha parlato ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport. "C'è solo un posto per la promozione, bisogna assolutamente arrivare primi. E non è mai facile".
Se la sente di indicare qualche giocatore del Monza che può arrivare a livello internazionale?
"Vanno fatte per gradi, dobbiamo crescere. Piano piano, ci sono dei giocatori giovani e di talento, ma a livello internazionale bisogna correre. Vanno fatti crescere, senza mettere fretta".
Il Monza è un piccolo Milan... se potesse sceglierne uno da prendere?
"Indovini... di nome fa Marco, di cognome van Basten. Un italiano? Due, Franco Baresi e Paolo Maldini. Se solo di passaporto, Ricardo Kakà".
Perché siete andati, lei e Berlusconi, a Monza?
"La colpa è mia, sono nato a Monza, sono stato uno dei proprietari dal 1975 al 1985. Nel 1979 diedi la disponibilità a Berlusconi per costruire le reti, ma con un'eccezione, potere vedere il Monza. Sono felice, al di là delle vittorie, di avere trasferito a Berlusconi la passione per il Monza".
Da un anno siete arrivati a Monza...
"Qualche tatuaggio, i ragazzi di 20-25, ce li hanno. Berlusconi voleva una squadra di soli italiani, stiamo facendo un lavoro molto importante sul territorio, affiliando tante squadre della nostra provincia. Abbiamo dato a tutti i ragazzi della prima elementare degli astucci per la scuola, lavorato a dei progetti per diversamente abili. Il progetto mi sta appassionando molto".
Avete dato tanto al Milan.
"L'amore è intatto, sia da parte del presidente che da parte mia. A malincuore lo abbiamo ceduto, siamo stati costretti a farlo. Le scelte sono sempre difficili da fare. Speriamo che questi manager riportino il Milan ai fasti di qualche anno fa".
Berlusconi ha risposto in maniera forte a Gazidis.
"Io ho rispetto di tutto, ma nessuno ha mai fatto notare che abbiamo venduto il Milan a un signore cinese, Yonghong Li. Si è fatto prestare dei soldi dal gruppo Elliott che ha avuto i soldi in garanzia, solo riscuotendo il pegno. Noi avremmo iscritto il Milan al campionato. La risposta al presidente, forte, è stata chiara: noi non abbiamo venduto a Elliott".
Le piacerebbe fare un'amichevole con il Milan?
"No, ma non scherziamo. Il Monza gioca in C, il Milan è un grande Milan. Si vive di sentimenti, è chiaro che con il presidente, tutti i lunedì, parliamo di Monza e Milan. Normale che sia triste quando perde e contento quando vince".
Guardando avanti, questo calcio si spaccherà? Ci sarà solo un grande campionato europeo?
"Regge assolutamente. Il modello dello sport americano, senza promozioni o retrocessioni, non può funzionare. Dal 2024 ci sarà una terza competizione europea, bisogna far convivere".
Lei ha detto che bisogna andare oltre San Siro.
"Il secondo anello copre la visibilità della parte migliore del primo anello. Non può essere ristrutturato. Mi sfuggono questi ragionamenti: un San Siro a 50 metri da quello attuale è corretto: non capisco queste lacrime per avere uno stadio meraviglioso da quello attuale. Sempre San Siro è".
Pioli è la persona giusta per il Milan?
"Me lo auguro, penso di sì. Stimo Pioli, ma anche Giampaolo: avevo provato a farlo venire nel 2016".
Se la sente di indicare qualche giocatore del Monza che può arrivare a livello internazionale?
"Vanno fatte per gradi, dobbiamo crescere. Piano piano, ci sono dei giocatori giovani e di talento, ma a livello internazionale bisogna correre. Vanno fatti crescere, senza mettere fretta".
Il Monza è un piccolo Milan... se potesse sceglierne uno da prendere?
"Indovini... di nome fa Marco, di cognome van Basten. Un italiano? Due, Franco Baresi e Paolo Maldini. Se solo di passaporto, Ricardo Kakà".
Perché siete andati, lei e Berlusconi, a Monza?
"La colpa è mia, sono nato a Monza, sono stato uno dei proprietari dal 1975 al 1985. Nel 1979 diedi la disponibilità a Berlusconi per costruire le reti, ma con un'eccezione, potere vedere il Monza. Sono felice, al di là delle vittorie, di avere trasferito a Berlusconi la passione per il Monza".
Da un anno siete arrivati a Monza...
"Qualche tatuaggio, i ragazzi di 20-25, ce li hanno. Berlusconi voleva una squadra di soli italiani, stiamo facendo un lavoro molto importante sul territorio, affiliando tante squadre della nostra provincia. Abbiamo dato a tutti i ragazzi della prima elementare degli astucci per la scuola, lavorato a dei progetti per diversamente abili. Il progetto mi sta appassionando molto".
Avete dato tanto al Milan.
"L'amore è intatto, sia da parte del presidente che da parte mia. A malincuore lo abbiamo ceduto, siamo stati costretti a farlo. Le scelte sono sempre difficili da fare. Speriamo che questi manager riportino il Milan ai fasti di qualche anno fa".
Berlusconi ha risposto in maniera forte a Gazidis.
"Io ho rispetto di tutto, ma nessuno ha mai fatto notare che abbiamo venduto il Milan a un signore cinese, Yonghong Li. Si è fatto prestare dei soldi dal gruppo Elliott che ha avuto i soldi in garanzia, solo riscuotendo il pegno. Noi avremmo iscritto il Milan al campionato. La risposta al presidente, forte, è stata chiara: noi non abbiamo venduto a Elliott".
Le piacerebbe fare un'amichevole con il Milan?
"No, ma non scherziamo. Il Monza gioca in C, il Milan è un grande Milan. Si vive di sentimenti, è chiaro che con il presidente, tutti i lunedì, parliamo di Monza e Milan. Normale che sia triste quando perde e contento quando vince".
Guardando avanti, questo calcio si spaccherà? Ci sarà solo un grande campionato europeo?
"Regge assolutamente. Il modello dello sport americano, senza promozioni o retrocessioni, non può funzionare. Dal 2024 ci sarà una terza competizione europea, bisogna far convivere".
Lei ha detto che bisogna andare oltre San Siro.
"Il secondo anello copre la visibilità della parte migliore del primo anello. Non può essere ristrutturato. Mi sfuggono questi ragionamenti: un San Siro a 50 metri da quello attuale è corretto: non capisco queste lacrime per avere uno stadio meraviglioso da quello attuale. Sempre San Siro è".
Pioli è la persona giusta per il Milan?
"Me lo auguro, penso di sì. Stimo Pioli, ma anche Giampaolo: avevo provato a farlo venire nel 2016".
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